Dopo che per molte settimane
si è parlato di Marco Melandri in BMW, Kawasaki o Yamaha, alla fine è stata l’ultima voce circolata a rivelarsi quella più fondata. Il pilota di Ravenna, infatti, ultimamente era dato per ingaggiato dalla Ducati al posto di Giugliano. Un matrimonio che avrebbe fatto comodo a tutti: al pilota, che sarebbe rientrato nel campionato delle derivate di serie dalla porta principale; alla SBK stessa, che finalmente si sarebbe assicurata un pilota di nome per… attirare l’attenzione mediatica; a Ducati, che si sarebbe portata in casa uno dei piloti più vincenti degli ultimi anni della SBK, Kawasakisti esclusi. C’erano alcune complicazioni e controindicazioni, come il fatto che Marco non è più un ragazzino; che non ha mai guidato una bicilindrica e che è noto per essere un pilota che ha bisogno della massima confidenza con la moto per dare il massimo; mettiamoci anche che l'ultimo matrimonio con Ducati è finito in maniera disastrosa e che la convivenza con
Chaz Davies in passato (erano compagni di squadra in BMW nel 2013) non è stata tutta rose e fiori, infine che l’arrivo di Marco potrebbe destabilizzare Chaz nel momento in cui si sta candidando a ricoprire il ruolo di icona ducatista dopo gente del calibro di Fogarty e Bayliss… E poi chiaramente un pilota come Melandri costa.
Ma i pro dell’operazione sono stati da tutti giudicati superiori agli eventuali contro, così Aruba.it ha spinto (e certamente Dorna non ha frenato…) e Ducati ha potuto ufficializzare la propria formazione per il Mondiale SBK 2017: preso Marco Melandri, liberato Giugliano, confermato Chaz Davies per due anni. Il contratto di Macio è di un anno più uno, con retribuzione basata sui risultati. Non è un’opzione al ribasso, se si pensa che Melandri in SBK ha corso 100 gare, ne ha vinte 19 andando a podio 49 volte. L’incognita è quanto tempo ci metterà Melandri ad abituarsi ad una moto che, per erogazione del motore ed impostazione ciclistica, è del tutto differente rispetto a quelle che ha guidato in precedenza: Yamaha, BMW e Aprilia, tutte 4 cilindri con telaio a doppio trave in alluminio. Ma è lo stesso pilota a dire che i test per lui cominceranno già quest’estate, quindi c’è tutto il tempo. C’è l’obbligo di fare bene, e la spada di Damocle di correre sotto i riflettori e la lente di ingrandimento (sportiva e mediatica), con l’aggravante di ritrovarsi con un compagno di squadra al massimo della forma che ha lo stesso obbiettivo: vincere il titolo.