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21 March 2018

Da cruiser a scrambler, una Moto Guzzi V9 si trasforma

I customizzatori americani di Moto Studio hanno trasformato una Moto Guzzi V9 in una scrambler dalla linee snelle. Sospensioni rialzate e ruote semitassellate la rendono pronta a qualsiasi terreno
1/10 I customizzatori americani di Moto Studio hanno trasformato la Moto Guzzi V9 in "Braapster", una scrambler dalla linee snelle
I customizzatori americani di Moto Studio (l'officina ha sede in Florida ed è diretta da Bruce McQuiston), hanno trasformato una Moto Guzzi V9 in "Braapster", una leggera e snella scrambler pronta a solcare le strade e gli sterrati del Paese.

Per donare alla V9 questo nuovo look il primo lavoro effettuato è stato quello di tagliare il telaietto posteriore per plasmarlo secondo le nuove necessità. Per permettere poi alla special di affrontare anche gli sterrati, la forcella di serie è stata sostituita con un'unità a steli rovesciati, con 200 mm di escursione, mentre al posteriore troviamo un nuovo forcellone, che si basa su quello di serie, ma è stato riprogettato e costruito appositamente per poter ospitare una sospensione dall'escursione maggiorata (200 mm anche in questo caso). Per quanto riguarda il monoammortizzatore è stato installato sulla moto un Sachs Formula Matrix 4… pensato per le auto!
Tutte le sovrastrutture sono state disegnate e realizzate in officina, ponendosi come obiettivo lo snellimento della linea e la riduzione del peso. Obiettivo centrato: le linee della V9 si trasformano da quelle di una cruiser a quelle di un'agile scrambler. Le larghe spalle del serbatoio fluiscono verso la sella e con un grande senso di continuità verso il codino, dove troviamo anche delle decorazioni in giallo che donano un senso di movimento alla moto. Stesso effetto che troviamo anche sul parafango anteriore, alto. La sella, molto snella, è realizzata in pelle con cuciture a vista e dettagli metallici per un look più aggressivo.
Il motore è l'inconfondibile bicilindrico a V Moto Guzzi di 853 cc di cilindrata raffreddato ad aria, ora alimentato però attraverso un set di carburatori Dell'Orto PHF da 36 mm con prese d'aria realizzate da Moto Studio. Una chicca che dona alla moto un look anni '70. L'impianto di scarico è un sinuoso 2 in 1 artigianale, con terminale conico posto in alto sotto al codino, sul lato destro della moto.
Per quanto riguarda l'elettronica i customizzatori americani hanno utilizzato componenti firmati Motogadget. Troviamo un sottile faro a LED posteriore incastonato sotto al codino e un faro tondo anteriore con tanto di griglia di protezione. Completano la moto il tappo del serbatoio ispirato a quello utilizzato sulle quattroruote, manubrio Renthal da cross, manopole Domino, pneumatici semitassellati e un tachimetro tondo analogico posto al centro dello sterzo.
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