Il motociclismo piange Dario Cecconi, pilota 38enne livornese impegnato da diversi anni nelle corse su strada e diventato uno dei principali piloti italiani nel mondo del road racing. Cecconi ha perso la vita partecipando alla Tandragee 100, una "classica" che si svolge nell’omonima città nord irlandese situata a 50 km sud ovest di Belfast.
La sesta partecipazione di Cecconi alla Tandragee 100 era iniziata alla grande: il venerdì aveva chiuso 9° su 36 partecipanti alla categoria Senior Support Race. Durante la gara di sabato, nell’ultimo giro, è rimasto coinvolto in un brutto incidente ed è stato prontamente portato all’ospedale di Craigavon. Ma dopo alcuni giorni in condizioni critiche, Dario Cecconi si è spento la sera di martedì 25 aprile, lasciando la fidanzata Francesca, il fratello Luca e un vuoto davvero enorme nei cuori degli appassionati, dei suoi amici e degli addetti ai lavori. L’amore che aveva Dario per quei luoghi era contraccambiato da chi, in Irlanda, lo chiamava “il nostro figlio adottivo italiano” oppure “paddy italian stallion”.
La prima volta che Dario si era spostato dalla pista alla strada era stata nel 2010, quando aveva partecipato alla sua prima gara in salita. Da lì, il salto verso le corse su strada d’oltre manica: tra le moltissime gare a cui aveva preso parte c'erano anche le più celebri North West 200, l’Ulster GP e la tanto amata Tandragee 100. La prima partecipazione alla Tandragee 100 risale al 2012, e lì è letteralmente scoccato l’amore per quella che avrebbe poi chiamato la propria “seconda casa”. Alla Tandragee 100 aveva corso altre cinque volte, arrivando perfino a tatuarsela sul braccio. Dario, sempre con il sorriso sul volto, era solito arrivare in Gran Bretagna da solo, con il proprio furgone e la sua moto, ma quest’anno era riuscito a noleggiare una Yamaha R6 direttamente dagli inglesi del Team FR Racing.