Caro Benedetto, parte della risposta è già nella tua domanda: solo pochissimi anni fa neppure in ambito urbano l’elettrico era vincente. Oggi, come tu stesso ammetti, ha una sua valenza (il 14% dei ciclomotori venduti nel 2018 è elettrico). Nelle città si vedono sempre più fattorini consegnare pizze su scooter elettrici, i servizi di condivisione sono fatti solo, o quasi, da ciclomotori a batteria e le Poste hanno già acquistato un primo lotto di 330 tricicli elettrici e puntano a migliaia di veicoli a emissioni zero. Le moto? A oggi siamo d’accordo con te (0,7% dell’immatricolato). Ma se fra pochi anni fosse disponibile una ramificata rete di punti di ricarica rapida? Prezzi alti anche con gli incentivi: secondo noi sì, ma solo per i veicoli premium. Con la sovvenzione, disponibile a patto di rottamare, i ciclomotori elettrici sono competitivi, anche considerando i consumi irrisori. Batterie e centrali: le prime, se smaltite legalmente possono diventare una risorsa; secondo il Gestore dei servizi energetici, l’elettricità italiana nel 2017 è stata prodotta per il 42,3% da gas naturale, per il 36,6% da fonti rinnovabili, per il 13,7 dal carbone, per il 3,7 dal nucleare (importato) e per lo 0,75 da olio combustibile. Poi, è più facile monitorare le una centrale, che migliaia di motorini nel centro di una grande città.