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Indian Scout Bobber: cruiser essenziale

Abbiamo testato in anteprima l’ultima nata della Casa americana. Motore generoso, buona maneggevolezza, ma scarsa luce a terra. Tanto stile, ma il comfort…
1/12 Tanta maneggevolezza, ma la pedana striscia subito.

Minimalista per vocazione

Anche senza aggiungerlo al nome, la Indian Scout è sempre stata una bobber. Bassa, senza fronzoli, facile da guidare. Ora, in questa sua recente declinazione, estremizza il concetto di moto basica con alcuni ritocchi estetici, lasciando quasi invariato il resto.
Rispetto al modello standard, ci sono parafanghi choppati, ovvero accorciati, sella monoposto più piccola, carenatura sul faro (nacelle, in gergo custom) e logo sul serbatoio dedicato. C’è anche un manubrio più piccolo e avanzato, che costringe a una posizione molto caricata in avanti.
A livello ciclistico troviamo una nuova forcella con cartuccia idraulica e ammortizzatori accorciati: l’assetto è davvero rasoterra. Bene per le manovre da fermo, ma in curva…
Il vero limite della Scout Bobber è proprio la luce a terra, davvero scarsa. Ed è un peccato, perché la buona maneggevolezza invita ad osare. Si guida con facilità estrema, volendo alzare il ritmo infonde scurezza. Ma poi, quando cominci a prenderci gusto, pedane e collettori vengono grattugiati sull’asfalto.

Grande motore

Uno degli elementi invariati è il motore, bicilindrico a V di 60° di 1.133 cc, in grado di erogare una potenza di 94 CV con un picco di coppia di 97 Nm a 5.600 giri/minuto. È ormai una vecchia conoscenza e lo abbiamo apprezzato in una recente comparativa, proprio di bobber, ma non smette mai di piacerci: grintoso, elastico, regolare, spinge forte ad ogni regime e vibra quasi nulla. Uno dei migliori V-Twin in circolazione, su una cruiser.
La Indian Scout Bobber sarà in vendita da novembre a 14.440 euro indicativi chiavi in mano, nelle colorazioni nero lucido e opaco; 300 euro in più se la volete in rosso, grigio o bronzo.
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