Inchiesta di altroconsumo: quattro caschi venduti come omologati non superano i test di sicurezza
Milano 26 marzo 2009 - Dopo
il sequestro fatto della Guardia di Finanza di Genova dei caschi con
omologazioni
fasulle prodotti da due aziende lombarde, arrivano ancora notizie inquietanti
circa l’affidabilità dell’abbigliamento tecnico per moto: un’inchiesta
di Altroconsumo rivela che su un campione di diciotto caschi, dichiarati
omologati, quatto non superano i test previsti per ottenere l’omologazione.
I modelli incriminati ed i relativi codici di omologazione sono BIEFFE
Syntek (E3-052426) omologato in Italia, MDS Edge (E11-050057) omologato
nel Regno Unito, SUOMY Trek (E3-0558441) omologato in Italia e VEMAR VSREV
(E1-05300039) omologato in Germania. Del campione verificato facevano parte
le marche Agv, Airoh, Arai, Bieffe, Caberg, Grex, Lazer, Marushin, Mds,
Nolan, Shark, Shoei, Suomy,Vemar, Xlite. La nota associazione italiana
dei consumatori li ha portati in un centro attrezzato con gli strumenti
idonei a fare le verifiche tecniche di resistenza all’urto previste per
il rilascio delle omologazioni.
La modalità con cui si è svolto il test di Altroconsumo ha tenuto in
considerazione
il fatto che, in caso di incidente, un casco può subire un impatto in diversi
punti. Ciascuno dei diciotto caschi integrali del test è stato colpito
in cinque punti (gli stessi previsti dalle prove per ottenere l'omologazione).
Le zone critiche sono: la sommità della testa, la fronte, la nuca, la tempia
e il mento. Le prove simulano l’impatto sia con una superficie piana (l’asfalto)
sia con una ricurva (il cordolo del marciapiede). Secondo quanto rivela
l’associazione che si è fatta promotrice della verifica, i quattro modelli
accusati di essere poco sicuri non hanno superato i test perché: “non
garantiscono sufficientemente la protezione in caso di urto”. Oltre alle
prove d’impatto, i test hanno riguardato la resistenza dei materiali e
della visiera e la tenuta del cinturino.
Una nota positiva deriva dal fatto che alcuni dei Costruttori, i cui caschi
sono stati sottoposti alle verifiche strumentali, hanno ottenuto valori
di sicurezza ben superiori a quelli previsti dalle specifiche per il rilascio
dell’omologazione, che in Italia fanno riferimento alla normativa ECE
R22-5.
Altroconsumo ha provveduto a segnalare al Ministero dei Trasporti e al
Ministero dello Sviluppo Economico il mancato superamento dei test dei
lotti di caschi fatti analizzare e, contestualmente, ha richiesto al Ministero
dei trasporti di spingere le aziende produttrici dei caschi non conformi
ai criteri di omologazione ad “avviare una campagna di richiamo”.