Lino Tonti dispone, quindi, di capacità e maturazione tecnica, in più si dimostra molto “pratico” nelle sue scelte. Raccontava a Motociclismo, ricordando la genesi della V7 Sport: “Il piano di massima l'ho messo giù in due settimane febbrili. Ma poi mi sono arenato a causa delle feroci contestazioni sindacali. In fabbrica non si poteva lavorare bene, spesso non si poteva neppure entrare. Una situazione che mi rodeva il fegato perché ero ansioso di procedere. Visto che la situazione non si sbloccava, mi sono procurato un motore V7 Special vuoto e metri di tubo da telaio. Poi mi sono rintanato nello scantinato di casa mia a Varese. Ho chiamato il validissimo Alcide Biotti, che era stato al mio fianco in precedenti imprese. Abbiamo cominciato a tagliare i tubi, a puntarli, poi a saldarli, evitando le curve perché sono nemico dei tubi piegati. Abbiamo fatto anche la cuIla scomponibile per rimuovere e montare facilmente il motore. Ho dovuto conservare l'interasse della V7 Special perché obbligato dal motore, dalla trasmissione e dal forcellone. Ma sono riuscito a compattare e diminuire l'ingombro in altezza, guadagnando anche luce da terra. Ho sostituito la dinamo che stava al centro della V con un alternatore posto davanti all’albero motore. Inoltre, ho alzato il motore di 5.5 cm e l'ho inclinato di 2,5. Per motivi di economia industriale siamo partiti dal motore della V7 Special. Abbiamo diminuito l'alesaggio per ottenere, sempre con la stessa corsa di 70 mm, la cilindrata esatta di 748,4 cc e rientrare cosi nella categoria 750 in vista del probabilissimo impiego agonistico. L'aumento delle prestazioni è stato ottenuto grazie a camme con alzata più elevata, carburatori da 30 mm al posto di quelli da 29, rapporto di compressione salito a 9.8:1. La potenza effettiva è così aumentata dagli originali 40 CV a 6.300 giri della Special a 58 CV a 7.000 giri. Siamo poi riusciti ad applicare iI cambio a 5 marce cambiando solo il coperchio. Mi ricordo che per provare a fondo il nuovo telaio abbiamo montato un motore da 65 CV reduce dai record di Monza del 1969. Ebbene, sempre con lo stesso pilota, questa moto girava 6 secondi in meno! Mi sentivo molto soddisfatto perché partendo da una meccanica già esistente si era fatto un bel passo in avanti. Inoltre, erano stati raggiunti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”.
Non tutto va per il verso giusto, tanto che la moto che avrebbe dovuto degnamente celebrare il cinquantesimo anniversario della fondazione della Guzzi rischia di non raggiungere le catene di montaggio. Continua Tonti: “
A metà del 1970 ho passato i disegni al reparto Produzione. Ma c’è stata una bruttissima sorpresa perché il direttore della produzione Alberlci ha scatenato un putiferio, gridando scandalizzato, in una riunione generale, che per la Sport occorrevano ben 151 modifiche rispetto alla Special. Non aveva capito che si trattava di tutt'altra moto. Ma non poteva capirlo perché non se ne intendeva affatto. Comunque la sfuriata ha bloccato il progetto. Ero sotto shock, avvilito come mai in vita mia. Stavo per dare le dimissioni, anzi l'avevo già detto in direzione. Prima di rinunciare, l'ingegner De Stefani aveva chiamato a rapporto collaudatori, disegnatori e commerciali. Tutti si erano espressi positivamente. Così la V7 Sport diventò un classico e io restai alla Moto Guzzi”.