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Harley-Davidson Sportster Seventy-Two e Softail Slim: test

Le novità Harley-Davidson conquistano e convincono: ad un’estetica azzeccata che, con stili diversi segue le attuali tendenze in tema di custom, abbinano una guida piacevole. Migliorabili comfort e frenata

SPORTSTER SEVENTY-TWO

SPORTSTER SEVENTY-TWO Frisco Bay anni Settanta: la Sportster Seventy-Two attira sguardi di ammirazione come se fosse appena uscita dal film Easy Rider. Sfila davanti agli occhi e incuriosisce con quella grande – ma sottile – ruota da 21” e le gomme con spalla bianca, il manubrio rialzato stile ape-hanger, la sella singola super ribassata e la verniciatura candy, tutta luccicante. Tra le Sportster è l’unica con la ruota anteriore di così ampio diametro, ma la guida è davvero facile; ottima la maneggevolezza e buona anche la stabilità. Solo in presenza di imperfezioni dell’asfalto si avverte qualche ondeggiamento non immediato da gestire per via del manubrio così alto, ma nulla di davvero preoccupante. La posizione in sella è molto raccolta e il piano di seduta bassissimo aiuta nelle manovre anche i meno smaliziati. La completa esposizione all’aria rende un po’ faticosi i lunghi trasferimenti (il serbatoio ridottissimo impone comunque frequenti soste…), ma nel misto la Seventy-Two è molto godibile. Un appunto ai freni, specie l’anteriore: per ottenere spazi d’arresto contenuti va strizzato a dovere. Disponibile da fine mese a partire da 11.500 euro (11.800 con custom color).

SOFTAIL SLIM

SOFTAIL SLIM Decisamente più imponente è la Softail Slim, bobber essenziale e affascinante ispirata alle moto anni Cinquanta. A dispetto del nome, non è proprio magra: in gioco ci sono oltre tre quintali a secco, ma dopo pochi chilometri restituisce una guida inaspettatamente semplice e godibile. La sorpresa maggiore di questa moto viene infatti dalla rinnovata ciclistica: le ruote da 16 pollici montano pneumatici piuttosto stretti (battistrada di 144 mm) che rendono la Slim molto maneggevole nei percorsi tutte curve. Nel misto il peso quasi non si avverte (se non nei tornanti più stretti) e il vero limite viene dalla scarsa luce a terra: le pedane strisciano prestissimo. La posizione in sella è molto naturale, con braccia mediamente flesse ad agguantare il largo manubrio e gambe che stringono il panciuto serbatoio. Il motore, l’ormai noto Twin Cam 103 di 1.690 cc, è un portento di coppia: ad ogni andatura basta aprire il gas per ricevere una spinta poderosa, anche se con l’overdrive inserita la ripresa dai regimi più bassi è accompagnata da vigorose scosse e singhiozzi, che spariscono appena raggiunti i 1.500 giri. Anche in questo caso, come sulla Sportster, avremmo voluto un impianto frenante più incisivo; rimane tutto sommato adeguato alle prestazioni del mezzo. In più c’è l’ABS di serie: l’intervento non è invasivo, ma ha intervalli un po’ lunghi. Quanto costa? Occorrono 19.500 euro per la versione nera, 300 in più per quella opaca oppure rossa.

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