Eravamo molto incuriositi, al momento di cominciare la prova di queste Moto Morini, da quali potessero essere le sensazioni di guida. Ebbene, la curiosità ha ben presto ceduto il posto alla sorpresa. Non perché fossimo prevenuti, ma perché guidando le Seiemmezzo dovevamo continuamente rammentare a noi stessi il prezzo di acquisto delle SCR/STR 6½. È difficile pretendere di più da moto che costano poco più di 7.000 euro. Come detto, appena saliti in sella la sensazione è di trovarsi su una moto di cilindrata superiore, le dimensioni sono adeguate e consentono a chi è alto un metro e ottanta di trovare posto senza difficoltà.
La SCR ha il manubrio alto e largo, e ruotato leggermente all’indietro, perciò la posizione di guida è molto eretta, più da Enduro che da stradale, molto buona per l’uso in città e su strade guidate ad andatura rilassata. Sulla STR invece si viaggia con il busto leggermente inclinato in avanti ad afferrare il manubrio ben proporzionato, sia come altezza sia come larghezza, per una posizione di guida che consente un ottimo controllo della moto anche nei percorsi misti, quando si vuole guidare un po’ più sportivamente confidando nella sincerità della ciclistica. Quest’ultima infatti ci ha sorpresi positivamente, perché ha i caratteri della migliore scuola italiana. Grazie anche alla ruota anteriore da 18”, la guida di queste Moto Morini è molto fluida, rotonda, in una parola facile. Le sospensioni hanno una taratura molto efficace, in particolare la forcella che è sostenuta senza essere cedevole; l’ammortizzatore posteriore ha una risposta un poco “secca” sulle asperità, ma stiamo cercando il pelo nell’uovo. Quando abbiamo provato a forzare e aprire di più il gas… non è cambiato nulla, se non che le pedane hanno toccato l’asfalto con facilità. Un po’ perché non sono molto alte, ma soprattutto perché a dispetto del peso non da piuma e della ruota da 18”,(il nostro centro prove ha rilevato 200 kg a secco) la maneggevolezza delle Seiemmezzo invita a giocare con la moto, soprattutto con la STR che ha la posizione di guida più favorevole in tal senso.
Non sono le moto più rapide nelle curve e controcurve in rapida sequenza, ma d’altra parte non è il loro scopo principale, che è invece quello di essere facili in tutte le condizioni, e sotto questo profilo nulla da dire. Passando ai freni, ci è piaciuto molto per potenza e modulabilità il doppio disco anteriore, più che adeguato alle prestazioni di queste moto; il posteriore ha invece un comando meno “diretto”, bisogna premere sulla leva più di quanto sia la risposta per avere un effetto sufficiente, ma la resa è comunque accettabile. Su questi esemplari, di pre serie, i dischi posteriori fischiavano parecchio, quello della STR poi ha smesso, mentre sulla SCR ha continuato per tutta la durata della prova; in Moto Morini ci hanno spiegato che è un problema da sistemare con Brembo, dovuto alla minore rigidità dei cerchi a raggi rispetto a quelli in lega, che comporta una vibrazione delle pastiglie.