Da un “guzzista dal 1984”, come lei si definisce, ci saremmo aspettati un giudizio più obiettivo circa la breve gestione della Moto Guzzi da parte dell’Aprilia di
Ivano Beggio, prima che la Casa di Mandello del Lario e l’azienda veneta entrassero a far parte del Gruppo Piaggio. A nostro avviso l’unico “torto” di Beggio è stato fare il passo più lungo della gamba, ovvero acquistare la Moto Guzzi, facendo anche altri grossi investimenti economici per Aprilia, nel momento sbagliato. Una scelta che lo ha poi costretto a vendere al Gruppo Piaggio. La splendida MGS 01 non è stata abbandonata per lasciare spazio alle sportive RSV1000 Aprilia, ma perché i costi e le problematiche per industrializzare ed omologare alla circolazione stradale un modello sostanzialmente da competizione erano tali e tanti da non rendere possibile la prosecuzione del progetto. Riguardo alla qualità dei prodotti Moto Guzzi nell’era Aprilia, riteniamo essere allineati con quanto offerto dalle altre aziende del gruppo. E basta ricordarsi della produzione Guzzi, specie quella di media cilindrata, delocalizzata presso gli stabilimenti Innocenti di Lambrate (MI) a metà degli anni Ottanta per rendersi conto che il peggio, in termini qualitativi, era già andato in scena ben prima dell’arrivo dell’Aprilia di Ivano Beggio. Il destino dello stabilimento Moto Guzzi di Mandello del Lario, quello che lei definisce “ground zero”, non è ancora segnato nonostante la struttura sia ormai obsoleta e la location poco “pratica”. Ci auguriamo che la Piaggio sappia conservare il sito, patrimonio della storia e dell’Italia, anche se dovesse spostare la produzione a Pontedera o a Noale.