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di Giorgio Sala
21 February 2019

Guida alla MotoGP 2019: novità tecniche, team e piloti

Mancano quasi due settimane all'inizio del Motomondiale. I piloti scenderanno in pista a Losail per gli ultimi test invernali prima dell'inizio della stagione 2019; ecco quindi una guida delle principali novità della MotoGP: tecniche, team e piloti
1/25 Test MotoGP 2019, Sepang: Vinales

Inizia il conto alla rovescia

Mancano appena 17 giorni alla prima gara della nuova stagione di MotoGP. I piloti della Classe Regina questo fine settimana, in concomitanza con l’inizio della WorldSBK (qui gli orari per seguire le gare in TV), approderanno a Losail per l’ultimo test invernale. Si tratterà di un lavoro “di fino” per la maggior parte dei piloti, mentre per alcuni sarà un test che potrebbe addirittura decidere le sorti della stagione 2019. Andiamo a scoprire innanzitutto le novità tecniche della 71a edizione del Motomondiale.

Le novità sul regolamento tecnico ed i nuovi team

Il più grande cambiamento nel regolamento della MotoGP per il 2019 riguarda l’aerodinamica: sarà vietato modificare o togliere soluzioni aerodinamiche nel corso della stagione. Dunque, le winglets e le carene presenti su ciascuna moto a Losail nella FP1 del venerdì saranno le stesse che vedremo al termine della gara di Valencia. Altra novità riguarda la piattaforma inerziale (IMU), sviluppata da Magneti Marelli e comune a tutte le 22 moto della Classe Regina.

Inoltre, si segnala che Suzuki, grazie agli 8 podi stagionali ottenuti da Iannone e Rins nel 2018, perde le agevolazioni allo sviluppo della moto. Dunque, i motori della GSX-RR saranno congelati ad inizio anno e ce ne saranno a disposizione 7 anziché 9, così come le wild card disponibili scendono da 6 a 3. Soltanto KTM e Aprilia avranno a disposizione le concessioni allo sviluppo dei prototipi, che prevedono anche test illimitati nel corso della stagione. Da regolamento, le concessioni sono date oppure revocate a seconda dei risultati ottenuti. 3 punti per il 1°, 2 per il 2°, 1 per il 3°: chi supera i 6 punti in una stagione non ha diritto alle concessioni per l’anno successivo, viceversa chi non raggiunge quel punteggio le ottiene sempre per la stagione ventura.

Nelle squadre, invece, ci sono stati tanti cambiamenti importanti. MarcVDS ha abbandonato la Classe Regina a favore della Moto2; Tech 3, invece, ha abbandonato Yamaha dopo una partnership ventennale per entrare nel mondo KTM. Le M1 clienti quindi sono passate al neonato Team Petronas Yamaha Racing, frutto della collaborazione con l’ormai scomparso Team Aspar/Angel Nieto. Analizziamo ciascuna squadra nella Classe Regina.

Monster Energy Yamaha

Valentino Rossi e Maverick Viñales condivideranno i box per il terzo anno di fila. Rossi, da poco 40enne, cercherà ancora l’assalto al 10° Mondiale mentre Viñales cercherà di riscattarsi dopo una stagione 2018 al di sotto delle aspettative. L’anno passato Yamaha non ha tenuto il passo delle altre Case in termini di sviluppo, ma negli ultimi test è stato fatto tanto lavoro: dopo aver scelto il propulsore con cui correre nel 2019, i due alfieri della Casa di Iwata hanno cercato il maggior grip possibile. Un buon segnale è arrivato nel Day 2 dei test in Malesia, con Viñales in vetta alla classifica ed il pilota con il passo migliore in tutte le prove di Sepang. Rossi rimane in Top 10, fiducioso della direzione presa dalla squadra. La Yamaha M1, inoltre, cambia nella livrea, ma nella forma resta praticamente invariata: a caratterizzarla c’è il “baffo” aerodinamico, soluzione tecnica di cui la Casa di Iwata è stata pioniera.
1/27 Monster Energy Yamaha MotoGP 2019

Repsol Honda Team

Sulla carta è il team più competitivo e minaccioso di tutta la stagione: da una parte Marc Marquez, 5 volte Campione in MotoGP nelle ultime 6 stagioni, dall’altra Jorge Lorenzo, che conta 3 Titoli iridati nella Classe Regina e vittorie con Yamaha e Ducati ufficiali. Tuttavia, la squadra è “a pezzi”: Marquez è stato operato alla spalla nell’inverno e non è ancora nella forma fisica ideale, mentre Lorenzo ha dovuto saltare i test di Sepang per un infortunio alla mano. Il Porfuera, dopo aver approcciato la moto a Valencia e Jerez, tornerà in sella alla RC213V a Losail per gli ultimi test prima dell’inizio della stagione. La moto che vince… non cambia, ma riceve qualche novità per cercare di tenere il passo dei concorrenti.
1/14 Jorge Lorenzo sulla Honda RC213V 2019

Ducati Mission Winnow

Una moto italiana, rossa, con due piloti (ed un collaudatore) italiani. Ducati si presenta per il 2019 con una Desmosedici GP più all'avanguardia dal punto di vista della tecnica e dell’aerodinamica: a prova di ciò sono le quattro moto di Borgo Panigale davanti a tutti nel Day 3 di Sepang. In sella, dunque, troviamo Andrea Dovizioso, il pilota italiano più in forma nelle ultime due stagioni, che è sempre più determinato a mettere mano sul Titolo Iridato. Al suo fianco ci sarà Danilo Petrucci, che ha guidato la Ducati Pramac dal 2015 ed è pronto al salto di qualità. I due predicano un forte lavoro di squadra per riuscire a vincere almeno un Mondiale tra quello piloti e costruttori, ma bisognerà vedere quanto saranno pronti ad aiutarsi a vicenda quando inizieranno a esserci punti iridati in ballo.
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Team Ecstar Suzuki

Tra i team ufficiali, Suzuki schiera la coppia più giovane con Alex Rins (1995) ed il rookie Joan Mir (1997). La moto è reduce dalla miglior annata dal rientro nella Classe Regina e per questo il Team Ecstar ha perso le concessioni allo sviluppo. Un buon segnale, secondo il manager Davide Brivio, che pone Suzuki allo stesso livello di Honda, Ducati e Yamaha. Il potenziale è alto: da Hamamatsu puntano molto sul talento di Alex Rins, che sta acquisendo una maturità degna di nota, mentre Joan Mir è la “scommessa” che potrebbe ripagare. I due spagnoli hanno lavorato molto quest’inverno, anche per via della revoca delle concessioni allo sviluppo: la direzione presa è quella giusta, nonostante Rins lamenti ancora qualche problema di stabilità della GSX-RR. Mir invece è considerato uno dei candidati al titolo di Rookie of the Year.
1/38 MotoGP 2019: la nuova Suzuki GSX-RR

Red Bull KTM Factory Racing Team

La squadra austriaca conferma Pol Espargaro come pilota di riferimento, affiancandogli Johann Zarco prelevato dal Team Tech 3. Polyccio ha chiuso il 2018 nel modo migliore, ossia centrando un podio storico a Valencia: il primo della propria carriera in MotoGP ed il primo di KTM nella Classe Regina. La RC16 è ancora un passo indietro rispetto ai competitors più blasonati, tuttavia KTM sa che la fretta è una cattiva consigliera ed è paziente sotto il punto di vista dei risultati. Durante l’inverno Pol è migliorato molto dal punto di vista della gestione della gomma e della maneggevolezza della RC16, mettendo quindi alla prova i rapidi aggiornamenti tecnici sul telaio a traliccio, mentre accusa ancora qualche lacuna in termini di potenza che, però, potrebbe essere colmata a Losail con un nuovo motore. D’altro canto invece Johann Zarco: alle prese con una moto nuova, e sicuramente non la più competitiva in griglia, il francese sta ancora cercando il feeling ideale con la moto. Gli obbiettivi sono molti: per entrambi finire sempre in Top 10, e sicuramente riuscire a replicare il podio della scorsa stagione.
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Aprilia Factory Racing

La Casa di Noale punta ancora sull’esperienza e l’affidabilità di Aleix Espargaro, al suo fianco c’è Andrea Iannone, prelevato da Suzuki. Luci e ombre sulla RS-GP, una moto non facile da capire al primo approccio secondo quanto detto dallo stesso Iannone, che ha girato soltanto nel Day 2 dei test a Sepang; Espargaro, invece, sembra essere riuscito a trovare il giusto feeling in sella all’Aprilia. La squadra di Fausto Gresini cercherà di sfruttare al meglio le concessioni in termini di sviluppo, nella speranza che questo 2019 possa portare risultati in linea con la potenzialità dei piloti ai box. Tra gli ottimisti c'è Romano Albesiano, che si è detto soddisfatto del lavoro svolto per portare la RS-GP 2019 a essere competitiva.
1/14 Aleix Espargarò - Test invernali MotoGP 2019

Red Bull KTM Tech 3

Il team francese abbandona Yamaha dopo 20 anni di partnership per sposare la causa della Casa austriaca. Nella squadra di Hervè Poncharal rimane Hafizh Syahrin, al suo secondo anno in MotoGP, e arriva Miguel Oliveira, considerato un golden boy da KTM: Il pilota portoghese ha corso in Rookies cup, Moto3 e Moto2 in sella alle moto della Casa di Mattighofen. Una moto nuova per tutti, piloti e meccanici compresi, ma che gode di un supporto molto forte dalla casa madre. L’obbiettivo di KTM è di fare del Team Tech 3 una squadra junior proprio come Toro Rosso e Red Bull in Formula 1, tanto che le livree ricordano questo concetto.
1/86 KTM Tech3 MotoGP 2019

Team Pramac Ducati

La squadra junior di Ducati vede un Jack Miller sempre più veloce con la Desmosedici GP e al suo fianco arriva il Campione del Mondo Moto2 Francesco Bagnaia. Il livello del Team Pramac cresce a pari passo con quello della squadra Ducati ufficiale e, dopo aver perso il titolo di “miglior team indipendente” nel 2018 all’ultima gara, è pronto al riscatto.
1/26 MotoGP 2019, Bagnaia - Ducati Alma Pramac Racing

Petronas Yamaha SRT

Nata dalle ceneri del Team Angelo Nieto, il Petronas Yamaha SRT è la novità 2019 per quanto riguarda i team. In sella alle Yamaha M1 c’è il rookie of the Year 2018 Franco Morbidelli, che in sella al prototipo di Iwata si è trovato meglio rispetto che sulla sua vecchia RC213V; accanto al Morbido c’è il pilota più giovane dell’intero circus della MotoGP: Fabio Quartararo, francese classe 1999. I due hanno sicuramente fatto meglio delle aspettative, ed il potenziale sembra molto alto: bisogna ricordare anche che la M1 è una moto user friendly, quindi adatta ai neofiti e “facile” per chi la guida per la prima volta. Con Quartararo in crescita e Morbidelli sempre in Top 10, si aspetta una stagione davvero interessante.
1/24 Quartararo e Morbidelli

LCR Honda

La squadra privata di riferimento di Honda vede ancora Cal Crutchlow come pilota di punta: il britannico è rientrato alla grande dal grave infortunio alla gamba che lo ha costretto a stare lontano dalla pista per diversi mesi. Crutchlow è molto competitivo e come ogni anno cercherà di portarsi a casa il maggior numero di podi, se non addirittura puntare alla Top 5 del Mondiale: un obbiettivo ambizioso, ma di sicuro non impossibile. D’altro canto, Takaaki Nakagami è reduce da un anno da esordiente sicuramente positivo, e con Lucio Cecchinello sta davvero dimostrando una maturità ed una conoscenza della moto che possono davvero portargli numerose soddisfazioni per la stagione che verrà.
1/4 Cal Crutchlow

Team Reale Avintia

Il secondo team clienti che dispone di una Ducati schiera Tito Rabat e Karel Abraham. Il primo, Campione del Mondo Moto2, ha dimostrato che in sella alla Desmosedici è un pilota davvero competitivo mentre Karel Abraham è da diversi anni che è in MotoGP, e potrà dare informazioni utili al team per un eventuale sviluppo della moto.
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