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KTM e MV Agusta: quel 25% pesante di storia e suggestione

Il Gruppo Pierer, partecipando la Casa varesina, ha acquisito l’unica cosa che mancava: la suggestione evocativa delle leggendarie storie da corsa. Un valore aggiunto che va oltre anche all’aspetto tecnico di motociclette come “opere d’arte”. L'esempio di Ducati

Uno scarico, una storia. Anzi, gli scarichi sono tre; e, a ben guardare, anche le storie sono tre. Tre scarichi, come i cilindri della MV Agusta più famosa, la 500 di Giacomo Agostini, iridata nel 1972. Tre storie: quelle della Casa varesina e della sua moto più vincente, 7 titoli iridati per la 500 tre cilindri tra il 1966 e il 1972 (più i quattro della 350, tra il 1968 ed il 1971); e della KTM, un tempo regina dell’offroad soltanto. Come dite? Ne manca una? Ah, si: la Ducati.

A volte basta un lampo, e partono concatenazioni di pensieri. L’altro giorno ero a un’evento della MV Agusta. Presentazione della gamma 2023, ma non solo. Anche la visita al museo a Cascina Costa. E una presenza discreta, ma decisa, di KTM, sotto forma di Florian Kecht, membro del consiglio di amministrazione e CSO (responsabile vendite, marketing e relazioni con il cliente del Gruppo Pierer), cioè il proprietario di KTM. La quale detiene il 25% delle quote di MV Agusta.

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Evocazione

Ok, e dunque? E dunque, durante l’evento, tenuto in fabbrica in mezzo alle moto imballate pronte per la spedizione in tutto il mondo, l’occhio lampeggia sugli scarichi di una 800 Superveloce. Due tromboni neri sovrapposti, come quelli della 500 tre cilindri di Giacomo Agostini. Bellissimi. Evocativi. Non siamo fan sfegatati degli adattamenti in chiave moderna delle cose del passato; ma quel dettaglio… subito sogniamo immagini in bianco/nero e l’urlo di un 4 tempi che scompare e si perde nel parco di Monza, dentro i boschi di Adenau, su per la foresta delle Ardenne. Eccesso di romanticismo? Può essere.

Comincia la presentazione. Parlano Luca Martin, consigliere di amministrazione e COO (direttore operativo) di MV Agusta (con una lunga esperienza in KTM Asia); Timur Sardarov, amministratore delegato di MV Agusta; Florian Kecht e infine Brian Gillen, direttore Ricerca e Sviluppo di Schiranna. Kecht illustra il mondo filosofico e industriale del Gruppo Pierer: KTM, Husqvarna, GasGas. Ogni marchio ha il suo claim, come si dice oggi: il suo motto. Quello di KTM è notissimo: “Ready to race”; un po’ meno gli altri due: “For the pioneers” per Husky e “Get on the gas!” per il marchio spagnolo. Solo marketing? No, non solo. Per arrivare a essere quello che KTM è oggi, serve un’idea e perseguirla con chiarezza di obbiettivi e passo dopo passo, senza derogare né esitare, sapendo che le sconfitte nelle singole gare (progetti) esistono anche in un campionato (idea) vincente.

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Il Motocatalogo

Quando ero ragazzino esisteva una pubblicazione che si chiamava “Motocatalogo”: usciva una volta l’anno e c’erano dentro tutte le moto in vendita in Italia e parte di quelle che si potevano avere, forse, soltanto tramite l’importazione parallela. Quanta acqua sotto i ponti… KTM era al top dei sogni di dodicenne, con le sue GS che via via negli anni erano bianche, azzurre, rosse, 125, 250, 350, 400 e via discorrendo. Una gamma rigorosamente, esclusivamente, da fuoristrada. Un anno, forse era il 1981, tra le “figurine” compare una KTM da strada, mi pare fosse una 125. Ebbi un sussulto: “vuoi vedere che…”. Invece no, non per il momento almeno. E’ verso metà anni Novanta che KTM entra definitivamente nel mondo dell’asfalto, e il colore di riferimento diventa uno solo: l’arancio. Da quel momento la crescita è costante e potente, sembra inarrestabile, fino a diventare il primo produttore di moto europeo. Vincente anche nel motomondiale, e con una caratterizzazione di prodotto orientato alla competizione: quando non di fatto, di spirito. Il carattere è quello, dalla RC 125 alle EXC alle Adventure fino alla neonata 890 SMT.

Il claim c’è già anche per MV Agusta: “Piece of art”. Le MV Agusta sono la bellezza fatta moto, oggetti da guidare ma anche, volendo, da esporre per libidine di averle in casa. Elementi d’arredo in abitazioni esclusive.

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La KTM 620 Duke del 1994.

Hailwood, il TT, la Ducati

Ho da poco cominciato a leggere l’ultima fatica di Mario Donnini. Si intitola “Hailwood & la Ducati al TT – La più bella storia del motorsport” (Edizioni Minerva: consigliatissimo!). Donnini espone una tesi interessante: e cioè che quell’episodio, ovvero il ritorno e la clamorosa vittoria in motocicletta dell’asso inglese, dieci anni e un grave incidente automobilistico dopo il ritiro dalle due ruote, nella gara più difficile e pericolosa del mondo, fu la scintilla che fece risorgere Borgo Panigale dalla palude consociativa in cui si trovava (leggi: Partecipazioni statali) portandola, passo passo, a essere quella che è oggi: la Casa campione del mondo di MotoGP (tra l’altro). Quella vittoria fece parlare di Ducati tutto il mondo; portò alla realizzazione della 900 Mike Hailwood Replica e fece ripartire il volano di Borgo Panigale. Attraverso il passaggio dalla proprietà, appassionata e fin troppo visionaria, dei fratelli Castiglioni (gli stessi che riportarono alla luce MV…) e poi di Bonomi, con la vittoria nel mondiale MotoGP 2007, fino all’attuale di Audi che ha innestato sulle capacità emiliane soldi e programmazione tedesca.

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Mike Hailwood con la sua Ducati

Le azioni si pesano

KTM e Ducati sono aziende, marchi, affini; diversi ma simili, incrociano gli stessi segmenti di mercato soltanto con parte delle rispettive gamme. Ma hanno un DNA simile, un substrato emozionale simile; e toccano simili corde del pubblico. A KTM, intesa come Gruppo Pierer, mancava soltanto una cosa, rispetto a Borgo Panigale: un’eco, la suggestione evocativa da aggiungere a un claim. L’ultima vittoria di Agostini e della MV: il Nurburgring ’76 come il TT ’78; il pregio di innumerevoli titoli iridati e il romanticismo dell’ultimo hurrà del campionissimo. Ora KTM ha il 25% di questa roba qua. Enrico Cuccia diceva che le azioni non si contano: si pesano. Se è vero, com’è vero, ne vedremo delle belle.

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Agostini e la MV, i numeri uno!

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