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07 July 2016

Ala dorata Cafe racer in stile svedese

Honda  Goldwing special: un bell’esemplare di GL1000 trasformato in stile café racer; arriva dalla Svezia ed è opera di Adam Nestor. Cosa cambia? Della base meccanica e tealistica quasi nulla. Nell'estetica... tutto!

Passione di gioventù

Ancora lei, la Honda Goldwing GL1000. Lo so, ne ho già parlato (cliccate qui e qui). Giuro: è l’ultima volta, ma chi ci segue sa che per il sottoscritto questa moto ha un valore sentimentale particolare. La prima maximoto. Come il primo bacio: non si scorda mai. Ad ogni modo, tra i preparatori che tengo d’occhio c’è lo svedese Adam Nestor, attivo nel panorama custom da almeno una decina d’anni (la sua prima special è stata una NSU Super Lux del 1957 regalatagli dal padre). Nel 2013 aveva partecipato all’AMD World Championship con una bella Moto Guzzi SP 1000 trasformata -tre anni prima- in stile boardtracker. L’aveva battezzata poco fantasiosamente “Madame Guzzi” (la vedete qui). Ma se Adam non è bravo a dare nomi alle sue moto, è invece ingegnoso a realizzarle. La moto in questione aveva una serie di particolari e dettagli talmente curati che rimasi di stucco, all’epoca. E poi combinava –e questa è la cosa che mi piace di più- componenti moderni con lo stile classico. Sul suo sito internet ci sono anche dei brevi filmati che mostrano Madame Guzzi in azione. 

reinterpretata

Adesso Adam si è cimentato nell’elaborazione di una Honda GL 1000 del 1976, proprio come quella che avevo io: quattro cilindri boxer e una fluidità di erogazione esemplare. Da ragazzino Adam fu passeggero di un esemplare come questo e gli sembrò la moto più veloce del mondo. Per questo ha indirizzato i lavori in chiave café racer. Se una ventina di anni fa io, nel tentativo di renderla più sportiva, avevo solo cambiato sella con una Corbin Gunfighter e montato pedane arretrate Tarozzi, il pallido svedese si è spinto molto, molto più in là. Sorvolo sull’opportunità di customizzare o meno un veicolo d’epoca come questo: ciascuno faccia come vuole (cliccate qui per le foto della special di Adam).

Alluminio per essere più leggera

L’ispirazione, questa volta, arriva dagli aeroplani d’un tempo e per questo, dove possibile, Adam ha usato tanto leggero alluminio, togliendo tutto quello che non serve. Motore e ciclistica sono rimasti più o meno inalterati, con la forcella un po’ sfilata nelle piastre per caricare l’avantreno. Al posto del manubrio largo, due semimanubri da corsa. E un bel contagiri meccanico modificato (al posto delle cifre ha fori sempre più grossi man mano che la lancetta sale, geniale) come unico strumento davanti al naso. Esteticamente c’è un bel cupolino avvolgente stile anni Sessanta -torneranno le carene, ne sono certo!- e il finto serbatoio (quello vero è sotto la sella) è ricostruito in alluminio con degli incavi pronunciati per accogliere le ginocchia.  La parte meno riuscita -ma è un mio parere personale- è il codino, sempre in stile aeronautico, ma troppo spartano per i miei gusti. Bello invece lo scarico 4 in 1, tutto nero. 
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