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Incidente Schumacher: “Il casco è il miglior amico dell’uomo”

Dopo l’infortunio di Michael, fiumi di parole, tanto sciacallaggio mediatico, qualche presunta indiscrezione, poche riflessioni serie. Noi ci siamo interrogati sulla sicurezza: è giusto mettere in discussione l’importanza del casco?

Incidente schumacher: “il casco è il miglior amico dell’uomo”

Il tragico infortunio di un grandissimo pilota di Formula 1 ci ha scosso nel profondo, perché non conta il volante o il manubrio quando si condivide la stessa passione. C’è chi ha speculato sulla vicenda, c’è chi involontariamente ha fatto anche peggio: divulgare notizie molto discutibili sull’effettiva capacità protettiva del casco. Quello di Schumacher è stato responsabile, secondo alcuni Professori, di non avergli saputo proteggere la testa neppure a un velocità di poche decine di km/h. D’accordo, gli sci e la moto non hanno nulla in comune, a partire proprio dal casco e dall’abbigliamento in generale. Ma la portata della notizia è tale che rischia di passare un messaggio sbagliato: Quando la fortuna ti volta le spalle, il casco non serve a nulla. Ma è davvero questo il sentimento comune? Per scoprirlo ci siamo affidati al nostro consueto sondaggio del lunedì.

 

PER IL 64% DEI VOTANTI SENZA CASCO MICHAEL SAREBBE MORTO SUL COLPO

La cultura della sicurezza è ben radicata tra i motociclisti che, a quanto pare, sono meno suggestionabili di altri da eventi pur tragici come questo. Solo il 2% dei nostri lettori ritiene che il casco, nella pratica di sport “estremi”, riduce la percezione del rischio, avendo quindi un effetto molto negativo su chi lo indossa. C’è anche uno sparuto 5% che dichiara, forse con troppa leggerezza, di ritenerlo un accessorio inutile quando l’impatto è violento. Ma per il 78% dei votanti il casco è sempre e comunque il miglior amico dell’uomo in caso di caduta. Addirittura due persone su tre sono convinte che senza casco Michael sarebbe morto sul colpo. Esistono tuttavia posizioni più moderate che meritano una riflessione.

 

IL PROBLEMA DEL CONDIZIONAMENTO PSICOLOGICO

Il 19% dei lettori si dice assolutamente certo della adeguatezza del casco per la salvaguardia della nostra testa, ma allo stesso tempo gli imputa una sorta di effetto boomerang che porterebbe chi lo indossa a prendersi qualche rischio di troppo. Sono ancora di più (31%) coloro che attribuiscono ai caschi “aperti” – e sicuramente hanno ragione – una capacità di difesa minore rispetto a quella di un casco integrale. Ecco, forse è proprio questo il punto. Se per assurdo Michael sulla pista di Mèribel avesse indossato il casco con cui ha gareggiato in moto (non dimentichiamo che Schumacher era anche un ottimo motociclista) probabilmente oggi la diagnosi non sarebbe un grave trauma cranico con lesioni emorragiche cerebrali diffuse. E poco importa, adesso, che il suo casco sia oggetto di una attenta perizia presso la Scuola Nazionale di Chamonix per “accertare eventuali difetti”.

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