La posizione di guida è riuscita, sportiva senza essere scomoda, con manubrio in pezzo unico ampio il giusto, adatta a persone di statura nella media ma con spazio a sufficienza anche per chi è più alto. La relazione sella- manubrio-pedane è azzeccata, i comandi sono a portata di mano e la sella si trova a 788 mm da terra, quota gestibile dalla maggior parte delle persone. I blocchetti elettrici sono semplici e intuitivi, anche perché non ci sono modalità di guida tra cui scegliere, e sono retroilluminati; l’avvisatore acustico ha una bella “voce”. Non ci è piaciuta molto invece la strumentazione: il display LCD TFT a colori da 4,2” è piccolo e si leggono bene soltanto la velocità e la marcia inserita, mentre gli altri indici a linee orizzontali richiedono eccessiva attenzione per essere compresi, distogliendola dalla guida; la situazione migliora un po’ nella modalità notturna perché lo sfondo diventa scuro creando maggiore contrasto favorendo l’intuitività dei valori. Belle invece le leve al manubrio, alleggerite e regolabili nella distanza dalle manopole; queste ultime sono di dimensioni e presa corrette; abbiamo trovato invece un po’scomoda la leva del freno posteriore perché è più alta della pedana. La sella è imbottita correttamente e rivestita con materiale non scivoloso, è ben raccordata con il serbatoio; il posto del passeggero è molto più alto rispetto al pilota, però le pedane sono abbastanza distanti da non rendere “da fachiro” la posizione in marcia. Buona l’illuminazione notturna affidata ad un gruppo a LED con luce diurna, abbaglianti e anabbaglianti, dotazione ormai comune a gran parte della produzione motociclistica. In generale si apprezza una qualità costruttiva di buon livello in relazione al prezzo, con plastiche di qualità al pari della componentistica. La ciclistica è sorretta da un telaio in tubi di acciaio diagonali tondi, celati da coperture in plastica che simulano una struttura più imponente: una soluzione mirata a dare “importanza” alla moto, che potrebbe dare effetti contrari a quelli desiderati invece in questo caso è ben realizzata e l’estetica in effetti ne guadagna senza perdere in credibilità. In questo quadro molto positivo un piccolo neo viene, su strada, da una risonanza che proviene da sotto il serbatoio tra i 4.000 e i 5.000 giri.
Una volta in sella alla M502 N ci si sente subito a proprio agio, ben inseriti nella moto. L’abitabilità ottima e la relazione tra gli appoggi azzeccata danno confidenza fin dal primo momento consentendo di concentrarsi sulla guida. In città si apprezza il raggio di sterzo contenuto che permette di muoversi agilmente nel traffico e tutti i comandi sono a portata di mano e dolci da azionare; la meccanica però scalda molto, tanto che la ventola è spessissimo in funzione, a volte anche mentre si è in movimento; il pensiero va alle giornate estive più calde... Le qualità della nuova MBP si apprezzano anche nei percorsi extraurbani, dove si rivela ottima per il neofita e, viceversa, per chi deve riprendere confidenza con le moto dopo tanto tempo. Il bicilindrico di mezzo litro ai medi regimi ha un pochino più di brio rispetto a concorrenti di simile impostazione, anche di cubatura maggiore, e mette a proprio agio il pilota grazie all’erogazione lineare, senza picchi da 2.000 giri, dove è in grado di riprendere anche in VI, fino a 9.000 indicati; inoltre ha il merito di consumare molto poco: in autostrada si toccano i 25 km/litro (nonostante a 130 km/h indicati il motore frulli a oltre 6.000 giri) e nell’extraurbano con un’andatura rispettosa dei limiti si arriva a 29 km/litro. Se però si vuole aumentare il ritmo per godersi qualche curva il motore va sostenuto con un uso frequente del cambio, che è preciso e ben rapportato pur se un po’ lento; ottima invece la relazione tra comando del gas e motore, senza alcun effetto on-off. Si può approfittare della facilità di spostamento del corpo per giocare con la moto che ha una buona maneggevolezza, a dispetto del peso non da piuma (196 kg rilevati). Quest’ultima potrebbe essere anche superiore con una gommatura un po’ meno dimensionata: va bene il fattore estetico ma riteniamo che per moto di questo tipo un pneumatico posteriore da 150 sarebbe più che sufficiente a reggere le prestazioni e aggiungerebbe rapidità nei cambi di direzione. Nel complesso è una ciclistica più votata alla stabilità che alla maneggevolezza, il che aiuta chi è alle prime armi, che con l’esperienza può iniziare a usare il freno posteriore per aiutarsi nelle correzioni in curva. Ottimo l’impianto frenante, ci è piaciuto sia per potenza, più che adeguata alle prestazioni (nei nostri rileva menti abbiamo ottenuto spazi di arresto da record per la categoria, pur con un peso maggiore delle concorrenti), sia per modulabilità e intervento dell’ABS. Per finire, le sospensioni sono adeguate al livello di prestazioni e costo della moto, ottima la forcella ben sostenuta anche a fronte di tanta potenza frenante mentre il mono posteriore ha una risposta un po’ secca sullo sconnesso; il pilota “sente” sempre cosa sta succedendo alla ruota anteriore.
La MBP M502 N se la cava bene anche in autostrada sia per la posizione di guida comoda, non caricata sui polsi, sia per la protezione aerodinamica sorprendentemente buona: basta chinare appena la testa perché il faro e il piccolo cruscotto spostino l’aria al di sopra del casco; inoltre, a 130 km/h indicati le vibrazioni sono avvertibili quasi solo alle pedane, ma sono ad alta frequenza e si annullano completamente con calzature specifiche da moto (meglio se stivali, naturalmente). Il buon dimensionamento di serbatoio e sella e l’autonomia abbondante (la capacità dichiarata del serbatoio è di 17 litri) completano un quadro che rende più che plausibile pensare di usare la M502 N per turismo anche a medio raggio in coppia, naturalmente senza pretendere troppo in fatto di prestazioni. In definitiva la MBP M502 N ha mostrato di essere una moto adatta ai neofiti, economica e poco impegnativa, ma ben costruita, piacevole da guidare e con una versatilità per certi versi sorprendente: un ottimo inizio per un marchio che si affaccia adesso nell’affollato segmento delle medie cilindrate.