Ripensamenti & fallimenti
Alla fine degli anni Sessanta, quando le sue sorti erano già pericolanti, il gruppo BSA-Triumph si dà il colpo di grazia con alcuni clamorosi (e costosi) errori tecnici e strategici. Tra le decisioni prese in questo periodo c’è anche quella di mettere in produzione una moderna bicilindrica 350 completamente sganciata dai tradizionali schemi inglesi. Avrebbe dovuto arginare la crescente marea dei giapponesi soprattutto sul mercato USA (allora il più importante per il gruppo) ma per una serie di incredibili traversie non giungerà neppure alla catena di montaggio. Ne parliamo a pagina 40, rivelando tanti particolari sconosciuti, con l’aggiunta delle impressioni di guida, ricavate oggi portando in strada i prototipi sopravvissuti. Ne esce così un quadro completo come mai era stato sinora “dipinto”. Molto interessante e per certi versi istruttivo.
Per associazione di idee, siamo andati a ripescare alcuni esempi di moto mai nate nostrane, cominciando dalla Moto Guzzi che nel suo museo ci presenta un bel campionario. Come la 125 del 1946, la GT 350 del 1955, la Sport 500 bicilindrica del 1972. Ma nell’elenco delle mai nate a Mandello ce ne sono tante altre che non figurano materialmente al museo, come il Ghez 50, la Sport 500 del 1971, il Falco 350, esposto al Salone di Milano 1987 e l’Ippogrifo 750, che si è visto invece alla rassegna milanese del 1996.
Massima rivale della Moto Guzzi, la Gilera detiene il record delle bicilindriche pensate, sviluppate e provate, ma rimaste prototipi senza seguito. Dalla 350 del 1960 alle 250-350 del 1964, alla B 500 del 1967 e poi - quando era già stata assorbita dalla Piaggio - dalla Rocket 350-500 del 1971 alla V 1000 del 1989.
E che dire della Moto Morini, che lanciatasi avventurosamente sul turbo per la sua bicilindrica 500, presentata al Salone di Milano 1981 e promessa in consegna per settembre 1982? Un passo più lungo della gamba per una piccola azienda che nel 1985 verrà ceduta alla Cagiva, cessando di fatto l’attività.
Da mettere in lista anche l’Innocenti, fermamente intenzionata a dimostrare che sapeva fare le moto oltre agli scooter. Ecco perché al Salone di Milano 1950 presenterà la Moto Lambretta 125 (anche in versione corsa) che però rientrerà misteriosamente nell’ombra nonostante l’interesse suscitato.
I motivi dell’accantonamento? Non soltanto tecnici ma dovuti per esempio alle mutate condizioni del mercato, a cambiamenti legislativi, alla comparsa di temibili concorrenti. E quindi non imputabili soltanto ai costruttori.