Ci sono strade che basta percorrerle
una volta per ricordarsele tutta la vita, percorsi dove la guida è dolce
e fluida, le curve ritmiche e la moto sembra andare bene come non mai.
Stiamo parlando dei passi di montagna o
valli dove la guida, seppur allegra, è comunque rilassata ed entro abbondanti
limiti di sicurezza. Queste costituiscono probabilmente il massimo, inteso
come soddisfazione, ottenibile nella guida su strada, senza creare pericolo
per l’incolumità propria o altrui.
Il Passo di Bocca
Seriola è
una di queste. Un itinerario inconsueto, gradevole, ma sicuramente non
dei più spettacolari, ma che ha proprio in quelle caratteristiche di cui
sopra il suo punto forte. Situato nell’Appennino centrale, non ha
particolari
bellezze da proporre, ma costituisce da sempre un vero punto di ritrovo,
e mito, per gli appassionati di Italia. Una popolarità che ha fatto si
che diventasse
uno dei passi più battuti dai motociclisti
italiani,
dagli smanettoni ai più tranquilli, per finire con i collaudatori delle
Case.
La spiegazione è semplice:
è sufficiente
fare qualche chilometro della salita da Città di Castello per sentirsi
in estasi! Un nastro di asfalto che è difficile non scambiare per quello
di un circuito, con
curve talmente belle da pennellare che fare
ricorso al buonsenso diventa veramente difficile, anche se necessario.
Come detto, la zona attorno Bocco Seriola non offre particolari intrattenimenti
o bellezze artistiche, ma le strade che la circondano hanno alcune delle
curve più belle che sia possibile trovare. Curve da terza o seconda, di
raggio costante, con qualche stretto cavatappi da prima a intervallarle,
spesso leggermente sopraelevate. Da antologia le due curve con delle gustose
compressioni che fanno comprimere la moto a centro curva, che si aggiungono
a tutte le altre, che hanno anche il pregio di non essere quasi mai cieche.
E
guidare diventa soddisfazione pura. Merito della morfologia
certo, ma anche dell’asfalto pressoché perfetto, grazie alle recenti
e costanti manutenzioni, dove l’unica cosa a cui bisogna
stare attenti
è all’eventuale presenza di gasolio lasciato dai tanti camion che
in settimana passano su queste strade. Una precauzione che di certo non
rovinerà la vostra “prima volta”, destinata a diventare un ricordo
indelebile.
Del resto
i 18 chilometri che da Città di Castello portano in cima al
Passo sono da vera antologia. E la necessaria attenzione dovuta al
traffico dei mezzi pesanti e alla presenza di molta polizia, non rovina
il piacere di percorrerlo, perché fa solo si che chi percorre il passo,
sa che non bisogna esagerare, facendo così diminuire i rischi, e rendendo
Bocca Seriola un luogo tranquillo dove fare due pieghe. Questo è il segreto
di questo valico, l
’essere divertente davvero anche pennellando tra
una curva e l’altra a 60-80 orari, con la tranquillità di poter vedere
l’uscita della curva. Una condizione di guida non facile da trovare, che
permette di lasciarsi andare un po’ e concedersi qualche bella piega,
ma sempre con la necessaria prudenza ed esperienza, che sono doti necessarie
ovunque, Bocca Seriola compresa.
Anche qui infatti, come in tutti
luoghi affollati dagli smanettoni,
è necessario seguire due o tre accortezze
per essere a riparo dai rischi. Come il mantenere rigorosamente la
carreggiata, e le triettorie “intelligenti”, sempre lontane dalla
riga
di mezzeria in ingresso: nelle curve a sinistra si entra larghi, in quelle
a destra si gira stretti. Un metodo semplice e efficace per evitare il
peggio nel caso qualche esaltato invada parzialmente la nostra corsia.
Una volta acquisito il controllo della situazione
la bellezza delle curve farà si che vorrete ripercorrerle almeno una seconda
volta, una tentazione a cui è difficile resistere e che vi permetterà di
conoscere meglio il percorso, facendo particolare attenzione scendendo
verso Città di Castello a una curva destrosa (chiamata Curva di Pipetta)
situata a circa un chilometro e mezzo dalla cima del Passo. Compresa tra
il 16° e 17° km, le segnalazioni date dalla segnaletica verticale sono
ben visibili, questa curva è ingannevole perché sembra molto ampia a inizio
curva per poi restringersi notevolmente, tanto che anche andando piano
è facile ritrovarsi a invadere l’altra corsia.