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Kawasaki ZX-10R Ninja 2011: test

Anche il modello 2011 della Kawasaki ZX-10R Ninja fa dell’avantreno e della scorrevolezza a centro curva la sua arma vincente.

Kawasaki zx-10r ninja 2011: test

Losail (QATAR) - L’elettronica (ABS, controllo di trazione, mappe motore) fa il suo ingresso in casa Ninja insieme con un nuovo motore e una nuova ciclistica. Cambia notevolmente anche il design, eppure la Kawasaki ZX-10R MY 2011 resta uguale a se stessa, solo un po’ più veloce e maneggevole (clicca per tutti i dati tecnici e le foto ufficiali). Il circuito del Qatar, teatro della presentazione (diurna e notturna) alla stampa, ci mostra una moto che fa ancora dell’avantreno e della scorrevolezza a centro curva la sua arma vincente. La nuova forcella big piston concorre a esaltare la velocità in ingresso curva e anche se la moto è più rapida a cadere verso il cordolo interno, resta immutata la proverbiale confidenza che trasmette la ruota anteriore. A detta dei tecnici Kawasaki, in ingresso curva la situazione dovrebbe migliorare ancora con l’ABS.

 

Si tratta di un sistema poco invasivo, che penalizza le prestazioni solo dei piloti di alto livello e garantisce una eccellente sicurezza di marcia. Insomma, lo consigliamo vivamente al 99% degli acquirenti della moto. Per chi frena molto forte ha solo un paio di difetti: generalmente è solo un poco più invasivo di quanto lo si vorrebbe, ma soprattutto quando i giri motore sono bassi, il sistema sembra diventare improvvisamente più conservativo. L’ABS dialoga con la centralina che probabilmente “ritiene” che in quel frangente il pilota stia andando piano. In realtà ci sono alcune condizioni di guida al limite in pista dove il motore è a 8.000 giri ma si perché si usa una marcia più alta per lasciar correre la moto e poi, magari, si deve affrontare una difficilissima frenata a moto inclinata...

 

In uscita di curva è sicuramente più rapida in virtù di un forcellone più lungo e di un controllo di trazione efficacissimo. Sul primo livello quasi non lo si sente lavorare, anche forzando molto il ritmo; sul secondo step è l’ideale per un buon pilota perché si mantiene in perfetto equilibrio tra sicurezza di guida e scivolamento del pneumatico; il terzo e ultimo livello, contrariamente a quanto capita su altre moto, non è roba da neofiti o da asfalto per forza bagnato, ma piuttosto un controllo solo leggermente invasivo. È certamente quel che occorre per gestire elettronicamente la spinta furibonda (210 CV dichiarati all’albero!) del 4 cilindri che si rivela ancora più cattivo in alto, anche se non troppo generoso di coppia ai bassi regimi, complice una rapportatura evidentemente lunga soprattutto nelle prime quattro marce. Un altro punto a favore della ZX-10R è la maneggevolezza: non siamo ai livelli di una Aprilia RSV4 e di una Honda CBR1000RR, ma il miglioramento rispetto a prima è tangibile. Difetti? Il cambio non è morbido e preciso negli innesti e, su una moto di questo tipo, l’assenza del quick shift si sente, tanto più che la moto arriverà tra un mese a una cifra non proprio economica: 16.000 euro la base, 17.000 la versione ABS entrambi indicativi chiavi in mano.

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