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03 December 2008

Moto Club Leonessa: più di cento anni di motori e passione

Leonessa è il MC di Brescia: da “Leonessa d’Italia”, nome dato alla provincia lombarda da Giosuè Carducci, dopo i moti rivoluzionari del 1849. Il ritrovo è temporaneamente a Salò, in casa di Davide Pollini e Cinzia Franzoni, soci del club, i cui locali sono stati danneggiati dai temporali, ma sono quasi pronti in quella che sarà la nuova sede sociale. Tante le firme sportive e le sezioni interne.

Un'anziana Leonessa





UN’AZIANA LEONESSA
L’accoglienza è di quelle che segnano: affettati misti, vassoio di formaggi assortiti, casonsei (ravioli tipici a forma di caramella) ripieni di formaggio e patate, carne scottata, dolci e su tutto un Chiaretto del Lago di Garda che va giù meglio dell’acqua fresca. Claudia e Davide, i padroni di casa (una tenuta con uliveto, vigna e vista del lago sopra Salò), ci mettono simpaticamente in imbarazzo. Lo sforzo per limitarci nel mangiare e nel bere è davvero sovraumano: dobbiamo parlare del Moto Club Unione Sportiva Leonessa d’Italia 1903 e poi fare il giro in moto... In attesa di incontrare verso sera il presidente, impegnato per lavoro, ci è venuto a prendere al casello dell’autostrada Giacomo Frera, che è stato presidente del Leonessa per una decina d’anni, fino al 2006.

Motociclette in primis




MOTOCICLETTE IN PRIMIS
La prima parte dell’itinerario che gli amici bresciani ci proporranno comincia proprio con il trasferimento a casa di Davide Pollini e Cinzia Franzoni in quel di Salò, soci attivissimi e soprattutto autori del bellissimo libro dedicato al motociclismo sportivo bresciano. Prossimo ai cinquant’anni, Davide si divide tra la professione di commercialista e di bracciante agricolo nell’azienda familiare che gestisce con la moglie Claudia. Nel tempo libero, anche se ne ha sempre meno (oltre a due figlie grandi è arrivato, 4 anni fa, anche l’erede maschio), si dedica a tutto ciò che è mosso da motori. Un denominatore che scopriamo comune a tutti gli appartenenti e frequentatori del Moto Club Leonessa d’Italia. Motociclette in primis, preferibilmente da fuoristrada. Perché qui, nel bresciano come nella bergamasca, prima ti impolveri e ti infanghi sulle mulattiere con le gomme tassellate e poi, eventualmente, fai un po’ d’asfalto per tornare a casa. Il cui viale d’accesso, come nel caso di Davide e Cinzia, è sterrato pure quello...

Il veterano




IL VETERANO
Davide è un riferimento: in moto ha partecipato a due Parigi-Dakar, al Rally dei Faraoni, Incas Rally, Baja California, Australian Safari, “Ma l’età mi ha progressivamente spostato sulle quattro ruote: ho fatto sei Dakar in auto e con gli amici del Team Assomoto (sezione della scuderia bresciana dedicata alle maratone africane) ho costruito una buggy da deserto a due ruote motrici che è veramente mostruosa”. Questa passione per il fuoristrada è condivisa anche dal vicepresidente Valerio Consoli, detto Valco, che è responsabile della sezione staccata Valsabbia-Roè Volciano, nata nel 1989 proprio per seguire i giovani e promettenti piloti della provincia. Ma anche le Supermoto stanno facendo proseliti: non a caso Davide Gozzini di Chiari (BS) è campione italiano in carica della S2 e si è giocato il Mondiale in sella alla TM 660.

Motori di carta




MOTORI DI CARTA
Il discorso scivola inevitabilmente sul libro e sulle motivazioni che hanno portato a scriverlo. E una volta di più ci si rende conto di come l’attaccamento ad un club possa coinvolgere i suoi associati. Ci spiega Davide: “Siamo una delle associazioni sportive più antiche d’Italia: ricostruirne la storia, con particolare riguardo al motociclismo, era un obbligo morale ed un impegno avvincente, soprattutto in vista della celebrazione del nostro centenario del 2003. Mia moglie ed io abbiamo consultato archivi comunali, articoli di Motociclismo, abbiamo passato ore alla Biblioteca Braidense, abbiamo ascoltato le testimonianze dei più anziani. Siamo soddisfatti, anche se non siamo riusciti a presentarlo in tempo per il nostro centenario: Cinzia è rimasta incinta dell’ultimogenito proprio nel momento del massimo sforzo... letterario”.

Storia di grandi firme




STORIA DI GRANDI FIRME
Scopriamo così che l’Unione Sportiva Leonessa d’Italia (appellativo dato alla città in cui è nata, Brescia, da Giosuè Carducci, a seguito degli eroici moti rivoluzionari che la città lombarda sostenne nelle dieci giornate dal 23 marzo al 1 aprile 1849 contro l’oppressore austriaco), nasce nel 1903 come Club Ciclistico; in seno ad essa il Moto Club Brescia prende vita nel 1910 e, l’anno successivo, concorre alla fondazione del Moto Club d’Italia. Non si contano le manifestazioni organizzate a tutti i livelli, né i personaggi che hanno nobilitato la storia di questa associazione. Ricorderemo Domenico Fenocchio, mancato ultranovantenne nel 2007, poliedrico pilota degli anni Cinquanta capace di vincere tre titoli italiani di Cross, 2 medaglie d’oro alle Sei Giorni Internazionali di Regolarità, una Milano-Taranto e un Motogiro d’Italia; o Sergio Cremaschini, campione in moto come sul bob, per arrivare ai giorni nostri con i campioni di Enduro Stefano Passeri, Mario Rinaldi e il Campione del mondo di Cross Alessio Chiodi. Ed è giusto ricordare che in quel di Brescia nacquero marchi motociclistici importanti, quali la Moto Müller di Pontevico, la MI-VAL di Gardone Valtrompia e la Moto Sterzi di Palazzolo sull’Oglio.

Organizzazione del club




ORGANIZZAZIONE DEL CLUB
È il giovane presidente, a fine giornata, a farci il quadro attuale del club. Ci incontriamo al Centro Sportivo Aldo Moro di Brescia perché, come ci spiega, la sede del Leonessa ha subito danni con gli ultimi violenti temporali e, nel giro di un paio di mesi, sarà trasferita in nuovi locali. Con tutti i trofei e il materiale d’archvio. Andrea Di Noia, 38enne bresciano, è stato eletto nel 2006 quando Giacomo Frera ha deciso di passare la mano per dedicarsi maggiormente alla moto, visto che è appena andato in pensione...

“Un impegno non da poco, soprattutto morale – ci dice Andrea – farsi carico della responsabilità direttiva di un club con tanta storia alle spalle. Siamo attualmente circa 250 soci, di cui una ventina licenziati per le varie discipline, siamo affiliati alla Federazione Motociclistica Italiana e anche all’UISP (Unione Italiana Sport Per tutti). L’affiliazione a quest’ultima è motivata dal fatto che, da qualche tempo, il nostro Moto Club è diventato il riferimento per gli appassionati di Supermoto: con tessera UISP e certificato di sana e robusta costituzione, senza bisogno di licenza, i giovani piloti possono allenarsi negli impianti dedicati. Tra i piloti licenziati voglio ricordare un vero fenomeno: il nostro Matteo Baraldi corre nel Trofeo Triumph 675 con un arto artificiale al posto del braccio sinistro, perso in un terribile incidente stradale. Con una volontà di ferro è riuscito a condurre una vittoriosa battaglia medico-legale che gli ha permesso di ottenere la licenza per correre in moto. Abbiamo anche diversi simpatizzanti, che frequentano regolarmente la sede, vengono a darci una mano quando c’è da organizzare qualcosa ma, sembra impossibile, storcono il naso per tirare fuori 30 euro di quota associativa annuale”.

Tante sezioni, tante specialità




TANTE SEZIONI PER TANTE SPECIALITÀ
Come chiaramente indicato sul sito, il Moto Club Leonessa d’Italia si articola in numerose sezioni, ognuna con il proprio responsabile, così da “intercettare” gli appassionati di tutte le specialità, dal Trial alla Velocità, dall’Enduro al Cross, ecc. Non manca la sezione sportiva dei Vigili Urbani di Brescia. “Funziona egregiamente la sezione Custom – prosegue il Presidente – in cui un gruppetto di Harleysti denominato “Rombo di Tuono”, due anni fa, ha organizzato un raduno a cui hanno partecipato più di 900 moto. C’è anche la sezione Moto d’Epoca, curata oltre che da Roberto Binetti anche dal nostro campione Sergio Cremaschini, pilota ufficiale MI-VAL negli anni Cinquanta e fondatore del Registro storico del Marchio di Gardone Valtrompia. La sezione meno attiva è proprio quella del turismo: non è nella tradizione del club, da sempre votato al fuoristrada. Spero che si possa incrementare in futuro, cosa a cui terrei perché personalmente ho viaggiato tanto in moto e so quanta soddisfazione ne ho ricavato”. Già, ma per viaggio in moto Andrea Di Noia non intende il solito raduno, la vacanza in Sicilia o cose simili: lui è andato tre volte in Sudamerica con la propria Africa Twin, attraversando anche la Colombia, e si è fatto un giretto in Nepal con l’amico Giacomo, in sella alle Royal Enfield noleggiate sul posto...
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