Ma cosa ci sarà mai di bello? È
un’operazione noiosa, faticosa, costosa, alle volte persino dannosa perché
c’è sempre qualcosa che si rompe o che va persa.
E perché mai veniamo a parlarne?
Altri argomenti non ci mancherebbero, specialmente ora che siamo nel pieno
di un’intensa stagione.
Il motivo, che è anche d’attualità,
è che alla fine di giugno la nostra Casa editrice ha cambiato sede, da
Milano si è trasferita a Pero, nelle vicinanze del nuovo polo fieristico,
in un modernissimo mega centro che naturalmente migliorerà tutte le funzioni
operative.
Se ne parliamo non è tanto per
l’autocelebrazione pur giustificatissima quanto per un risvolto
sentimentale
e persino per uno sfondo pratico che sono emersi contemporaneamente. Infatti
non c’è miglior occasione del “terremoto” di un trasloco per
fare affiorare
quasi magicamente oggetti e documenti scomparsi, dimenticati. Perché erano
andati a finire in fondo a un cassetto, negli angoli più riposti degli
armadi, proprio come nel nostro caso. Improvvisamente ti compaiono davanti,
e allora comincia la galoppata dei ricordi, non sempre lieti.
Ma dimostrandosi questi reperti
(e qui veniamo al lato pratico) ancora utili, specialmente per una testata
come la nostra, che vive di cose del passato.
Guardate il piccolo campionario
illustrato dei ritrovamenti fatti in occasione del nostro trasloco. La
foto (con dedica) di Mike Hailwood al TT 1959, la biella contorta di una
Guzzi (che ci riporta ai tempi della causa con De Tomaso), il volantino
dello sconosciuto ciclomotore Caproni del 1946 (mai entrato in produzione).
L’elenco potrebbe continuare a lungo. E di queste numerose scoperte prima
o poi beneficeranno gli amici lettori con la pubblicazione di immagini
e documenti inediti.
Insomma, un trasloco che ci ha
fatto bene in tutti i sensi.