Husaberg presenta la enduro col motore 390 cc 4T. Facile da guidare anche a tutto gas, entusiasma per la maneggevolezza
Husaberg ha trovato il giusto compromesso tra la coppia offerta dal motore di 450 cc e la leggerezza di guida di una 300 cc: ha sfornato una 390 cc, con il suo tipico propulsore inclinato di 70°. L’abbiamo testata in Spagna, dove si è rivelata sorprendente per la maneggevolezza e per la stabilità che dimostra anche quando si percorrono lunghi tratti in piedi sulle pedane. A parità di peso con la 450 cc, sembra che abbia perso 10 kg e anche nel fettucciato ha delle buone carte da giocare.
COME È FATTA
Castellolì di Igualada (SPAGNA) 7 luglio 2009 – COME È FATTA
Husaberg
ha scelto di collocarsi vicina ai 400cc, con più coppia, cercando il motore
facile, ma, grazie ad un vantaggio di maneggevolezza unico dato dalla
particolare
architettura costruttiva del proprio motore, è riuscita a non allontanarsi
dalla leggerezza di guida tipica della cilindrata 300. Il grosso del lavoro
è stato fatto l’anno scorso, con quei 70° di inclinazione in avanti del
cilindro che hanno fatto la differenza.
L’architettura del motore è stata ideata per avvicinare il più possibile
l’asse di rotazione dell’albero motore al centro di gravità della
moto.
In questo modo, poi, si crea uno spazio ideale per l’iniezione, che prende
aria direttamente da sotto la sella, zona meglio protetta da acqua e polvere.
È stata ridotta la corsa del pistone dai 63.4 mm del 450 ai 55.5 mm, così
da arrivare ai 393.4 cc e ottenere una moto davvero interessante. Il pistone
è stato disegnato in modo da ridurre la compressione al fine di ottenere
un minor freno motore e la biella è stata allungata per recuperare
l’altezza
del cilindro. La fasatura della distribuzione è stata rivista per migliorare
l’erogazione del motore ed è stata modificata la molla del decompressore
per agevolare l’avviamento. Quest’ultimo rimane soltanto elettrico,
in
quanto l’affidabilità del sistema è più che soddisfacente.
L’alimentazione
è sempre ad iniezione, con il corpo da 42 della Keihin avvolto dal serbatoio
della benzina che si trova subito sotto la sella.
È possibile selezionare, tramite un interruttore opzionale, tre mappe,
soft, standard e hard, che sono state modificate per offrire una risposta
al gas più dolce e lineare. Per quanto riguarda le sospensioni, è stata
migliorata la taratura di mono e forcella per garantire un miglior sostegno
senza diminuire il comfort che trasmettono. Novità interessante sono le
piastre della forcella, ricavate dal pieno con off-set che passa da 19
a 22 mm. È stata montata una catena DID con X-ring al posto della precedente
con O-ring per ridurre attrito e trascinamento.
Il test completo della gamma Husaberg 2010 sul prossimo numero di Motociclismo
Fuoristrada.
COME VA
COME VA Pochi mm di corsa si fanno sentire molto sulla maneggevolezza
della moto. Se, come abbiamo fatto, si gira un’ora con la 390 e poi si
sale sulla 450, sembra che la seconda pesi 10 chili in più, nonostante
il peso sia identico. Fin dai primi metri la 390 si dimostra più facile
da usare, e il feeling è immediato e permette di osare di più col gas,
ma già ad un’andatura più tranquilla si avverte una maggiore leggerezza
nei cambi di direzione, sui percorsi più impegnativi, dove, però la 450
ha un po’ più di pepe. Anche in piedi sulle pedane, la 390 si guida meglio
rispetto alla 450. Anche nel fettucciato, la 390 dice la sua: in accelerazione
si chiude meno e in staccata si avverte meno peso. Per questo sembra che
le sospensioni lavorino anche meglio. La 390 si rivela adatta anche ad
un principiante, perché quando si esagera e si supera il limite è più facile
da controllare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA