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Sardarov: "Le sanzioni non sono applicabili a MV Agusta"

Abbiamo intervistato il presidente di MV Agusta, per parlare di quello che sta accadendo tra la Russia e l'Ucraina e delle conseguenze che questo può avere sia sulla propria azienda sia sul settore moto in generale

MV Agusta è una SpA italiana: com’è strutturata la compagine azionaria?

"Le azioni di MV Agusta appartengono interamente a me e alla mia famiglia".

MV Agusta, come ha dichiarato in una recente intervista, “è un investimento famigliare”: le sanzioni imposte alla Russia potrebbero influire sulle linee di credito, sugli investimenti o danneggiare in qualche modo l’azienda?

"La mia famiglia non fa parte di alcuno circolo politico. Oggi, ogni businessman proveniente dalla Russia è considerato un oligarca, ma ci sono numerosi imprenditori onesti, che hanno costruito la propria ricchezza in modo corretto, partendo da poco, a volte da zero. Così ha fatto mio padre, senza appoggi politici o qualsiasi legame con gli oligarchi e il loro entourage. Per questo ritengo che le sanzioni occidentali non siano applicabili nel nostro caso. A meno che non vengano imposte direttamente contro tutti i russi, ma non credo che questo possa succedere nella civile Europa: vorrebbe dire che la gente viene discriminata in base alla nazionalità e staremmo entrando in un mondo completamente diverso".

Vedete dei problemi negli approvvigionamenti di materie prime o nell’impennata del prezzo dell’energia?

"Stiamo uscendo ora da due anni di covid, con questa crisi sembra qualcosa che appartiene già al passato, ma Omicron ha colpito quest’anno. Due mesi fa, non l’anno scorso. Comunque sono mesi che i prezzi sono in costante crescita: energia, logistica, approvvigionamenti. Con in più la ricomparsa dell’inflazione. La pandemia ci ha insegnato a essere flessibili, ma la storia di MV Agusta è da sempre una storia di sopravvivenza. Per noi per certi versi è un po’ più facile, grazie a una produzione in piccola scala e a una struttura a prova di crisi".

Temete che i venti di guerra possano deprimere il mercato?

"Al momento io credo di no. Almeno, non il nostro. Noi vendiamo prodotti premium, principalmente in Europa e negli Stati Uniti. Il lusso reagisce in maniera differente rispetto ai prodotti “di massa”, a volte in modo imprevedibile, ma per il momento non percepiamo contraccolpi. Certamente, il discorso cambia se il conflitto continua o si allarga. Allora tutti saranno più coinvolti".

Quanto vale per voi il mercato russo? Le sanzioni vi impediscono di vendere?

"Il mercato russo di questo settore è piuttosto piccolo: manca la cultura della moto, nel senso che gli automobilisti non sono abituati a condividere le strade coi veicoli a due ruote e questo rende la circolazione piuttosto pericolosa. Ma la cultura motociclistica si sta diffondendo e la mentalità, lentamente, sta cambiando. Comunque, il mercato russo per noi vale tra le 40 e le 50 moto l’anno e quello ucraino, dove non siamo presenti ufficialmente, circa 20. Al momento poi, anche se potremmo vendere in Russia visto che le sanzioni non ce lo impediscono (al momento dell’intervista, ndr), non stiamo più spedendo moto. Oltre a essere complicato, il rublo sta subendo troppe fluttuazioni. Una moto spedita oggi, all’arrivo potrebbe costare il doppio".

Che cosa prevedete possa succedere ai vostri concessionari in Russia?

"Abbiamo un concessionario piuttosto grande a Mosca. Per adesso sta cercando di interpretare la situazione. Come tutti aspetta che questo conflitto finisca. Finché la guerra continua, o peggio si allarga, non è possibile fare alcuna previsione. E, come già detto, ora è difficile fare affari con la Russia".

Quale ritiene sia il sentimento dominante tra gli imprenditori e tra i russi in generale? "L’unica cosa che posso dire è che più l’Occidente aggiunge pressione sui russi con le sanzioni, più temo che la gente supporterà il regime. Ritengo sbagliato che le carte di credito emesse da banche russe siano state bloccate all’improvviso per chi si trova all’estero. Questo non favorisce la de-escalation, anzi genera frustrazione e rabbia. Come non favorisce la distensione l’aver escluso la Russia dalle paralimpiadi. Cosa c’entrano degli atleti disabili con la guerra? Sport e cultura dovrebbero essere separate dalla politica".

Domanda inevitabile: qual è la sua posizione sulla guerra in corso tra Russia e Ucraina? "Condanno completamente ogni sorta di violenza. La guerra è un evento innaturale e orribile. Vorrei che si fermasse ora".

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