UN LAMPO ROSSO Per una volta, nel nostro abituale appuntamento con la “Guida all’acquisto” abbiamo deciso di parlare non di una delle regine del mercato dell’ultima ora, facilmente disponibile, nuova o usata, dal concessionario o da un privato. Tratteremo invece di una moto moderna ma non recentissima, che tuttavia non sfigura accanto alla più tecnologica “belva” del 2008. Con ciò non si fatica a capire perchè quando la Ducati 916 viene svelata al Salone di Milano del 1993 si assiste a scene viste solo ad un concerto dei Beatles di trent’anni prima: basta guardarla. Ancora oggi, a 15 anni da quella fatidica prémiere, incontrarne una per strada provoca la stessa forte emozione. Ed è chiaro perchè si meritò il titolo di “Moto dell’anno 1994”.
Un lampo rosso, un ruggito possente che fa girare la testa, non per maledire l’inopportuno fracassone, ma perchè il rombo di questa Ducati è rimasto nel cuore e nelle orecchie di chi allora la sognava, ma doveva arrestarsi di fronte ad un prezzo da fuoriserie... a quattro ruote. Tornando a quei primi anni Novanta, e precisamente al 1994 quando la Ducati 916 si rende disponibile dai concessionari, sono necessari oltre 25 milioni delle nostre vecchie lire per acquistare un esemplare. Con molto meno si comprano le supersportive giapponesi a 4 cilindri Honda CBR900RR (20.095.000 lire), Kawasaki ZZR 1100 (23.260.000 lire), Yamaha FZR 1000 (20.449.000 lire) ed anche la potentissima Suzuki GSX-R 1100 W (20.688.000 lire) che dall’alto dei suoi 155 CV a 10.000 giri ha il primato sulla concorrenza. Ma la 916 è un’altra cosa. Non è insomma solo una questione prestazionale, perché tutte le moto citate, più potenti e meno costose, raggiungono velocità parecchio superiori.
Chi la sceglie vuole un oggetto dal sapore quasi artigianale, una ‘special’, come si diceva una volta, o probabilmente vi intravvede una vera replica da corsa, ed in questo ha poche altre opzioni. Forse la sola Honda RC45, e ancora prima la RC30, è in grado di suscitare le stesse sensazioni del ‘pompone’ italiano, e proprio per questo, al primo idilio tra Motociclismo e la 916, è invitata in qualità di gradito terzo incomodo appunto una spettacolare RC45. Un confronto, anzi un “mezzogiorno di fuoco”, come titola l’articolo sul numero di febbraio 1994, in cui le due contendenti non risparmiano stoccate e parate, e che termina sostanzialmente in parità.