La tabella rossa conferisce un certo potere psicologico al detentore, in quanto questi sa di essere in testa al Campionato, ma potrebbe anche essere una limitazione mentale. In questa difficile situazione si trova, per la prima volta dall’inizio del Mondiale, Clement Desalle (Rokstar Energy Suzuki). La sua RM-Z 450 sfoggia con sicurezza e grinta una tabella porta numero di un rosso intenso, che attira l’occhio dell’osservatore sul giallo “Suzu”. Forte di due secondi posti nei primi due GP, Desalle è attualmente il pilota più in forma e più costante della MXGP. Ancora a secco di vittoria il nostro Tony Cairoli (Red Bull KTM), che in Gara2 in Thailandia ha comunque dimostrato che il fiato e le braccia per stracciare gli avversari non gli mancano di certo. Il siciliano ha dichiarato di non essere al top della forma fisica, ma sa di avere le carte in regola per vincere. Speriamo sia la volta buona. Un po’ più sofferente Ryan Villopoto (Monster Energy Kawasaki). L’americano ha stravinto Gara1 del precedente GP, per poi faticare a tenere il ritmo di Cairoli e Desalle in Gara2, vincendo comunque il suo primo Gran Premio iridato. Il format di gara utilizzato nel Mondiale è parecchio diverso a quello tipico dell’AMA Supercross e a Ryan serve ancora qualche GP per adeguarsi al 100%. Non ci sarà Kevin Strijbos, compagno di squadra di Clement Desalle: il belga ha deciso di sottoporsi ad un’operazione al polso che da tanto tempo gli dà fastidio nella guida estrema. Al momento non sappiamo quanto Strijbos starà fuori dalle scene iridate, ma quasi sicuramente salterà anche il GP del Trentino (19 aprile 2015). Per quanto riguarda il Team Yamaha Factory di Rinaldi, stiamo assistendo al processo inverso rispetto a quanto ci saremmo aspettati, con Romain Febvre a lottare per le posizioni che contano e Jeremy Van Horebeek, vice Campione del Mondo 2014, che fatica, facendo segnare un doppio zero in Thailandia. La lista dei top rider non è ancora finita: non possiamo di certo dimenticare la doppietta di Max Nagl (Husqvarna IceOne Racing) in Qatar e Gautier Paulin (Honda HRC). Il primo, se centra l’holeshot, può essere una seria minaccia per tutti. Il secondo non ha ancora trovato lo stesso feeling che aveva lo scorso anno con la Kawasaki, ma è pur sempre il pilota di punta di Honda.