Rappresenta probabilmente la massima espressione delle monocilindriche da mezzo litro dell’epoca, la Gambalunga 500 (1946 – 1951). Il nome evoca la corsa del pistone superiore all’alesaggio, novità per le Moto Guzzi di allora. 33 CV e 125 kg per questa moto che però dimostrò che era migliore il motore sottoquadro. Le maggior qualità di questa Gambalunga erano la grande affidabilità e la resistenza allo sforzo prolungato, però a scapito della potenza massima.
Il Gambalunghino 250 nasce…da un incidente! Enrico Lorenzetti, pilota e collaudatore Guzzi, distrusse la sua Albatros e, per ripararla velocemente, sostituì i pezzi danneggiati con quelli del Gambalunga 500. Da qui il nomignolo poi affidato a quest’ibrido che si sarebbe poi rivelato una delle migliori motociclette da corsa della Guzzi. Tanto che con questa bicilindrica guidata da Bruno Ruffo la Casa di Mandello vinse il primo titolo nella classe 250 proprio nell’anno del debutto, il 1949.
Il titolo di Campione del Mondo nella classe 350 arriva nell’anno del debutto con la 350 Bialbero del 1953. Strettamente imparentata con il Gambalunghino, aveva una cilindrata di 317 cc e la potenza fornita era di 31 CV (33 a fine stagione dopo alcuni miglioramenti ed un aumento di cilindrata). Ma questa moto segna anche il ritiro di Moto Guzzi dalle competizioni (1957) dopo cinque titoli mondiali consecutivi conquistati dalla 350 Bialbero.