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Lazio – Tivoli ed il parco della Villa Gregoriana

Itinerario fra i luoghi d’incontro degli splendori imperiali e degli sfarzi clericali. A due passi da Roma, in una Tivoli dal turismo mordi e fuggi concentrato su Villa Adriana e Villa d’Este, patrimoni dell’UNESCO da non perdere, Parco Villa Gregoriana rinasce grazie all’opera di recupero perseguita dal FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano.

Il fascino della metamorfosi




IL FASCINO DELLA METAMORFOSI A due passi da Roma, in una Tivoli dal turismo mordi e fuggi concentrato su Villa Adriana e Villa d’Este, patrimoni dell’UNESCO da non perdere, Parco Villa Gregoriana rinasce grazie all’opera di recupero perseguita dal FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano. La storia di questo Bene ritrovato è affascinante quanto il senso di pace che regala ai nuovi visitatori. Varcato il cancello, con la città ormai alle spalle, a cambiare sono colori, profumi e, soprattutto, rumori. Dalle voci nervose di una caotica realtà urbana, si passa ai suoni gentili della natura, al fragore delle cascate e ad un fruscio degno dei boschi più sperduti, qui offerto da lecci, viburni, sugheri, allori e dal rigoglioso sottobosco, minuziosamente censito dal FAI. Dopo un passato di alluvioni, culminato nell’ondata di piena del 1826, che spazzò via l’acropoli, l’Aniene e Tivoli hanno fatto pace, e l’esuberante fiume è diventato per la città una piacevole realtà con cui convivere. Proprio a quella rovinosa piena deve la nascita il Parco Villa Gregoriana: frutto della metamorfosi paesaggistica conseguita alla grandiosa opera di ingegneria idraulica promossa da Papa Gregorio XVI, che appoggiò l’ambizioso progetto di deviare il corso del fiume attraverso due gallerie parallele scavate nella roccia del Monte Catillo, allontanando una volta per tutte il pericolo di nuovi disastri. L’appoggio del pontefice, solitamente conosciuto per la sua ostilità verso modernità e progresso tecnico, contribuì a fare da cassa di risonanza per l’impresa a livello internazionale.

Impeto regale




IMPETO REGALE
La presentazione in pompa magna delle gallerie che domarono le vigorose correnti dell’Aniene risale al 7 ottobre 1835, e fu presenziata oltre che dal pontefice e dalla sua corte, anche dal re del Portogallo e dalla regina delle Due Sicilie. Anche se con meno sfarzo, lo spettacolo si ripropone tutti i giorni ai turisti che si sporgono da quel “trono” panoramico, accessibile dalla strada che porta a Marcellina. I canali gregoriani, lunghi 280 metri, ancora oggi lanciano nel vuoto le acque del fiume con un salto di circa 120 metri, che gli fa guadagnare il secondo posto come cascata italiana, subito dietro quella delle Marmore. L’impeto dell’Aniene è stato, poi, ulteriormente incanalato dando vita alla prima centrale idroelettrica d’Italia, oggi sotto gestione dell’Enel. Una curiosità di questo luogo è il particolare microclima, risultato ideale per la coltivazione del pizzutello, la deliziosa uva da tavola che trova qui alcuni tra i suoi migliori vitigni ed è protagonista di una bella sagra, che si svolge a Tivoli nel mese di settembre.

Dopoguerra e salvataggio del FAI




DOPOGUERRA E SALVATAGGIO DEL FAI Nel corso della Storia il Parco è stato fonte di ispirazione per poeti del calibro di Mecenate e Orazio, artisti come Raffaello, Palladio e Vanvitelli, tappa obbligata del “Gran Tour” per letterati come Goethe, che gli dedicò anche dei disegni e degli acquarelli e, ancora, scrittori come Chateaubriand, Gogol, d’Annunzio. Il dopoguerra ha segnato la fase di forte declino con successivi anni di profondo degrado e abbandono, fino alla chiusura per oltre un decennio. Di fronte a tale triste sorte, prima che fosse troppo tardi, il FAI ha elaborato un articolato progetto per il recupero. L’opera di ripristino è durata circa un anno ed è “pesata” molto in termini di materiale rimosso o semplicemente spostato: 350 tonnellate di rami e foglie, 5 tonnellate di rifiuti di ogni tipo recuperati, 1.200 tonnellate di sassi. Interessanti, però, sono anche i numeri che si riferiscono all’attività di recupero e implementazione: 900 metri di muretti, 1.300 di parapetti, 1.000 m di canalette per la raccolta delle acque, 3.000 nuove piantumazioni nel sottobosco, 2.300 alberi curati. Tutto con rigoroso riguardo all’impatto ambientale, come dimostrano la ruggine simulata sulle ringhiere, il muschio volutamente piantato sui muretti ricostruiti, la disposizione delle pietre dei sentieri, ordinatamente casuali. Quello che difficilmente salta agli occhi del visitatore è la metodica con cui sia stato possibile ripristinare Parco Villa Gregoriana, in quanto non si poteva intervenire con mezzi meccanici o di trasporto. La nostra guida ci spiega che è stata affidata, “romanticamente”, alle sole braccia dell’uomo e al lavoro di arrampicatori esperti addetti alla pulizia delle pareti rocciose. Non lasciatevi spaventare alla vista del baratro che vi separa dalla Valle dell’Inferno: affrontate il tortuoso sali scendi lentamente, non lasciandovi distrarre troppo da giochi d’acqua e di luce. Ruderi, grotte e terrazze sono sopraffatti dalla macchia pertanto consigliamo una guida per individuarli e coglierne tutto il senso.

Borgo di San Gregorio


BORGO DI SAN GREGORIO Terminata la visita, per non perdere l’incanto della natura, scappiamo da Tivoli per immergerci nella bella campagna che abbraccia la città in direzione del borgo medievale di San Gregorio da Sassola. La strada provinciale che raggiunge Gallicano nel Lazio si presta a scaldare le gomme, ma non lasciatevi prendere troppo dalla guida perché Palestrina, la città latina famosa per il tempio dedicato alla Dea Fortuna Primigenia, richiede una nuova sosta… anche per un “rifornimento” al ristorante da Coccia. Posta in vetta al Monte Ginestro, l’antica Praeneste dominava una delle più importanti vie di comunicazione tra l’Appennino e il Tirreno.

Il Santuario dell'imperatore




IL SANTUARIO DELL’IMPERATORE
La panoramica SP58 riporta subito in temperatura gli pneumatici offrendo una divertente scalata fino alla piazzetta di Capranica Prenestina, dove svoltiamo a sinistra, in maniera secca, davanti al pubblico del baretto di paese, continuando la salita in direzione della Mentorella. Curva dopo curva, eccoci al Santuario, probabilmente il più antico d’Italia fra quelli intitolati alla Vergine. Tradizione vuole che fu costruito nel IV secolo d.C., nientemeno che dall’imperatore Costantino, e qui avvenne la conversione di Placido, generale romano, diventato poi S. Eustachio. È raggiungibile dal paese di Guadagnolo tramite il “sentiero di Wojtyla” (che qui veniva a meditare). Oggi è gestito dai monaci Ressurrezionisti polacchi. Qui comincia anche una bella strada sterrata, che percorriamo solo nel primo tratto, praticabile anche con un’enduro stradale e priva di divieti.

Le rocche ed il Ninfeo Bramante




LE ROCCHE ED IL NINFEO BRAMANTE Tornati sull’asfalto, rifacciamo il percorso a ritroso fino a Rocca di Cave, piacevole stazione climatica e arrivo della prova speciale in salita del rally dei Castelli Romani… lasciamo immaginare la serie di tornanti a gomito che si srotolano davanti a noi. Dalla terrazza panoramica della rocca, nelle serate limpide, si lascia ammirare Giunone - “ la più bella fanciulla dell’universo” – ci svelano gli amici del Gruppo Astrofili Hipparcos. A Genazzano si riprende fiato, lasciando la moto per quattro passi lungo l’acquedotto romano e visitando l’imponente Castello Colonna; anche se la vera chicca si trova poco prima del centro, sulla sinistra, all’altezza del cartello per il Ninfeo Bramante: suggestivi ruderi del vecchio giardino della fortezza. La strada riacquista ritmo dopo San Vito Romano, dove teniamo la sinistra verso Gerano. Da qui fino alle porte di Castel Madama, il panorama gioca con il bosco, alternandosi, chilometro dopo chilometro, fino al Passo della Fortuna, purtroppo non indicato se non dalla presenza dell’Antica Hostaria, altra occasione di “rifornimento” casalingo e genuino.

Visita alle ville di Tivoli




VISITA ALLE VILLE DI TIVOLI
Rientrati a Tivoli, se non lo si è già fatto, ci si può dedicare alla visita di Villa Adriana e Villa d’Este. Che dire di questi monumenti che, in modo diverso, attirano turisti da secoli. La prima è una delle più grandi residenze dell’antichità, un edificio degno del suo proprietario, l’imperatore Adriano, personaggio complesso, immortalato dal romanzo di Marguerite Yourcenar. 120 ettari che comprendevano il palazzo, arene, biblioteche, teatri, ninfei, cortili, e che vennero costruiti, in una zona servita da ben quattro acquedotti, necessari per alimentare terme e fontane. Ma il vero trionfo dell’acqua è rappresentato da Villa d’Este, costruita nel ‘500 dal cardinale Ippolito II d’Este, deluso dalla mancata elezione pontificia. È un’incredibile sistema di zampilli, cascate, vasche, fontane, per un totale di 300 litri d’acqua al secondo.

Bloc Notes



 DOVE DORMIRE
Tivoli
B&B La Panoramica
, viale Arnaldi, 45; tel. 0774/335700; considerato un Bed & Breakfast di charm per la sua locazione in una residenza nobiliare di fine ‘800, gode di una meravigliosa vista sulle colline romane. I titolari sono simpatici e cordiali. Si trova a due passi dal centro storico e da Villa d’Este, di fronte alla quale i proprietari gestiscono un secondo esercizio.

Palestrina
B&B La Dea Fortuna
, via Prenestina Nuova, 313; tel. 06/9536608; www.ladeafortuna.it; ambiente familiare che mette subito a proprio agio e fa dormire tranquilli i motociclisti, che potranno parcheggiare la propria moto nel cortile interno. Per chi decida di soggiornare almeno 3 notti, la gentile padrona di casa organizza, su richiesta, corsi di ricamo e di cucina. Non sono accettate le carte di credito.
DOVE MANGIARE
Tivoli
Caffetteria Gregoriana
, Piazza Tempio di Vesta, tel. 392/3256162 - 339/3576908; è il punto di ristoro del Parco, a due passi dall’ingresso, valida alternativa ai più impegnativi ristoranti, per consumare un pranzo veloce prima di mettersi in moto. Primi piatti freschi e ottimi panini.
Ristorante da Alfredo alla Scaletta
, viale Mazzini, 1; tel. 0774/335304; a due passi dall’uscita del Parco saprà accontentarvi con ottimi primi piatti e carne alla brace. L’ambiente è spartano ma per questo mette a suo agio il motociclista, sempre carico di bagagli.

Palestrina
Ristorante Coccia
, piazza della Liberazione, 3; tel. 06/9538637; cucina casereccia, che guarda più alla sostanza che all’estetica.

Passo della Fortuna
- Ciciliano Trattoria Pizzeria Antica Hostaria, via Empolitana km 13.300, tel. 0774/791163 (chiuso lunedì); posizionata proprio sul valico, offre cucina tipica o un’ottima pizza cotta nel forno a legna. Alcune proposte del menù che stuzzicano l’appetito sono: ravioli fatti a mano, fettuccine, gnocchi, cappellacci ripieni ai funghi; per secondo carne alla brace, salsicce, abbacchio, e buon vino.
DA NON PERDERE
Le ville di Tivoli
INFORMAZIONI UTILI
Come arrivare
Parco Villa Gregoriana si trova all’interno della città di Tivoli e i suoi ingressi di Piazza del Tempio di Vesta e in Largo S. Angelo sono ben indicati dalla segnaletica turistica. Tivoli è facilmente raggiungibile da Roma percorrendo la S5 Tiburtina, oppure provenendo sia da nord che da sud sulla A1, imboccare la A24 Roma/ L’Aquila/Pescara e uscire a Tivoli, per poi seguire le indicazioni Tivoli per circa 10 km.

Tempi e modi

Anche se stiamo parlando di soli 150 km, una sola giornata non basta per realizzare l’itinerario che vi proponiamo. La sola Tivoli, se si decide di visitare oltre al Parco Villa Gregoriana anche Villa Adriana e Villa d’Este, impegna molto. Quindi, dopo la giornata culturale per meraviglie dell’UNESCO (a breve anche Villa Gregoriana potrebbe ricevere tale riconoscimento, grazie all’operato del FAI), la rotta prosegue piacevolmente per la campagna laziale con traiettorie inaspettate e divertenti. Programmate bene le soste, però, perché la ricezione turistica è piuttosto carente. Occhio alla neve d’inverno, soprattutto per le tratte oltre gli 800 m, anche se brevi.
LINK
www.ladeafortuna.it
www.ladeafortuna.it
www.pierreci.it
METEO IN COLLABORAZIONE CON L'AERONAUTICA MILITARE
www.aeronautica.difesa.it



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