Ancora tu
Dal 1986 a oggi è la protagonista del segmento sport-tourer senza che il
progetto originario sia stato radicalmente modificato se non stravolto.
Tanti miglioramenti costanti, ottimamente calibrati, ma di fatto la VFR
è sempre lei: una personalità sobria, che non accende i riflettori della
ribalta motociclistica. Tanta sostanza, efficiente e affidabile che dura
nel tempo e garantisce anche un ottimo valore
dell’usato. Difficile
fare di meglio. Rispetto alla versione precedente il prezzo è
praticamente
invariato: 11.700 euro chiavi in mano (12.800 euro con l'ABS)
In questo trionfo di elogi e benemerenze è giusto anche ricordare la voce
di chi della VFR (sempre uguale a se stessa), è un po’ stufo. Difficile
dargli torto ma, si sa, squadra che vince non si cambia.
Veniamo alla versione 2006 che qualche novità la riserva. Poco o nulla
sul versante estetico se non piccoli dettagli. Sul cupolino,
l’inserto
interposto nel gruppo ottico è ora in tinta con la carrozzeria anziché
nero. Le plastiche degli indicatori di direzione sono bianche con
lampadina
color ambra. Il plexiglass ha una colorazione sfumata. La molla del
monoammortizzatore
è colorata di nero e non più rossa. La protezione dei terminali di scarico
ha una finitura satinata in luogo di quella lucida. Tutto qui.
L’impostazione di base è immutata: cupolino aggressivo (con specchi
retrovisori
di fattura modesta) e carenatura estesa per un’efficace protezione
aerodinamica. Semimanubri non esasperati nell’inclinazione,
serbatoio
di dimensioni generose per garantire una buona autonomia, posteriore rialzato
e sfuggente, caratterizzato dalle grosse e pratiche maniglie per il passeggero.
La moto viene fornita anche con un guscio di plastica della stessa tinta
della carrozzeria per coprire la porzione di sella dedicata al passeggero,
così da trasformarsi in una più grintosa monoposto.
La vista laterale enfatizza l’equilibrata raccordatura del gruppo
carena-serbatoio-sella-codino.
Il grado di finitura è buono ma non eccelso: la Honda non ama stupire con
effetti speciali - a volte specchi per allodole - ma bada alla sostanza
e alla praticità. Come la strumentazione, che si avvale di un unico
strumento circolare, il contagiri, affiancato da 2 display a cristalli
liquidi. A sinistra vengono indicate la velocità e la temperatura ambiente
commutabile nella temperatura del liquido di raffreddamento; a destra
l’orologio,
l’indicatore di livello carburante e i contakm totale e parziali. Niente
computer o predisposizione per il navigatore o altre raffinatezze analoghe:
si bada al sodo e nulla più. Il cavalletto centrale è fornito di serie
ed è facilmente azionabile al pari della stampella laterale.
Come tradizione Honda, l’ergonomia è parola d’ordine. Posizione del
corpo
non troppo carica sugli avambracci, pedane giustamente arretrate, vita
sottile per stringere naturalmente il serbatoio con le ginocchia, comandi
dove ti aspetti che siano. E questo vale per stature e corporature diverse.
La sella è ad un’altezza vivibilissima da terra; la sua
conformazione
consente di assumere posizioni meno affaticanti per schiena e braccia a
seconda dell’impegno di guida richiesto.
Il V-Tec
La novità più consistente della Honda VFR 2006 è racchiusa nel motore.
Anche in questo caso nulla di eclatante, ma un efficace e mirato intervento
alla distribuzione.
Salito di rango in tema di emissioni - siamo all’omologazione Euro 3,
la più recente e severa - il 4 cilindri a V di 90° promette un addolcimento
del sistema V-Tec.
Fino a 7.000 giri di strumento (6.800 per l’esattezza), il V4 funziona
con 2 valvole per cilindro con benefici effetti in tema di consumi ed
emissioni.
Dopo questo limite, un circuito idraulico fa aprire le altre 2 valvole
di ciascun cilindro aumentando il riempimento e conseguentemente la potenza.
Aumento quantificabile in quasi 10 CV in soli 250 giri.
Una delle poche critiche rivolte alla VFR era proprio quella riguardante
l’entrata in funzione del sistema V-Tec, troppo decisa e disturbante nella
guida sportiva sui percorsi misti con frequenti apri e chiudi del gas.
Solitamente, quando si parla di nuova omologazione più severa per le
emissioni e di addolcimento dell’erogazione, sorge il sospetto
della
perdita di qualcosa in fatto di potenza e una curva di coppia posizionata
più in alto. Per la VFR 2006 i valori di potenza e coppia dichiarati
sono i medesimi della versione precedente.
Messe a confronto nel nostro Centro Prove, abbiamo la conferma che i due
parametri risultano praticamente identici. Tranquillizzati dal responso
strumentale, chiediamo conferma alla prova dinamica.
Come sempre, la marcia ai bassi regimi produce qualche strappo che
invita
a scalare una marcia per alzare il regime e raggiungere la regolarità cinematica
a quota 3.000 giri.
La risposta all’acceleratore è prontissima.
L’ago del contagiri ruota velocemente verso la zona rossa posta a
12.000
e il passaggio dalle 2 alle 4 valvole è quasi inavvertibile. A questi
regimi il V4 “urla” che è un piacere, divenendo rabbioso ma senza
mai mettere in soggezione. E’ un crescendo brillante quanto uniforme.
Su strada
Un difetto si evidenzia nelle vibrazioni, caratteristiche anche delle versioni
precedenti: sono ad alta frequenza, fastidiose soprattutto alle pedane,
in particolare a quella di destra, intorno ai 6.500 giri.
Su un percorso tutto curve da guida impegnata, la VFR mantiene le promesse:
l’entrata in funzione del V-Tec avviene innanzitutto ad un regime
appena
più basso (6.600 giri) ma soprattutto è decisamente più dolce e
lineare.
Non più dr. Jackill e mr. Hide dunque, ma un’erogazione più fluida e
lineare.
Messa a confronto con la versione 2005 che ci ha accompagnato nella
prova, la nuova VFR dà una sensazione di minor aggressività: anche in questo
caso i dati strumentali ci sono di aiuto nel confermare
l’eguaglianza
delle prestazioni.
Con addirittura una migliore performance sui 400 m della versione 2006
(quasi 3 decimi di vantaggio).
Per il resto tutto come prima: la VFR coniuga ciclistica e prestazioni
sportive con comfort e facilità di guida per l’impiego turistico
disimpegnato,
anche in due.
La carenatura consente riposanti viaggi autostradali. Il grande angolo
di sterzo aiuta nel traffico. La frizione a comando idraulico è esente
da critiche e non affatica l’avambraccio. Il cambio è preciso e ben
spaziato.
Si inserisce in curva facilmente. Molto maneggevole nei cambi di direzione
veloci, è sicura ma non rigorosissima nei curvoni. In questo
caso
bisogna trovare il feeling con l’anteriore per capire che si può osare
in sicurezza: la risposta di telaio e sospensioni è comunque sincera
e qualche leggero scuotimento non inficia la percorrenza. D’altronde,
con sospensioni di fatto non regolabili (solo il precarico molla)
e tarate per offrire comfort anche in coppia, non è lecito attendersi di
più.
Comunque la VFR, ben rodata sia di motore e soprattutto di gomme, è in
grado di giocarsela senza soggezione con sportive più quotate. La frenata
si avvale del sistema integrale Dual CBS che privilegia i dischi anteriori
da 296 mm. Basta una leggera pinzata e la moto si abbassa sulle sospensioni
mantenendo un perfetto equilibrio in ogni condizione. Col pedale si
può rifinire la frenata facendo “mordere” di più il disco
posteriore.
Il confronto dei consumi indica che la VFR 2006 è leggermente
meno “esosa” della 2005. Un altro sintomo che indica tutto il
buono
che questo fenomeno di longevità è ancora in grado di offrire ai suoi
sostenitori.
In sintesi
LA SCHEDA
Motore: a 4 tempi, 4 cilindri a V di 90°, alesaggio
per corsa 72x48 mm, cilindrata 782 cc, rapporto di compressione 11,6:1,
distribuzione a doppio albero a camme in testa con comando a catene laterali,
4 valvole per cilindro, lubrificazione a carter umido con radiatore
dell’olio,
raffreddamento a liquido, potenza max 108,7 CV (80 kW) a 10.500 giri, coppia
max 8,15 kgm (80 Nm) a 8.750 giri, Euro 3. Alimentazione:
a iniezione elettronica, diametro dei corpi farfallati 36 mm; capacità
serbatoio carburante 22 litri. Accensione:
elettronica digitale; candele NGK IMR9B-9H. Impianto
elettrico: batteria 12V-10Ah, alternatore 497W. Trasmissione:
primaria a ingranaggi a denti dritti, rapporto 1,939 (64/33); finale a
catena, rapporto 2,687 (43/16). Cambio:
a 6 marce, valore rapporti: 2,846 (37/13) in prima,
2,062 (33/16) in seconda, 1,578 (30/19) in terza, 1,291 (31/24) in quarta,
1,111 (30/27) in quinta, 0,965 (28/29) in sesta. Frizione:
multidisco in bagno d’olio con comando idraulico.
Telaio: perimetrale
a doppia trave in alluminio, scatolato a tripla sezione; inclinazione cannotto
di sterzo 25°5’, avancorsa 95 mm. Sospensioni:
anteriore forcella a cartuccia H.M.A.S. con steli da 41 mm e regolazione
micrometrica del precarico, escursione ruota 109 mm; posteriore Pro-Link
con ammortizzatore Showa caricato a gas H.M.A.S. regolabile nel precarico
molla su 7 posizioni, (idraulico con controllo micrometrico dall’esterno
per la versione ABS), escursione ruota 120 mm. Ruote:
cerchi in alluminio pressofuso con razze con sezione a "U", anteriore
3,50x17", posteriore 5,50x17"; pneumatici tubeless, anteriore
120/70-17, posteriore 180/55-17. Freni:
sistema di frenata combinata Dual CBS, anteriore a doppio disco flottante
da 296 mm con pinza a 3 pistoncini; posteriore a disco idraulico da 256
mm con pinza a 3 pistoncini. Dimensioni
(in mm) e peso: lunghezza 2.120, larghezza 735, altezza
1.195, interasse 1.460, altezza sella 805, peso a vuoto 213 kg (218 kg
per la versione ABS).
Tagliando: programmato ogni 24.000 km. Lubrificazione:
olio SAE 20W50; cambio ogni 6.000 km. Pneumatici:
ant 2,5 bar, post 2,9 bar (in coppia post 2,9).
Costruttore: Honda Motor Ltd, 278 Chome, Jungumae,
Shybuyaku, Tokio, Giappone. Importatore:
Honda Italia Industriale Spa, via della Cecchignola 5/7, 00143 Roma, tel
848-846632, fax 06-54928300. Gamma colori:
rosso, grigio (solo versione ABS), nero. Garanzia:
2 anni integrale senza limiti di chilometraggio. Prezzo:
11.700 euro c.i.m., 12.800 per la versione ABS. Optional
(prezzi in euro): bauletto 45 litri (291,67); portapacchi
(215,98); kit valigie laterali (846,80); borse interne per valigie laterali
(77,29) e per bauletto (52,48); borsa serbatoio magnetica (127,39); parabrezza
alto (151,93); manopole riscaldate (247,25).