Read ne apprezza l’atmosfera festaiola (e gli ingaggi...) e sebbene faccia spesso le ore piccole alzando il gomito da buon inglese, una volta in sella non si tira indietro. Nell’aprile del 1970 si presenta al circuito di Cervia-Milano Marittima in condizioni fisiche precarie. Ha la gamba e il polso sinistro acciaccati a causa di una caduta rimediata a Rimini il mese prima. Parte in ultima posizione perché non riesce ad avviare a spinta da solo la motocicletta e nel rettilineo del lungomare guida con una mano sola, appoggiando la sinistra sul serbatoio per farla riposare.
Nonostante gli acciacchi inizia una fantastica rimonta che lo porta, all’inizio dell’ultimo giro, ad occupare la seconda posizione. In testa c’è Visenzi, che non riesce a contenere l’azione di Read. L’inglese lo supera e va a vincere facendo segnare anche il giro più veloce. Il fatto di non aver perso affatto lo smalto e la grinta dei tempi migliori portano la MV Agusta ad ingaggiarlo nel 1972, sebbene il pilota inglese abbia già 33 anni e quindi, secondo gli standard dell’epoca, sia già in età da pensionamento piuttosto che da contratto per una moto ufficiale.
Domenico Agusta probabilmente non avrebbe gradito il suo arrivo, perché lo stile di Phil Read - che all’epoca si presentava nel paddock guidando una Rolls-Royce Silver Cloud II color argento, vestiva in maglietta e jeans sdruciti e si nutriva di fish and chips - era un po’ troppo vistoso e “zingaresco” per l’immagine della Casa italiana. Ma il Conte era scomparso nel febbraio del 1971 e alla guida del Reparto corse c’è Corrado Agusta che vede in Read la figura ideale per stimolare Giacomo Agostini e dare una mano allo sviluppo della nuova quattro cilindri che deve prendere il posto della plurititolata tre. La convivenza fra il fuoriclasse italiano e il campione inglese è simile a quella vissuta da Read ed Ivy in Yamaha.
Solo l’epilogo è diverso, perchè Agostini, infastidito dall’atteggiamento del nuovo arrivato e dalla decisione di prenderlo in squadra, preferisce cambiare aria firmando per il 1974 con la Yamaha. Read in MV Agusta resta fino alla fine del 1975, quando il glorioso Reparto corse di Cascina Costa chiude i battenti. Il suo bilancio è di due titoli mondiali conquistati nella classe 500 (1973 e 1974) e di un terzo sfuggitogli nel 1975 per gli scarti, dopo aver tenuto testa per tutto il Campionato ad Agostini sebbene la sua MV Agusta avesse ormai il fiato corto nei confronti delle rivali giapponesi 4 cilindri a due tempi.
Con la chiusura dell’avventura in MV Agusta termina in pratica la lunghissima carriera del pilota inglese che nel 1976 tenta ancora con scarsa fortuna l’avventura in 500 con una Suzuki RG del Team Life (decimo nel Mondiale con un secondo posto al Nazioni e un terzo al GP d’Austria) e nel Trofeo FIM Formula 750 in sella a una Yamaha TZ 750 con telaio Nico Bakker (diciottesimo in classifica). I suoi ultimi acuti in pista sono al Tourist Trophy nel 1977, primo anno in cui la gara dell’Isola di Man non è più valida come GP d’Inghilterra.
Sul celebre tracciato del Mountain, dove nel 1960 aveva vinto il Senior Manx GP, Read si ripete e a diciassette anni di distanza da quel successo si impone per due volte. La prima nel Senior TT (con una Suzuki 500) e l’ultima nella gara della F1 (con una Honda). Quest’ultima vittoria gli vale anche il titolo mondiale, l’ottavo, del neonato Campionato Formula TTF1 disputato in prova unica.