La sella è alta solo 690 mm da terra e poggiare i piedi nelle manovre da
fermo è un gioco
La VN900 è più maneggevole del previsto anche in città. Fermi tra le auto
sotto il sole spegniamo il motore, ma la ventola del radiatore parte ugualmente,
investendo le gambe con una folata d’aria incandescente.
Lo slalom tra le auto è difficoltoso per via dell’interasse chilometrico:
ben 1.650 mm.
Per godere della generosa coppia non serve tirare le marce.
Nella prima fase di apertura del gas
si dispone già di una sostanziosa
“schiena”. Se poi si vogliono sfogare tutti i 45,17 CV di
cui è capace
il motore prende giri abbastanza rapidamente.
In autostrada la VN900 viaggia spedita e regge senza problemi medie elevate.
Chi invece non resiste è il pilota:
appena raggiunti i 130 km/h indicati
deve fare i conti con
la pressione dell’aria che lo investe in
pieno.
Abbandonata (finalmente!) l’autostrada comincia il vero godimento e
incontriamo
strade che sembrano disegnate apposta per la VN900:
brevi rettilinei
e morbide curve si alternano all’approssimarsi delle montagne.
Anche il caldo ha allentato la sua morsa.
I primi tornanti ci portano a inclinare la moto e - come previsto -
le ampie pedane avanzate, comode nella guida “soft”, toccano presto
in
piega.
Le pecche
Il grosso faro trema vistosamente appena calano le tenebre o si entra
in galleria. Montato su silent-block forse eccessivamente elastici, riceve
le vibrazioni del twin e le amplifica rendendo instabile il fascio di luce.
Difetto invece non trascurabile è l’eccessiva rigidità delle sospensioni.
Buche e tombini si “sentono” tutti.
Infine,
al passeggero è riservato un cuscino abbastanza ampio, ma totalmente
privo di appigli.