Ma la Guzzi
no!
La prima e l’ultima pagina di
questo numero sono dedicate ai più recenti (e angosciosi) sviluppi delle
vicende Moto Guzzi.
Attraverso date e titoli dei suoi
mini editoriali, il sottoscritto ripercorre in poche righe le tappe della
crisi, cominciata nel 1995 dopo l’era De Tomaso, che già non era stata
brillante. Ofelio Liberati nel suo Diario esamina invece il problema da
una diversa angolazione, completata da gustose note di costume. Entrambi
prendendo lo spunto dalla grande manifestazione Moto di Protesta, svoltasi
a Mandello il 19 settembre scorso con la partecipazione di circa 1.500
guzzisti provenienti anche dall’estero.
Scopo della protesta? Arrestare
la decandenza dell’azienda, privata dei quadri tecnici e di buona parte
del personale, attualmente solo 150 e spesso in cassa integrazione. Inoltre
poverissima di proposte veramente innovative. Così la produzione è ulteriormente
calata, quest’anno del 30%, meno di 3.000 pezzi, secondo indiscrezioni
da Mandello.
Il nostro lamento ha lontane origini,
risale infatti a “Una lacrima sul
viso” (1997), quando sembrava
imminente il trasloco da Mandello a Monza. Trasloco fortunatamente annullato,
ed ecco con sollievo “Asciughiamoci
la lacrima” (1998). Ma
intanto la proprietà americana si dimostra un fallimento, ovvero
“Ennesima
pugnalata al cuore dei guzzisti” (1999).
E quindi ci si chiede, sempre più ansiosamente, “Quale
futuro?” (2000). Finalmente
il raggio di sole, “Telenovela Guzzi
a lieto fine” (2000), quando
il patron dell’Aprilia Ivano Beggio dopo la Laverda si assicura il boccone
ben più sostanzioso su “quel ramo del lago di Como”. Ma la bella
storia
non dura a lungo. Ecco infatti “Moto
Guzzi senza pace” (2004),
con relativa cessione dell’azienda alla Piaggio, che alla presentazione
del nostro libro dedicato alla Casa di Mandello durante il Salone di Milano
2008 per bocca di un suo alto dirigente dà ampie assicurazione sul
“Futuro
Moto Guzzi” (2009). Invece
il panorama diventa sempre più grigio... Ma il cuore ci invita a ripetere
quanto scritto nel 2004: “La Moto
Guzzi è un valore troppo alto sotto tutti gli aspetti, un marchio troppo
forte per finire nella polvere, nel dimenticatoio. E siamo sicuri che questo
suo eccezionale patrimonio le consentirà di superare anche il momento più
difficile”.