La culla è rimasta quella di serie, ma è stato modificato cannotto per ospitare cuscinetti a rulli conici al posto degli originali a sfere, e i due tubi superiori sono stati scatolati con piastre tagliate al laser per ancorare l’ammortizzatore posteriore. La parte posteriore è stata ricostruita per farci stare il forcellone di un Kawasaki GPZ Unitrack montato a rovescio, con la capriata nella parte inferiore. Un’asta regolabile con uniball (che serve a cambiare inclinazione) agisce su un leveraggio (con due punti di leva per modificare risposta sospensione) che a sua volta tira l’ammortizzatore di una Buell. Davanti la forcella Marzocchi Magnum con steli da 45 mm (presa da una Husqvarna) è accorciata di 11 cm. L’escursione – sia davanti, sia dietro – è poca, ma tutto è studiato per mantenere l’assetto ribassato. Vista di lato, questa special non ha “spazi vuoti” tra i vari elementi che la compongono: tutto è compatto e raccolto. Il baricentro è basso e la distribuzione dei pesi è equamente divisa tra i due assi. Guidandola si avverte subito un grande equilibrio che rende facile e divertente condurla. Quando ho visto le ruote – Dunlop da dirt track, entrambe da 130/80-18” – avrei detto che curvare sarebbe stata un’impresa. Invece la Flying ’57 si rivela estremamente maneggevole e agile. Un giocattolo: 110 kg di pura gioia dinamica. Certo, dei freni più potenti non guasterebbero. I due tamburi (anteriore di una Moto Morini 3½, dietro di una SWM da Regolarità, entrambi modificati) vanno strizzati parecchio per ottenere decelerazioni decise e arrestare la corsa. Ma, in tutta onestà, adesso non ho proprio voglia di fermarmi.