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Malaguti pensa alla Drakon 250

La casa nata a Bologna nel 1930 è in pieno fermento per un ritorno in grande stile sul mercato europeo. Oltre alla Drakon 125, in cantiere c’è anche la versione maggiorata della naked di Malaguti

Malaguti Drakon 250, realizzata in Cina dalla Zongshen

Sembra che mamma Malaguti sia in dolce attesa: ad aggiungersi al nuovo corso del rinato marchio italiano facente parte del Gruppo KSR (che comprende anche Brixton, Italjet, Lambretta, Motron e Niu) è la Drakon 250, sorella maggiore della Drakon 125 vista durante la presentazione stampa di Eicma 2021.

A differenza del resto della gamma odierna che sono delle Aprilia/Derbi rimarchiate Malaguti (il rapporto tra la Casa di Noale e l’azienda di origini bolognesi è di lunga data), la Drakon 125 e, di conseguenza, la Drakon 250 che è in via di sviluppo, sono moto “originali” prodotte internamente al Gruppo austriaco KSR che ha acquistato il marchio italiano.

Della nuova naked per ora si sa solo che in Cina ne è stata depositata la richiesta di omologazione, nulla che possa dirci qualcosa sulla ciclista (anche se sarà probabilmente la stessa della 125) né la meccanica, anche se, rispetto a quest’ultima, siamo quasi sicuri che sarà realizzata sulla base dei motori prodotti da Zongshen, azienda cinese che da anni opera in joint venture con Aprilia e ne realizza le moto per il mercato interno.

Tra i prodotti che sviluppa c’è anche il monocilindrico da 26 CV e 21,6 Nm di coppia che equipaggia la sportiva Aprilia GPR250R (una RS250 presentata l’anno scorso, non importata in Italia e protagonista dell’omonimo trofeo monomarca cinese) e che quasi certamente andrà ad animare la Malaguti Drakon 250.

Premesso che molto probabilmente la moto sarà esteticamente e fisicamente molto simile alla 125 (stesse dimensioni e quote ciclistiche), dalla documentazione depositata si evince comunque che la duemmezzo dovrebbe pesare sui 150 kg (6 kg in più della sorellina) e montare pneumatici leggermente più larghi (110/70-17” e 140/70-17”).

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