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06 March 2017

Kawa a tutto gas col NOS!

Kawasaki Special dragster, Vulcan S con protossido d'azoto. La Underdog, “ex” pacifica cruiser giapponese 650 cc, arriva sul podio della drag race di Glemseck 101. Il merito non è del NOS, ma del “manico” della nostra tester, Francesca, e di Höly, che ha preparato il motore con lavorazioni raffinate

Battuta solo da King Carl

La nostra tester, Francesca Gasperi, riceve i complimenti di King Carl Fogarty
Underdog è il termine con cui -in inglese- si identifica lo sfavorito in una competizione. Per questo motivo la Vulcan S portata in pista da Kawasaki Germania è stata battezzata così: chi punterebbe su una pacata cruiser 650 iscritta ad una gara di accelerazione sui 200 metri in mezzo ad un branco di bicilindriche 1200 arrabbiate come mastini? Eppure la special di questo articolo (qui le foto) ha eliminato un avversario dopo l'altro, in confronti diretti sull'ottavo di miglio, fino allo sprint finale. E questo podio vale più di qualunque risultato o pronostico. Francesca, la tester di Motociclismo che ha pilotato nel 2015 la Kawasaki H2R (contro Troy Corser!) e nel 2016 la seiemmezzo giapponese, ha portato a casa il premio per il secondo arrivato, ma il bacio del quattro volte campione del mondo SBK, Carl Fogarty, la consacra regina della gara. Già, perché l’unico in grado di batterla è stato “King” Carl, in sella a una moto dotata di cilindrata quasi doppia rispetto alla Kawasaki Underdog e con compressore volumetrico tipo Rotrex (qui i dettagli e un video).

Uno "sparo" di 200 metri

Kawasaki Underdog impegnata in gara guidata dalla nostra tester, Francesca Gasperi
Glemseck 101 è una manifestazione ormai consacrata, che si svolge ogni anno al circuito di Solitude, a Leonberg, in Germania. Si tratta di una Sprint Race, una gara di accelerazione sull'ottavo di miglio (circa 200 metri) dove si confrontano moto di ogni genere, ma soprattutto special, come la Jawa “steampunk” di cui abbiamo già parlato. La categoria "Essenza" ha poche regole: due cilindri e cubatura massima di 1.200 cc. Il resto è libero. La Underdog è tra le moto di cilindrata più contenuta, in mezzo a "mostri" che sfiorano il limite massimo di cc ammessi. La moto stessa usata da Carl Fogarty è una speciale Triumph Thruxton R, con carena di una Daytona 675 e compressore volumetrico. Se poi si aggiunge il fatto che la Underdog, nella gara di Glemseck, non ha avuto a disposizione il sistema di iniezione di protossido d'azoto, il risultato di Francesca assume una rilevanza ancora più grande. Il NOS sarà installato definitivamente in seguito, per la gara tenutasi a Colonia in concomitanza di Intermot, ma ne parliamo dopo: ora vi raccontiamo come è fatta la Underdog. 

Da 60 a 120 CV!

Kawasaki Underdog "era" una Vulcan, ma è stata stravolta, anche con la cura al protossido d'azoto
La base di partenza di questa accattivante special è una insospettabile cruiser, la Vulcan S (qui le versioni 2017). Bassa e lunga, è l'ideale per evitare impennate in partenza, ma per arrivare a podio mancano CV. Per questo ci si è affidati ad un vero specialista delle Kawasaki: motorrad-Höly (www.hoely.de) per rinvigorire il motore. La ricetta è la medesima, collaudata e affidabile, che il preparatore tedesco utilizza sui bicilindrici di Akashi ormai da tempo. Sette anni fa (Motociclismo 10/2009) provammo in pista a Monza una ER-6n il cui motore è arrivato a 84 CV alla ruota (92,44 all’albero, certificati dal nostro Centro Prove). Così come allora, l’albero motore è stato alleggerito e bilanciato, gli alberi a camme sono stati lavorati per ottenere un profilo più spinto, mentre la testata è stata modificata, raccordando e lucidando i condotti di aspirazione e scarico. Il rapporto di compressione sale a 13,5: 1. Una preparazione che oseremmo definire “classica”, per spremere un po’ di potenza da un motore senza aumentarne la cilindrata, che rimane immutata: 649 cc. Più sofisticata l’alimentazione, affidata a quattro corpi farfallati (due per ciascun cilindro) da 43 mm della Ninja ZX-10R (in luogo di quelli originali da 38 mm) con centralina dedicata. Ovviamente è tutto nuovo lo scarico, un 2 in 1 in acciaio inox: la prima versione della moto lo aveva basso in fibra di carbonio, poi a Glemseck si è visto lo scarico alto in acciaio, infine a Intermot è tornato il carbonio. Una centralina Power Commander programmabile gestisce l'accensione e già così il motore è solo lontano parente del seiemmezzo di serie e raggiunge, a detta del preparatore, i 90 CV. Ma non basta. Per ottenere il massimo in una Sprint Race c’è ancora un asso nella manica: una bombola di protossido d’azoto (alloggiata sopra l'ammortizzatore). Così la potenza arriva a toccare i 120 CV. 

Accelerazione non strappabraccia, ma incredibile allungo

Kawasaki Underdog impegnata in gara guidata dalla nostra tester, Francesca Gasperi
Durante la gara di Glemseck non è stato utilizzato. Ma la nostra Francesca lo ha sperimentato un mese dopo, a Intermot, dove è stato allestito un rettilineo per la Essenza Sprint Race: "Utilizzarlo non è facile né intuitivo -commenta- perché per rilasciare il gas nei condotti di aspirazione bisogna tenere premuto il pulsante a manubrio: se lo molli, niente NOS". Qualcosa però non ha funzionato, a Colonia, perché il podio questa volta non è arrivato. "Mentre a Glemseck le partenze erano testa a testa con un altro concorrente, a Colonia siamo partiti uno alla volta e ci hanno preso i tempi. Non c'è confronto diretto e mi sono distratta con il pulsante del NOS. Non volevo premerlo da subito, ma inserire almeno la seconda, prima di scatenare i 120 CV. In ogni caso l'accelerazione non è 'strappabraccia': Höly e il suo team hanno fatto un lavoro incredibile. L'erogazione è gestibilissima, fluida e progressiva. La spinta arriva dolcemente, pur con un incredibile allungo: ho visto la lancetta superare gli 11.000 giri!". 

racer di altri tempi

Kawasaki Underdog impegnata in gara guidata dalla nostra tester, Francesca Gasperi
La posizione in sella poi è l'ideale per una gara di accelerazione (i bassi mezzi manubri sono firmati LSL, come le pedane, la sella ricamata è formata da tre cuscini separati), ma anche per un utilizzo diverso dal classico "sparo". Francesca ha avuto modo di provarla anche fuori dal contesto delle sprint race e ci riporta una ergonomia raccolta e protesa in avanti. La Underdog si guida come una racer di altri tempi, non rapidissima dei cambi di direzione né agilissima in manovra (l'angolo di sterzo è limitato), ma stabile e rassicurante alle alte velocità.

Solo il serbatoio è di serie

Kawasaki Underdog "era" una Vulcan, ma è stata stravolta, anche con la cura al protossido d'azoto
Presi come siamo stati dall'imponente bagaglio tecnico e dalle sensazioni prodotte da questa special, non abbiamo ancora detto nulla dell'estetica, ideata dalla Warmup (www.warm-up.net) di Tommy Holzner. Lo studio delle superfici è stato affidato a Dimitri Milonas, che lo ha realizzato con programmi 3D. Sul telaio originale della Vulcan è stato mantenuto il serbatoio di serie (come il telaio e parte del motore), ora rialzato nella parte posteriore per congiungersi -grazie ad un apposito telaietto- al ridotto sellino monoposto (la scocca del codino è in fibra di vetro), mentre una semi-carena di sapore rétro conferisce alla moto un aspetto da vera café racer, con dettagli raffinatissimi come il tappo del serbatoio, molto custom e vagamente steampunk. La forcella (Öhlins) è anche visivamente molto "aperta": mantiene le quote di serie della cruiser. La ciclistica si avvale anche di un nuovo impianto frenante, con dischi freno Galfer da 320 mm abbinati a pinze Spiegler a 4 pistoncini e attacco radiale. Nuovo il forcellone, prelevato da una Ninja e adattato per mantenere il monoammortizzatore laterale che, nella versione finale, che ha gareggiato in occasione di Intermot, è un Öhlins pluriregolabile. "Moto efficace e grandi soddisfazioni -conclude il racconto Francesca- ma la cosa più bella è il clima che si respira alle Sprint Race: dall'affiatamento del team alla collaborazione e amicizia con gli altri concorrenti". Insomma: un'esperienza da ripetere...

PROTOSSIDO D'AZOTO: ARIA PIÙ DENSA E CARICA DI OSSIGENO

Kawasaki Underdog "era" una Vulcan, ma è stata stravolta, anche con la cura al protossido d'azoto
Mai visto Fast & Furious? Scena top: il protagonista preme un pulsante e inietta protossido d'azoto (NOS) nel motore, ricevendo una spinta stile propulsione a curvatura di Star Trek. In realtà il NOS (scientificamente ossido di diazoto, formula N2O) è un gas non infiammabile, che aumenta le capacità respiratorie del motore: decomponendosi ad alte temperature, fornisce più ossigeno all'aria, migliorando la combustione. Inoltre evaporando (nella bombola è allo stato liquido) abbassa la temperatura in aspirazione, rendendo più densa la miscela aria-benzina, elevandone l'efficienza. Nelle foto: la valvola per dosare il flusso di gas e il pulsante a manubrio per iniettarlo nel motore. 
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