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02 August 2011

Mercato moto e scooter luglio 2011: drastico calo del 23,2%

L’immatricolato nel mese di luglio 2011 ha raggiunto 29.591 veicoli, con una perdita del 23,2% rispetto allo stesso mese del 2010. Venduti 20.549 scooter, in ribasso del 23,2%, e 9.042 moto, in calo del 15,8%.

Mercato moto e scooter luglio 2011: drastico calo del 23,2%

 

Milano La crisi persiste, nel mercato delle due ruote motorizzate. Ed è drastica. L’immatricolato nel mese di luglio 2011 ha raggiunto 29.591 veicoli, con una perdita del 23,2% rispetto allo stesso mese del 2010. Il ribasso deriva dagli andamenti altrettanto negativi dei due settori del targato: quello degli scooter con 20.549 pezzi venduti, in flessione del 26%, e quello delle moto con 9.042 unità, in calo del 15,8%. Le difficoltà sono evidenti anche nel segmento dei ciclomotori (50 cc), con 10.456registrazioni, che significano un conto che va in rosso del 26,9% rispetto a luglio dello scorso anno.

 

In sette mesi del 2011, le immatricolazioni hanno raggiunto quota 194.094 veicoli, in ribasso del 16,9% rispetto allo stesso periodo del 2010. Gli scooter targati sono stati 128.438, in calo del 19,8%, e le moto 65.656, in flessione del 10,6%. Sommando motocicli e ciclomotori, si ottiene un volume complessivo di 242.932 due ruote motorizzati, che significa il 17,5% in meno rispetto ai primi sette mesi del 2010.

 

Il parere di Ancma Ha detto il Presidente di Confindustria ANCMA Corrado Capelli: “Non si modifica l’impostazione negativa di quest’anno che vede un ridimensionamento del mercato su livelli raggiunti alla fine degli anni ’90. Non è solo l’assenza di incentivi a deprimere le vendite, ma la sostanziale mancanza di reddito disponibile che porta i clienti a rivolgersi al mercato dell’usato. Infatti, i passaggi di proprietà sono in progresso del 4% e i volumi sono pressoché doppi rispetto al mercato del nuovo. Tuttavia, per recuperare il terreno perduto, non bastano gli sforzi dei produttori per sviluppare moto e scooter innovativi sia sotto il profilo della sicurezza che della compatibilità ambientale; occorre fermare la crescente pressione fiscale che incide sui costi di gestione attraverso le accise sui carburanti, gli incrementi dei premi assicurativi, le imposte sulle immatricolazioni e i pedaggi autostradali. Tutti elementi che penalizzano l’utilizzo dei veicoli e che scoraggiano i potenziali clienti. Nonostante questo drenaggio di risorse, ben poco viene restituito in termini di miglioramento delle infrastrutture, disponibilità di parcheggi, servizi dedicati. In queste condizioni il mercato rischia di essere strangolato e il risultato di 60-70 mila veicoli a 2 ruote in meno, su base annua, significa una perdita per l’erario di circa 70 milioni di euro solo di IVA. Auspichiamo che tutto il settore dei trasporti individuali, auto e moto, sia in grado di far sentire la propria voce se si vuole veramente invertire la rotta e contribuire alla ripresa di tutta la filiera produttiva”.

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