Ecco le prime impressioni di guida sulla 890 Adventure: di fatto cambia il motore, che vanta una decina di CV in più oltre a maggior coppia dovuta alla aumentata cubatura. Il mono posteriore è regolabile nel precarico e in estensione, mentre la forcella, come per la Adventure 790 non è regolabile. Cambia anche l’elettronica ora gestibile anche in movimento senza dover fermarsi o chiudere il comando del gas, anche se certe operazioni è preferibile compierle in sicurezza da fermi. Sono stati ottimizzati il quickshifter e il traction control che, nella modalità Rally (optional) si può regolare in maniera immediata senza dover “spulciare” i vari menù e sotto menù. Il pulsante del cruise control è di serie, ma si paga a parte il relativo software. Insomma non solo CV in più, ma anche piccole ma significative modifiche. Sarà scontento chi ha da poco acquistato la 790 che vide la luce solo un paio di anni fa? Può essere, ma ormai le strategie di marketing impongono questi ritmi e noi non possiamo fare altro che prenderne atto....
Sulle strade della Grecia in questo inizio di autunno l’abbiamo strapazzata per circa 180 km: asfalto non perfetto, a tratti sporco, con insidie dietro ogni curva, non ci hanno permesso di tenere ritmi particolarmente elevati. Resta la “solita” Adventure, stretta tra le gambe, col baricentro basso per via della dislocazione del serbatoio carburante tanto che,
in sella, sembra davvero molto compatta. L’esemplare in prova aveva la sella Power Parts in gel, senz’altro più confortevole di quella di serie che risulta un po’ rigida; il rovescio della medaglia è che la sella optional è poco più alta, quindi penalizzerà i più bassi e, soprattutto, rende più esposti all’aria il casco del pilota, vista la seduta più alta rispetto al plexiglas.
Il test completo della nuova KTM 890 Adventure 2021, con interviste e approfondimenti, lo troverete su Motocicismo di novembre.