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Un tour tra i borghi di Marche, Umbria e Lazio

Un itinerario di tre giorni tra paesaggi da incanto e borghi medievali nel centro Italia. Il viaggio inizia da Rimini e termina a Fermo
1/25 Tra San Ginesio e Santa Lucia (MC)
Transitalia Marathon è una cavalcata fuoristrada non competitiva per enduro stradali che, ogni anno, parte da Rimini e arriva, in tre tappe, in una località sempre diversa: nel 2015 Campo Imperatore (AQ), nel 2016 Sulmona (AQ), nel 2017 Fermo. Questa manifestazione si ispira a un rally competitivo. Ma Mirco Urbinati, l'organizzatore, ama in maniera viscerale l'Italia, i suoi paesaggi, i suoi paesini di origine medioevale e così fa passare il percorso nei posti più belli, dove le antiche pietre vivono in armonia con le colline e i boschi. Alcuni partecipanti manco ci fanno caso, perché a loro interessa solo guidare in fuoristrada, ma altri traggono il piacere anche dallo scoprire questi posti da favola. Entrano nei borghi medioevali per farsi un caffé in piazze millenarie, rilassandosi. Se siete incuriositi dai posti toccati ed avete una moto da strada, sappiate che è ovviamente possibile visitare tutti i borghi con tratte alternative su asfalto. Il viaggio inizia da Rimini.

Coriano: non solo Simoncelli

Mercatello su Metauro (PU)
La prima località che viene raggiunta dopo Rimini è Coriano: un po' come omaggio a Marco Simoncelli che qui viveva... e un po' perché ci vive anche Mirco Urbinati. Sorge a 100 m di quota, sulle prime colline che salgono dal mare e ha 11.000 abitanti; presso i motociclisti è famosa per i vari monumenti a ricordo del "Sic 58", ma qui ci sono anche un castello eretto dai Malatesta nel 1440 (sotto al quale ci sono delle grotte sotterranee) e un cimitero inglese che raccoglie i 2.000 soldati morti il 14 settembre 1944, quando gli Alleati tentarono di sfondare la Linea Gotica attaccando l'esercito tedesco. Dopo Coriano si percorrono molte colline con pochi boschi e tanti campi coltivati, a vista di cascine e castelli. Dopo avere sfiorato Macerata Feltria si arriva a Mercatello sul Metauro, dove ci incrociamo con il percorso del secondo dei "Sali a Borgo". All'epoca tirammo dritto: i paesi interessanti sono così tanti che devi compiere scelte dolorose e consapevoli, non riesci a visitarli tutti. E Mercatello accoglie il Transitalia in pompa magna, permettendo ai partecipanti di passare per il centro del paese, che di base mantiene il tessuto medioevale, "aggiornato" con chiese e palazzi edificati in epoche successive. Ci si arriva all'ora di pranzo: molti posteggiano in piazza Garibaldi, che è stata aperta nell'Ottocento ma su cui si affacciano edifici più antichi e cercano un ristorante, mentre noi facciamo un pic nic all'ombra dei portici del Palazzo Comunale, mangiando una deliziosa focaccia al prosciutto crudo e al formaggio comprata nel negozio accanto. Mercatello significa l'inizio della traversata degli Appennini, che qui sono bassi (per arrivare dall'altra parte, in sterrato, non arriveremo neanche ad 800 m di quota). Su asfalto consigliamo la Bocca Trabaria (1.050 m).

Zero abitanti

Città di Castello (PG)
L'intera tratta appenninica, fino a Città di Castello (PG), si svolge dentro fitti boschi e viene indicata come una delle meno abitate d'Italia. Nel Duecento, una potente nevicata isolò il piccolo feudo di Monte Ruperto, che si trova in questa zona di montagna, tra Apecchio e Sant'Angelo in Vado. Il barone che lo governava chiese aiuto ma solo il sindaco di Città di Castello rispose, mandando viveri. Così, il barone gli regalò il feudo e il suo territorio, a tempo illimitato: oggi, se ti eleggono sindaco, vieni nominato anche barone di Monte Ruperto e tale area rappresenta un'exclave umbra in territorio marchigiano. In circa tre chilometri quadrati, sono stati censiti... zero abitanti. Del vecchio feudo restano solo pochi ruderi. Città di Castello, di origine romana, sorge in riva al Tevere ed ha 40.000 abitanti. Si tratta della tipica città in cui le case in stile medioevale hanno "rivestito" l'impianto a croce derivato dall'accampamento romano. Oltre la sua valle, il percorso del Transitalia affronta in fuoristrada totale gli ultimi 100 km e il primo centro abitato di una certa importanza è Passignano, sul Lago Trasimeno, già sede di tappa durante la comparativa maxienduro 2017. Siamo arrivati a Passignano dall'alto, al tramonto. Sembrava di essere in Costa Smeralda, per i colori e l'aspetto frastagliato della costa del Trasimeno, che sembra un mare in tutto e per tutto. Tant'è che molti stranieri, che non conoscono questo lago, sono andati in confusione: "Siamo già arrivati al Tirreno? O siamo tornati sull'Adriatico?". Sul lungolago ci sono bar e ristoranti dove rilassarsi, all'aperto, guardando il lago e pensando che sia il mare.

Chi si rivede!

Panicale (PG)
La seconda tappa inizia girando intorno al lago fino a un borgo che conosciamo bene, Panicale (PG), perché fa parte dei "più belli d'Italia". I partecipanti al Transitalia gli girano intorno, ignorando quanto sia bello il paese al suo interno: forse si dovrebbero creare dei mini eventi, nei paesi più belli, per "costringere" i piloti a vedere quanta bellezza c'è su questo percorso. Da Panicale in poi, però, il percorso non toccherà più paesi per la bellezza di 123 km: solo sterrate attraverso le colline, con un paesaggio stupendo, fino al bianco castello ad 8 torri di Collicello (TR). Ce lo troviamo in faccia, di colpo, uscendo da uno sterrato. Si tratta di un piccolo borgo da appena 36 abitanti, che ha avuto un passato turbolento, perché era al centro delle lotte tra guelfi e ghibellini. Montecastrilli la sfioriamo e non la visitiamo, perché si sta facendo tardi, ma non resistiamo dal farci un giro dentro la deliziosa Portaria (un tempo Porcaria, perché vi allevavano molti suini), che si trova alla base dei Monti Martani e che è stata abitata da Lucrezia Borgia per un certo periodo della sua vita (viveva in Piazza Verdi, che ha il fondo in travertino). Il villaggio fortificato ha 126 abitanti, è in pendenza ed ha due porte d'ingresso: una ad ovest ed una ad est. La strada che le congiunge è tutta in pendenza. C'è un pozzo, posto sopra una cisterna enorme, da cui gli abitanti si sono serviti fin quasi agli anni Cinquanta. E c'è la copia di una delle prime cassette da lettere italiane: l'originale, del 1674, è conservata al Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, a Roma.

Sterrato facile

I Monti Martani vengono attraversati da uno sterrato fattibile anche con una moto da strada. Si guida in mezzo a boschi di sempreverdi e si sfiora un altro borgo che varrebbe la pena visitare, Macerino: cinto da mura, restaurato di recente, con appena 7 abitanti ufficiali ma diversi stranieri che vi hanno comprato casa; si vede nella miniserie TV "La Terra del Ritorno" del 2004, nella parte ambientata negli anni 50. Uno dei borghi che più ci ha colpito è stato Catinelli, che si trova in cima a una rupe rocciosa, lungo la sterrata lunghissima che porta al valico della Somma, tra Spoleto e Terni. Ci ha colpito perché, a differenza di tutti gli altri, non è restaurato, curato, conservato: è genuino. Non è una meta turistica, ma trasmette una sensazione di grande isolamento, che gli dà fascino. Guardando le sue vie strette e poco curate c'è venuta in mente la location del film "Pinocchio" di Luigi Comencini del 1972, che però è stato girato a Farnese (VT). Proseguendo da una montagna all'altra si arriva a Ferentillo (TR). Dobbiamo però dire che, questa volta, ci arriviamo da nord ovest anziché da nord est e il punto di vista è spettacolare, perché si vedono entrambe le rocche medioevali (Precetta e Matterella) che si fronteggiano su entrambi i lati della valle del Nera. Da qui si raggiunge la meta finale della seconda tappa, Leonessa. Il Transitalia ci arriva direttamente, con una sterrata di 25 km tra le montagne, che passa per boschi e altopiani, mentre su asfalto bisogna scegliere se fare il giro da Morro Reatino (45 km) o per Gavelli (55 km), sede della nostra prima tendata (tenutasi nel maggio 2014). Di Leonessa ci sarebbe da scrivere tanto, perché è bella, ospitale, ha una storia interessante, ma ne abbiamo già parlato a settembre. Per il Transitalia è una meta quasi obbligata, un po' perché il Moto Club locale si fa in quattro per ospitare al meglio i partecipanti e un po' perché si trova al centro di una zona interessantissima dal punto di vista del paesaggio e dei percorsi fuoristrada
Ferentillo (TR)

Altopiani D.O.C.

Monti Martani
Paesaggisticamente parlando, la parte migliore inizia adesso. Da sempre, quello che più ci piace di questa manifestazione sono gli altopiani che attraversa, quasi sempre sterrati. Si tratta di un elemento tipico degli Appennini. I più famosi sono Campo Imperatore (AQ) e Pian Grande di Castelluccio di Norcia (PG), ma ce ne sono tantissimi, poco noti. Il Transitalia permette di farsi una cultura in merito, ma non è facile raggiungerli con una moto da strada. Tuttavia si riesce a passarci vicino, facendo solo asfalto. In questa terza edizione la scorpacciata di altopiani l'abbiamo fatta durante la terza tappa, quella che da Leonessa andava verso nord, fino a Fermo ed al Mare Adriatico, superando diverse montagne tondeggianti, come il Roccaporena (1.149 m), il Pagliaro (1.116 m, da cui si vedono Ponte e Borgo Cerreto come se fossero uno a picco sopra l'altro, mentre in realtà sorgono su due diversi versanti della Valle del Nera), il Monte Puro (1.133 m), il Puzzuto (1.263 m) e il Miglioni (1.227 m), nel gruppo del Monte Cavallo. Dopo il passo-cerniera di Colfiorito c'è stata la traversata più bella, quella del Monte Linguaro (1.390 m) attraverso il Passo della Forcatura (1.130 m). In questa tratta i paesaggi e l'ambiente naturale ci hanno preso più della bellezza dei borghi, che non sono mancati, a cominciare da Borgo Cerreto, molto suggestivo se visto da sotto e molto bello nel suo complesso: ha 170 abitanti e sorge in cima a una rupe a picco sul fiume Nera.

Un altopiano asfaltato, però, c'è

Dopo avere passato Colfiorito si riesce ad arrivare, su asfalto, a Montelago, un altopiano nascosto tra i boschi dove, da 17 anni, in agosto, viene svolto un raduno celtico con tende e camper, che attira qualcosa come 17.000 persone. Da lassù si stacca una discesa panoramica su Camerino, con fondo disastrato (asfalto talmente rotto da sembrare sterrato!) e una vista spettacolare sulla bella cittadina da 7.000 abitanti, che vanta un'università risalente al medioevo. Da lontano, Camerino è bella come sempre. Avvicinandosi, si nota un cartello strano: "Ferramenta aperto". Perché, gli altri negozi sono chiusi? Sì, lo sono. Tutta la zona antica di Camerino, che occupa la "vetta" della collina, è stata blindata a seguito del terremoto del 2016, che ha provocato numerosi crolli. Oggi è una città fantasma, disabitata e inaccessibile, ma lo si capisce solo guardandola da vicino. È una cosa struggente. Adesso siamo nelle Marche e il percorso va verso il mare, toccando i borghi di Pievefavera (il nostro preferito), San Ginesio (iscritto all'associazione dei "Borghi più belli d'Italia"), Servigliano e Belmonte Piceno (riassumibile come un "canalone" di case, in curva e in discesa), prima del gran finale con la cena nella piazza più bella di Fermo. Da questa parte finale, dopo le meraviglie appenniniche, non ci aspettavamo molto, invece ci ha stupito. Le sterrate sono quelle tipiche delle colline marchigiane vicine al mare: strade bianche, con terra dura e chiara, poca ghiaia, zero buche, fattibili anche con una moto da strada. Questo borgo sorge in cima a una collina simile a una montagna, mentre Servigliano è in fondovalle, completamente piatta e cinta da mura. Al suo interno, un gruppo di tedeschi iscritti al Transitalia si gusta un calice di vino in un'enoteca: mancano pochissimi chilometri a Fermo, alla fine di queste tre tappe, ma loro se la vogliono gustare tutta. Pensate che a Fermo (una delle più belle città del Mondo) ci hanno fatto cenare in piazza, all'aperto, mentre gli sbandieratori si esibivano. Che grande momento italiano!
Camerino (MC) visto da Pianlago
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