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25 October 2011

La morte di Simoncelli, elettronica e gomme: non sono loro i colpevoli

Non c’entrano le coperture Bridgestone o l’elettronica, ma è stata solo colpa della sfortuna che ha fatto coincidere il tentativo di restare in gara di un abile pilota come Marco con il passaggio in quell’istante di Colin Edwards e Valentino Rossi. Vi spieghiamo cosa è successo, mostrandovi anche il video di un precedente simile, ma a lieto fine.

La morte di simoncelli, elettronica e gomme: non sono loro i colpevoli

Milano - Dall’interpretazione del tragico incidente in cui ha perso la vita Marco Simoncelli sono scaturite molte polemiche riguardo le gomme e l’elettronica che equipaggiano le moto da GP. In particolare, per le coperture, era da tempo che i piloti lamentavano una certa fatica delle Bridgestone ad entrare in temperatura, con conseguenti problemi di grip. Tra l’altro Supersic era stato l’unico pilota a scegliere la mescola più dura. Ma, quando si sono spenti i semafori, l’asfalto era caldo per effetto del sole cocente di quella giornata e l’incidente è avvenuto dopo che i piloti avevano già fatto un giro e mezzo della pista malese. Sepang è un tracciato molto lungo, dove si gira in senso orario. Perciò non crediamo che la spalla destra delle gomme di Marco potesse essere ancora fredda, poco prima dell’impatto, e che ad essa sia imputabile la tragedia accaduta.

Anche tra la caduta di Simoncelli e l’azione invasiva dell’elettronica non si trovano collegamenti. Sic ha perso la ruota anteriore poco prima di quella posteriore, o al massimo insieme, e sull’avantreno non agisce alcun dispositivo elettronico. Riguardo alla traiettoria dell’impatto, la moto ha ripreso grip e ha puntato verso l’interno della curva, in seguito ad una manovra che avrebbe avuto gli stessi effetti su una moto qualsiasi. Basti vedere il video che pubblichiamo, in cui il pilota americano Jamie Hacking fa quel tipo di manovra, durante una gara dell’AMA Pro Daytona Racing Sportbike disputata al Barber Motorsport nel 2009, in sella a una Kawasaki ZX-6R, priva di qualsiasi dispositivo elettrico. Quello di Marco è stato un tentativo di recupero fatto, molto probabilmente, a gas tutto chiuso: quando un pilota con esperienza avverte una perdita di aderenza così importante, istintivamente chiude l’acceleratore. Se la moto, poi, prosegue verso l’interno del tracciato è solo per inerzia. Ciò si verifica a maggior ragione su una moto dotata di controllo elettronico di trazione: quando la centralina rileva una differenza anomala tra la velocità della ruota davanti e quella della ruota dietro taglia automaticamente la potenza, indipendentemente dalla volontà del pilota.

Sul prossimo numero di Motociclismo, tutto su Simoncelli, la sua carriera, i perché e le immagini dell'incidente.

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