Come reagiranno i clienti Ducati trovando una e-bike in concessionaria?
"La MIG-RR è molto specialistica, con un livello tecnico e un prezzo di alta gamma. Per noi la scommessa era di creare un oggetto che non attraesse solo i ducatisti a cui piace andare in bici, ma anche chi, pur non avendo una Ducati, apprezzasse le qualità di questa e-mtb, a prescindere. Non abbiamo solo messo un adesivo su una bici già esistente, abbiamo voluto sposare il DNA Ducati, da sempre molto racing e performante. Ducati non è impegnata nell’offroad, ma in Italia il mercato delle e-mtb è il più grande tra quelli delle bici a pedalata assistita e ci sono tanti motociclisti che, non potendo più andare in moto in fuoristrada per varie ragioni, passano alla e-bike; che sono diventate dei "competitor" delle enduro".
In che fase è l'evoluzione di questi mezzi?
“Il mondo delle e-bike è nato da qualche anno, ma quello specialistico delle e-mtb da poco. La tecnologia attuale permette di avere bici con un peso ragionevole e con batterie capaci di fare dei giri soddisfacenti. Più che i motori, immagino che lo sviluppo principale riguarderà le batterie. Se in 10 anni le bici dovessero avere l’evoluzione che hanno avuto gli smartphone, diventerebbero mezzi con il doppio dell’autonomia occupando la metà dello spazio. Oggi c’è anche un limite legale vincolato al massimo della potenza (250 Watt) e quello credo che non cambierà".
Tu arrivi dal mondo delle corse: state pensando di fare gare?
"Credo che il racing delle e-bike sia ancora molto embrionale e che sia comunque limitato a una nicchia. La e-bike ha bisogno di competizioni fondate sull’aggregazione e senza cronometro, perché questo prevede allenamento. Che è il concetto opposto della e-bike. Oggi investiamo per far provare le biciclette al pubblico, perché c’è ancora tantissima gente che non le ha mai usate e non ne conosce il potenziale. E io non ho mai visto nessuno provarle senza scendere con il sorriso".