Come tutte le crossover, anche la X-Cape sembra incoraggiare ad avventurarsi in lunghi viaggi e divagazioni fuoristradistiche. In autostrada si viaggia bene, comodi e con la possibilità di attingere al catalogo accessori per accrescere il comfort, con parabrezza maggiorato, paramani, protezioni motore e set di valigie rigide in alluminio. Ma anche in allestimento standard non delude.
Lo stretto parabrezza si può sollevare di pochi centimetri manualmente (anche con una sola mano, ma è meglio farlo a moto ferma) e in posizione totalmente estesa protegge egregiamente busto e casco del pilota (chi scrive è alto 182 cm), lasciando esposte a qualche turbolenza solo le spalle e la sommità del capo. A 130 km/h in sesta marcia, il bicilindrico ronza appena sotto i 6.000 giri/min indicati, regime al quale si avvertono distintamente vibrazioni alle pedane che, alla lunga, stancano.
Quanto all’offroad, nonostante la presenza di ruote a raggi e gomme tassellate, la vocazione fuoristradistica è mitigata non tanto dal cerchio anteriore da 19” (meno specialistico di un 21”), quanto dallo scarico basso (la luce a terra è di 175 mm) e dall’escursione delle sospensioni (170/160 mm), buona via di mezzo tra una stradale pura e un’endurona. Tuttavia, nell’offroad non impegnativo, vale a dire su sterrate poco scassate, se la cava egregiamente: la X-Cape si guida bene in piedi per via dei fianchi stretti e il fatto che non sia troppo caricata sull’avantreno aiuta a superare gli ostacoli senza “piantarsi”. La forcella, che su strada abbiamo trovato un po’ cedevole, si fa apprezzare quando si lascia l’asfalto, digerendo sassi smossi e piccoli gradini. Selezionando la modalità Offroad sulla strumentazione (cambia la grafica, ma niente altro in termini di CV), si può accedere alle funzioni dell’ABS, disattivandolo su entrambe le ruote. L’erogazione “soft” non mette in imbarazzo nemmeno dove l’aderenza è precaria, ma se si cerca la derapata di potenza per chiudere una curva, bisogna giocare di frizione.
Chiudiamo con una nota ai consumi: durante il test, svolto principalmente su strade extraurbane, con incursioni in autostrada e divagazioni fuoristradistiche, abbiamo registrato una media di 18,6 km/litro, che si sposa con la buona capienza del serbatoio, elevando l’autonomia a oltre 300 km con un pieno. Il che conferma la vocazione di viaggiatrice della X-Cape, oltre che di divertente divora-curve.
Al termine del test scendiamo da sella con la convinzione che un ride by wire con TC, riding mode e cruise control sarebbe auspicabile: il motore è gestibilissimo anche senza aiuti elettronici, è vero, ma un ausilio in più non dispiacerà ai neofiti e sarebbe apprezzato anche dai biker “scafati”. In definitiva, questa Moto Morini ha tutte le carte in regola per dare filo da torcere sia alle altre crossover di pari cilindrata e posizionamento, sia a quelle più blasonate (o semplicemente più costose), in virtù di contenuti e dotazione di livello premium a un prezzo d’acquisto che farà gola a molti.