Sogni proibiti
I sogni aiutano a vivere, così ha sentenziato un profondo conoscitore dell’animo umano. Che poi ha completato il pensiero aggiungendo che i sogni aiutano a vivere anche se irrealizzabili, anzi proprio per questo aiutano ancor di più. C’è tanta verità in queste affermazioni.
Analizzando i grandi cambiamenti verificatesi in Italia attorno agli anni Cinquanta/Sessanta ed esaminando le discutibili decisioni dell’industria motociclistica nazionale in quel periodo (ampio dossier a pag. 20), balzano ancora amaramente alla memoria due sogni inseguiti allora con rovente passione, due speranze altissime, svanite però senza l’implorata concretezza. Quali fossero, questi due sogni, lo si capisce già dalle foto scelte per illustrare queste poche righe. E cioè la replica in chiave stradale di due eccelse gran premio di pura scuola italiana, la Gilera quattro cilindri e la Moto Guzzi monocilindrica. Entrambe con una tale personalità tecnica e tanto cariche di allori da presentarsi con un carisma irresistibile, anche se a... caro prezzo, un carisma che di riflesso avrebbe fatto bene a tutta l’industria italiana. E che avrebbe potuto contrastare e rallentare l’aggressione giapponese, facilitata per di più dal famoso patto di astensione dalle gare siglato da Gilera, Mondial e Moto Guzzi al termine della stagione 1957.
Cosa c’era allora di meglio per scatenare la fantasia e il desiderio (con il seguito di infinite discussioni al moto club)? La poderosa pluricilindrica di Arcore, ricca di soluzioni geniali e innovatrici, che la renderanno copiatissima. La monocilindrica di Mandello, dal rapporto peso-potenza incredibilmente ridotto, estrema evoluzione motoristica del concetto originale di Carlo Guzzi, con quel meraviglioso telaio a doppia culla rialzata. Gli inglesi e i tedeschi erano ancora indietro di varie lunghezze, i giapponesi avevano ancora tanto da imparare. L’Italia, in quel 1957, era al vertice mondiale. E avrebbe potuto celebrare questa supremazia con qualcosa di straordinario, avvantaggiandosi anche a fini commerciali. Ma purtroppo non ne ha avuto il coraggio.
Che tremenda delusione...