Leonessa è il MC di Brescia: da “Leonessa d’Italia”, nome dato alla provincia lombarda da Giosuè Carducci, dopo i moti rivoluzionari del 1849. Il ritrovo è temporaneamente a Salò, in casa di Davide Pollini e Cinzia Franzoni, soci del club, i cui locali sono stati danneggiati dai temporali, ma sono quasi pronti in quella che sarà la nuova sede sociale. Tante le firme sportive e le sezioni interne.
Un'anziana Leonessa
UN’AZIANA LEONESSA L’accoglienza è di quelle che segnano:
affettati
misti, vassoio di formaggi assortiti, casonsei (ravioli tipici a forma
di caramella) ripieni di formaggio e patate, carne scottata, dolci e su
tutto un Chiaretto del Lago di Garda che va giù meglio dell’acqua fresca.
Claudia e Davide, i padroni di casa (una tenuta con uliveto, vigna e vista
del lago sopra Salò), ci mettono simpaticamente in imbarazzo. Lo sforzo
per limitarci nel mangiare e nel bere è davvero sovraumano: dobbiamo parlare
del Moto Club Unione Sportiva Leonessa d’Italia 1903 e poi fare il giro
in moto... In attesa di incontrare verso sera il presidente, impegnato
per lavoro, ci è venuto a prendere al casello dell’autostrada Giacomo
Frera, che è stato presidente del Leonessa per una decina d’anni, fino
al 2006.
Motociclette in primis
MOTOCICLETTE IN PRIMIS La prima parte dell’itinerario che gli
amici
bresciani ci proporranno comincia proprio con il trasferimento a casa di
Davide Pollini e Cinzia Franzoni in quel di Salò, soci attivissimi e soprattutto
autori del bellissimo libro dedicato al motociclismo sportivo bresciano.
Prossimo ai cinquant’anni, Davide si divide tra la professione di
commercialista
e di bracciante agricolo nell’azienda familiare che gestisce con la moglie
Claudia. Nel tempo libero, anche se ne ha sempre meno (oltre a due figlie
grandi è arrivato, 4 anni fa, anche l’erede maschio), si dedica a tutto
ciò che è mosso da motori. Un denominatore che scopriamo comune a tutti
gli appartenenti e frequentatori del Moto Club Leonessa d’Italia.
Motociclette
in primis, preferibilmente da fuoristrada. Perché qui, nel bresciano come
nella bergamasca, prima ti impolveri e ti infanghi sulle mulattiere con
le gomme tassellate e poi, eventualmente, fai un po’ d’asfalto per
tornare
a casa. Il cui viale d’accesso, come nel caso di Davide e Cinzia, è
sterrato
pure quello...
Il veterano
IL VETERANO Davide è un riferimento: in moto ha partecipato a due
Parigi-Dakar,
al Rally dei Faraoni, Incas Rally, Baja California, Australian Safari,
“Ma l’età mi ha progressivamente spostato sulle quattro ruote: ho
fatto
sei Dakar in auto e con gli amici del Team Assomoto (sezione della scuderia
bresciana dedicata alle maratone africane) ho costruito una buggy da deserto
a due ruote motrici che è veramente mostruosa”. Questa passione per il
fuoristrada è condivisa anche dal vicepresidente Valerio Consoli, detto
Valco, che è responsabile della sezione staccata Valsabbia-Roè Volciano,
nata nel 1989 proprio per seguire i giovani e promettenti piloti della
provincia. Ma anche le Supermoto stanno facendo proseliti: non a caso Davide
Gozzini di Chiari (BS) è campione italiano in carica della S2 e si è giocato
il Mondiale in sella alla TM 660.
Motori di carta
MOTORI DI CARTA Il discorso scivola inevitabilmente sul libro e sulle
motivazioni che hanno portato a scriverlo. E una volta di più ci si rende
conto di come l’attaccamento ad un club possa coinvolgere i suoi
associati.
Ci spiega Davide: “Siamo una delle associazioni sportive più antiche
d’Italia:
ricostruirne la storia, con particolare riguardo al motociclismo, era un
obbligo morale ed un impegno avvincente, soprattutto in vista della celebrazione
del nostro centenario del 2003. Mia moglie ed io abbiamo consultato archivi
comunali, articoli di Motociclismo, abbiamo passato ore alla Biblioteca
Braidense, abbiamo ascoltato le testimonianze dei più anziani. Siamo
soddisfatti,
anche se non siamo riusciti a presentarlo in tempo per il nostro centenario:
Cinzia è rimasta incinta dell’ultimogenito proprio nel momento del massimo
sforzo... letterario”.
Storia di grandi firme
STORIA DI GRANDI FIRME Scopriamo così che l’Unione Sportiva
Leonessa
d’Italia (appellativo dato alla città in cui è nata, Brescia, da Giosuè
Carducci, a seguito degli eroici moti rivoluzionari che la città lombarda
sostenne nelle dieci giornate dal 23 marzo al 1 aprile 1849 contro
l’oppressore
austriaco), nasce nel 1903 come Club Ciclistico; in seno ad essa il Moto
Club Brescia prende vita nel 1910 e, l’anno successivo, concorre alla
fondazione del Moto Club d’Italia. Non si contano le manifestazioni
organizzate
a tutti i livelli, né i personaggi che hanno nobilitato la storia di questa
associazione. Ricorderemo Domenico Fenocchio, mancato ultranovantenne nel
2007, poliedrico pilota degli anni Cinquanta capace di vincere tre titoli
italiani di Cross, 2 medaglie d’oro alle Sei Giorni Internazionali di
Regolarità, una Milano-Taranto e un Motogiro d’Italia; o Sergio
Cremaschini,
campione in moto come sul bob, per arrivare ai giorni nostri con i campioni
di Enduro Stefano Passeri, Mario Rinaldi e il Campione del mondo di Cross
Alessio Chiodi. Ed è giusto ricordare che in quel di Brescia nacquero marchi
motociclistici importanti, quali la Moto Müller di Pontevico, la MI-VAL
di Gardone Valtrompia e la Moto Sterzi di Palazzolo sull’Oglio.
Organizzazione del club
ORGANIZZAZIONE DEL CLUB È il giovane presidente, a fine giornata, a
farci il quadro attuale del club. Ci incontriamo al Centro Sportivo Aldo
Moro di Brescia perché, come ci spiega, la sede del Leonessa ha subito
danni con gli ultimi violenti temporali e, nel giro di un paio di mesi,
sarà trasferita in nuovi locali. Con tutti i trofei e il materiale
d’archvio.
Andrea Di Noia, 38enne bresciano, è stato eletto nel 2006 quando Giacomo
Frera ha deciso di passare la mano per dedicarsi maggiormente alla moto,
visto che è appena andato in pensione...
“Un impegno non da poco, soprattutto morale – ci dice Andrea
– farsi
carico della responsabilità direttiva di un club con tanta storia alle
spalle. Siamo attualmente circa 250 soci, di cui una ventina licenziati
per le varie discipline, siamo affiliati alla Federazione Motociclistica
Italiana e anche all’UISP (Unione Italiana Sport Per tutti).
L’affiliazione
a quest’ultima è motivata dal fatto che, da qualche tempo, il nostro Moto
Club è diventato il riferimento per gli appassionati di Supermoto: con
tessera UISP e certificato di sana e robusta costituzione, senza bisogno
di licenza, i giovani piloti possono allenarsi negli impianti dedicati.
Tra i piloti licenziati voglio ricordare un vero fenomeno: il nostro Matteo
Baraldi corre nel Trofeo Triumph 675 con un arto artificiale al posto del
braccio sinistro, perso in un terribile incidente stradale. Con una volontà
di ferro è riuscito a condurre una vittoriosa battaglia medico-legale che
gli ha permesso di ottenere la licenza per correre in moto. Abbiamo anche
diversi simpatizzanti, che frequentano regolarmente la sede, vengono a
darci una mano quando c’è da organizzare qualcosa ma, sembra impossibile,
storcono il naso per tirare fuori 30 euro di quota associativa annuale”.
Tante sezioni, tante specialità
TANTE SEZIONI PER TANTE SPECIALITÀ Come chiaramente indicato sul sito,
il Moto Club Leonessa d’Italia si articola in numerose sezioni, ognuna
con il proprio responsabile, così da “intercettare” gli appassionati
di tutte le specialità, dal Trial alla Velocità, dall’Enduro al Cross,
ecc. Non manca la sezione sportiva dei Vigili Urbani di Brescia. “Funziona
egregiamente la sezione Custom – prosegue il Presidente – in cui un
gruppetto
di Harleysti denominato “Rombo di Tuono”, due anni fa, ha
organizzato
un raduno a cui hanno partecipato più di 900 moto. C’è anche la sezione
Moto d’Epoca, curata oltre che da Roberto Binetti anche dal nostro
campione
Sergio Cremaschini, pilota ufficiale MI-VAL negli anni Cinquanta e fondatore
del Registro storico del Marchio di Gardone Valtrompia. La sezione meno
attiva è proprio quella del turismo: non è nella tradizione del club, da
sempre votato al fuoristrada. Spero che si possa incrementare in futuro,
cosa a cui terrei perché personalmente ho viaggiato tanto in moto e so
quanta soddisfazione ne ho ricavato”. Già, ma per viaggio in moto Andrea
Di Noia non intende il solito raduno, la vacanza in Sicilia o cose simili:
lui è andato tre volte in Sudamerica con la propria Africa Twin, attraversando
anche la Colombia, e si è fatto un giretto in Nepal con l’amico Giacomo,
in sella alle Royal Enfield noleggiate sul posto...
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