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10 September 2010

Itinerario dal Tirreno all’Adriatico: si parte da Napoli e si arriva a Mattinata, nel Foggiano

Saliti in sella a Napoli, siamo arrivati a Mattinata, attraversando il Preappenino della Daunia.

VOLTURARA APPULA: PREAPPENINO DELLA DAUNIA

DA PIETRELCINA A BENEVENTO, FINO ALLA VAL FORTORE Ampie distese verdi segnano la strada che da Pietrelcina (città natale di Padre Pio), sale a San Marco dei Cavoti, graziosa cittadina, quest’ultima, rinomata per la produzione del torroncino croccante, con un fiabesco centro storico di origine provenzale, dove ci fermiamo a chiacchierare con un paio di arzilli pensionati incuriositi dalla nostra moto. Siamo ormai sulla SS369 della Val Fortore, la strada che dalla periferia nord orientale di Benevento segue il percorso del fiume omonimo, insinuandosi tra i Monti Sanniti per oltre 50 km di curve e di saliscendi, su quote che si attestano mediamente attorno ai 600 metri di altitudine. Nel suo tratto centrale è una strada deserta, la “369”, dove incrociamo un bus di linea e nulla più. E un motivo c’è: gli automobilisti diretti nel foggiano preferiscono le veloci direttrici che passano in parallelo verso sud, come la S90 bis per Paduli e Buonalbergo e, manco a dirlo, l’autostrada “A16” Napoli-Canosa. È quindi un gustoso itinerario alternativo, questa Val Fortore, una strada per motociclisti che non si scoraggiano di fronte agli imprevisti, seppure annunciati, come la frana che in prossimità del comune di Foiano provoca vistosi squarci sull’asfalto.

NAPOLI MERGELLINA

NAPOLI MERGELLINA È l’alba, a Napoli. Un mantello nero cala sulla città. Nubi gravide e nere si addensano sulla collina di Posillipo, sfiorano i tetti, oscurano il mare. Comincia così il nostro coast-to-coast, dalla spiaggia di Mergellina resa ancora più suggestiva dai colori della tempesta. Per uscire dal capoluogo partenopeo, bisogna necessariamente raggiungere l’importante nodo viario che si dipana al confine tra Napoli e Caserta. Le maggiori arterie di collegamento regionali, infatti, s’incrociano proprio nei pressi del casello dell’A1 di Caserta Sud: sarà una di queste strade, la SS7 Appia, a condurci a Benevento. Strano viaggio, il nostro, all’insegna delle condizioni atmosferiche più bizzarre. Avversità meteorologiche tipicamente primaverili o autunnali, come la breve tempesta su Napoli e l’assenza di vento a Volturara. Come la fittissima nebbia incontrata alle porte di quella florida Valle Telesina, tra le cui vigne avremmo desiderato defilarci, facendo il giro lungo attorno alle pendici del Taburno: un sogno svanito (tanta nebbia uguale niente foto) in corso d’opera, ripiegando, a malincuore, sulla trafficata SS7 Appia che fende la retrostante Valle Caudina fino a Benevento.

DA PIETRELCINA A BENEVENTO, FINO ALLA VAL FORTORE

DA PIETRELCINA A BENEVENTO, FINO ALLA VAL FORTORE Ampie distese verdi segnano la strada che da Pietrelcina (città natale di Padre Pio), sale a San Marco dei Cavoti, graziosa cittadina, quest’ultima, rinomata per la produzione del torroncino croccante, con un fiabesco centro storico di origine provenzale, dove ci fermiamo a chiacchierare con un paio di arzilli pensionati incuriositi dalla nostra moto. Siamo ormai sulla SS369 della Val Fortore, la strada che dalla periferia nord orientale di Benevento segue il percorso del fiume omonimo, insinuandosi tra i Monti Sanniti per oltre 50 km di curve e di saliscendi, su quote che si attestano mediamente attorno ai 600 metri di altitudine. Nel suo tratto centrale è una strada deserta, la “369”, dove incrociamo un bus di linea e nulla più. E un motivo c’è: gli automobilisti diretti nel foggiano preferiscono le veloci direttrici che passano in parallelo verso sud, come la S90 bis per Paduli e Buonalbergo e, manco a dirlo, l’autostrada “A16” Napoli-Canosa. È quindi un gustoso itinerario alternativo, questa Val Fortore, una strada per motociclisti che non si scoraggiano di fronte agli imprevisti, seppure annunciati, come la frana che in prossimità del comune di Foiano provoca vistosi squarci sull’asfalto.

FEUDI DI SAN BARTOLOMEO IN GALDO

FEUDI DI SAN BARTOLOMEO IN GALDO Si sale - dicevamo - si gira sui fianchi delle colline, con vista sui feudi di San Bartolomeo in Galdo e della nostra Volturara che troviamo appollaiata sul Colle Rimpa, l’altura da cui cominciamo, finalmente, a scivolare in souplesse verso valle, transitando da Pietramontecorvino, un borgo roccioso, a 450 metri s.l.m., il cui bellissimo quartiere “Terra Vecchia”, perfettamente restaurato, suscita la nostra ammirazione convincendoci ad una breve sosta quando è ormai ora di pranzo. Sembra di planare: dopo tante curve, risulta piacevolmente liberatorio allungare il passo sui rettilinei infiniti che conducono a Lucera, picchiare a volo radente sulle praterie del Tavoliere fino a cabrare, ad alzare la prua, per sorvolare la sagoma imponente del Promontorio del Gargano che si staglia improvvisa all’orizzonte, quando sui cartelli leggiamo “San Marco in Lamis”. Curve ad ampio respiro, “esse” da favola, asfalto perfetto, questa porzione interna della “SS 272 Garganica” è un tripudio di pieghe (36 km) fino a Monte Sant’Angelo.

SAN GIOVANNI ROTONDO E MONTE SANT’ANGELO

SAN GIOVANNI ROTONDO E MONTE SANT’ANGELO Volutamente, dopo Pietrelcina, anche San Giovanni Rotondo (FG) capita sul nostro cammino: la città è sede del Santuario dedicato a Padre Pio a poca distanza dalla Casa Sollievo della Sofferenza. Una sosta è doverosa, seppure per constatare, con amarezza, che, tra bancarelle di palloni e statuine sacre, resta ben poco di quell’atmosfera di genuino misticismo che serbavamo nei nostri ricordi più remoti. Torniamo a noi: Monte Sant’Angelo è a picco sul mare, su uno sperone roccioso a 800 metri di quota. Dopo il tornante che si avviluppa al Castello, basta accostare al guard-rail, in cima alla discesa, per dominare il Golfo di Manfredonia e, nel contempo, rimanere affascinati dallo struggente Rione Junno, il quartiere antico, il cui nome trarrebbe origine da un mitico re, Pilunno, un tempo adorato come divinità dagli abitanti di questa zona.

MATTINATA

MATTINATA È pomeriggio inoltrato, ormai: Mattinata è laggiù in fondo. Al termine di una dozzina di sfiziosi tornanti, piccola e spigolosa, giace incastrata tra le rocce: questione di minuti raggiungerne il centro, sgusciare dal corso principale pressoché deserto, e correre alla ricerca del mare, a mille metri dal paese. Il traguardo è raggiunto. E ha il tipico sapore dolce-amaro di una località turistica fuori stagione, di una spiaggia senza ombrelloni, di una trattoria in riva al mare con un solo cliente: un motociclista solitario, partito all’alba da Napoli, sotto un cielo colorato di tempesta…

BLOC NOTES

BLOC NOTES

 

WEB

www.comune.sanmarcodeicavoti.bn.it

www.festadeltorrone.it

www.pietrelcina.com

www.cappuccinipietrelcina.it

www.pietramontecorvino.net

www.comune.lucera.fg.it

                           

DORMIRE

Hotel Apeneste Piazza Turati 3; Mattinata (FG); tel. 0884-550743 info@hotelapeneste.it

 

MANGIARE

Trattoria Tiramisù Località Casetta dei pescatori; Mattinata (FG); tel. 0884-559128

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