Vi ricordate la Yamaha GTS 1000 degli anni Novanta? Quella bella e sofisticata sport-tourer con telaio a omega e sospensione monobraccio anteriore? La trovate in foto qui sopra e il sistema si ispirava a quello disegnato da James Parker per la sua RADD MC² del 1987, su base Yamaha FZ750. All’epoca questa moto non fu accolta con grande favore: troppo estrosa per il tradizionalista mondo dei viaggiatori. Era meccanicamente complessa e non costava poco. Pur con una pinza a sei pistoncini, ma con un solo disco davanti poi, caricata di passeggero e bagagli, impiegava qualche metro più delle concorrenti per frenare. Oggi è un modello interessante, reperibile a prezzi ragionevoli e di sicuro interesse collezionistico. Oltre che ancora piacevolissima da usare! Ebbene, Lorenzo se ne trova per le mani una del 1993 e decide, proprio in virtù della sua unicità tecnica, di utilizzarla come base per una special con la quale possa partecipare all’AMD. Spogliata delle carene avvolgenti, ha messo a nudo ciclistica e meccanica, realizzando una sport naked di grande impatto. La presenza del monobraccio anteriore suggerisce l’accoppiata col posteriore (che sulla GTS di serie è invece bibraccio): ecco allora un elemento proveniente da una Honda VFR, che porta con sé anche la ruota e l’impianto frenante. Per abbinare esteticamente l’avantreno, viene utilizzato il cerchio posteriore di una Honda NSR180SP (sconosciuta da noi, diffusa in Asia), che ha lo stesso disegno di quello della VFR, ma un canale più stretto, adatto a montare lo pneumatico anteriore della Yamaha GTS da 120/70-17”. Il sistema sterzante rimane pressoché invariato e solo l’ammortizzatore di serie è sostituito con quello – regolabile – di una Yamaha R6. Anche dietro viene cambiato l’ammortizzatore, posto orizzontalmente sotto il motore e che lavora in trazione anziché in compressione: la scelta ricade su quello di una Buell modificato.