Lo smantellamento del Mondiale 250, sostituito da un insulso Campionato con monomotore Honda, è stato un colpo al cuore specialmente per noi italiani, che nelle sue vicende avevamo trovato tanti motivi di orgoglio per le grandi affermazioni di uomini e macchine tricolori. In sessant’anni si sono infatti susseguiti alla ribalta tanti gloriosi binomi nostrani, da Ruffo-Moto Guzzi-1949 a Simoncelli-Gilera-2008. Con un bilancio finale che vede l’Italia al primo posto.
Ma di questo agli organizzatori del Motomondiale, gli affaristi della Dorna, importa poco o niente. Vedono solo la MotoGP (che pure non gode eccellente salute), infatti non passerà molto tempo che anche il Mondiale 125 farà la fine del 250, così resterà in lizza solo la loro adorata MotoGP, sulla falsariga di quanto avviene nella Formula 1 automobilistica.
La fine voluta di un’epoca, e il rimpianto per la sua storia, meritavano certo un ampio dossier, che troverete più avanti in questo numero, frutto di ricerche e statistiche come non ne abbiamo trovate (scusate la modestia) in nessun’altra pubblicazione italiana e straniera che ha trattato l’argomento.
Dopo la distruzione, veniamo alla costruzione, che per ora è solo una proposta rivolta all’ASI, con la speranza che venga accolta, come era successo nove anni fa per un grande meeting internazionale, diventato il MotoShow di Varano. La proposta è quella di costituire un grande museo nazionale, occupando magari una fabbrica disattivata, ed accogliendo, anche temporaneamente, i mezzi che tanti soci vedrebbero volentieri ospitati in una degna cornice. Si fa presto a dirlo, ma a farlo, questo museo, è un’impresa, come diceva Gino Magnani fondatore di Motociclismo, da far tremare le vene e i polsi. Ma siamo sicuri che l’ASI, se ci si mette d’impegno, può farcela. Forza!