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Moto e… democrazia

In Etiopia è stata approvata una legge che rende la libera circolazione in moto illegale, a meno che il centauro non sia delle forze dell’ordine o abbia una targa “da lavoro”. Un lettore ci scrive per segnalarci quanto sta accadendo

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Caro direttore, da 8 anni lavoro in Etiopia. Recentemente in questo Paese è stata approvata una legge che lascia allibiti: le moto sono diventate illegali, sono letteralmente proibite! Fanno eccezione le forze dell’ordine e le targhe “da lavoro”, tipo chi fa le consegne. La scusa è che siccome le moto sono sempre più usate per commettere furti e scippi, chiunque usa la moto è un potenziale criminale. Poco importa che Addis Abeba sia una città totalmente bloccata dal traffico e dall’inquinamento, i motociclisti tutti a piedi. E si chiama pure Repubblica Federale “Democratica”...

David Bartoli – Firenze

Caro David, la denominazione “democratico” negli stati sembra alle volte più ironica che reale. Anche la Corea del Nord è, nominalmente, Repubblica Popolare Democratica di Corea… Il regime militare in vigore in Etiopia fino al 2018, tuttavia, ha affidato al neo presidente Abiy Ahmed l’incarico di indire elezioni per il 2020. Il divieto di utilizzo delle moto (in realtà il blocco vale solo nella Capitale, Addis Abeba), perché sfruttate per compiere crimini non è però una novità: dal 2018 è in vigore anche nella zona centrale di Nairobi (Kenya), per gli stessi motivi. Nella foto una protesta dei guidatori di “boda boda” (tipici taxi a due ruote africani) kenyani all’indomani del blocco. Ed era stato imposto anche in Colombia negli anni peggiori della guerra ai cartelli della droga, che utilizzavano le moto per i loro attentati. Ci auguriamo, come gli abitanti della Capitale etiope, strangolata dal traffico, che il bando venga rimosso al più presto.

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