Il Team Repsol KTM si prepara alla Dakar con i test in Marocco e svela la moto
La scuderia ufficiale della KTM sarà presente alla Dakar con i piloti Marc Coma e Jordi Viladoms, che, per prepararsi ai percorsi della nuova lunga sudamericana, sono tornati in Marocco, sulle vecchie tracce della Dakar africana. Coma e Viladoms hanno provato per giorni la nuova KTM Rally, che, a dispetto delle voci, resta a carburatore, ma varia nella ciclistica.
Il team repsol ktm si prepara alla dakar con i test in marocco e svela la moto
Milano 16 dicembre 2008 – LA PREPARAZIONE
“Sono state sessioni
di prove molto utili, perché ci siamo allenati per molti kilometri, in
condizioni simili a quelle che troveremo in Sudamerica”. Così Marc Coma,
primo pilota, racconta i quattro giorni di test fatti dal team ufficiale
Repsol KTM in Marocco, per prepararsi alla prima Dakar sudemericana della
storia. Coma ed il compagno di squadra Jordi Viladoms si sono allenati
sulle vecchie tracce della lunga africana, con testare la nuova moto su
terreni identici a quelli dove si correrà a gennaio 2009 in Sudamerica.
I piloti si sono preparati a tutti i terreni e ad affrontare l’escursione
termica (il freddo) sulle montagne del Marocco, che sono molto simili a
quelle che incontreranno in Argentina ed in Cile. Il campo base era ad
Arfoud, una località in mezzo alle dune, a circa 70 km da Er Rachidia,
la città dove finisce il deserto di terra ed inizia quello di sabbia. I
giri di allenamento si sono svolti vicino ad Arfoud, Er Rachidia sulle
dune dell’Erg di Merzouga, a Taouz e a Foum-Zguid.
LA MOTO La squadra si è concentrata sullo sviluppo ciclistico della
moto per ricavarne una maggiore agilità. Il motore è rimasto invariato:
un monocilindrico a quattro tempi di 653,7 cc, alimentato a carburatore
(Keihin da 41) e raffreddato a liquido, con cambio a sei marce. La
caratteristica
principale della moto 2009, secondo i piloti, è la generale sensazione
di leggerezza che trasmette, grazie anche al peso contenuto in 162 kg ed
alla sua distribuzione: il baricentro è stato spostato molto in basso e
spostato più indietro. Questo ha consentito di rendere la moto molto più
precisa rispetto al modello precendente e offrire una maggior sensibilità
al pilota. Il telaio è a traliccio di acciaio al cromo molibdeno, con
verniciatura
a polvere, e reagisce diversamente alle asperità del terreno, perché è
più rigido rispetto ad un perimetrale. In compenso la struttura a traliccio
flette meno e, soprattutto alle grandi velocità, rende la moto più stabile
e reattiva. Lo si sente bene soprattutto sulla sabbia, dove il retrotreno
sbanda meno e rende la guida più facile e più sicura. Una moto molto agile
è ideale per i terreni più tecnici, o con le pietre, o molto morbido.
LE SENSAZIONI Dice Marc Coma: “Abbiamo guidato sulle dune, sulle
pietre,
su tracciati sabbiosi e nei fiumi. Ci siamo anche allenati alla navigazione.
Sostanzialmente tutto ciò che non potevamo fare nel nostro campo base.
Abbiamo raggiunto in pieno gli obiettivi che ci eravamo proposti. Ci siamo
preparati anche a livello fisico, perché abbiamo percorso molti kilometri
in moto – 1.500 n.d.r. – che era la cosa più importante”. Ha
aggiunto
Jordi Viladoms: “I test sono andati davvero molto bene. Abbiamo provato
per quattro giorni, percorrendo più di 300 km al giorno. Abbiamo persino
fatto un tratto da 400 km della Dakar, che penso si astato una buona
preparazione.
È importante prendere confidenza con il terreno che si deve affrontare.
L’esercizio più difficile era diventare capaci di concentrarsi sulla
guida,
tenendo sempre un occhio sul roadbook”.