Il boxer ha - e continuerà ad avere - un fascino particolare. Con i suoi due cilindroni che corrono paralleli all'asfalto, esteticamente è un bell’oggetto da vedere. E poi c’è il fatto che sul mercato non ha rivali su come eroga la coppia ai bassi e medi regimi e sull’influenza positiva che ha sulla dinamica della moto: baricentro basso=maneggevolezza. Chi lo prova dopo pochi chilometri si sente un pilota provetto anche se non lo è. Magia del boxer.
Tutto questo sul mercato equivale a un successo garantito. Anche quando lo si inserisce in una nicchia com’è quella delle heritage (o modern-classic, se preferite) di cui fa parte la famiglia delle R nineT. A differenza di tutte le altre BMW boxer attualmente a listino, qui il motore è nella configurazione con raffreddamento aria/olio, da 110 CV e 116 Nm, mentre - a esclusione dei model year 2021 di cui non trattiamo in questo articolo - la guida non è filtrata da sofisticherie elettroniche come l’acceleratore ride by wire, le mappe motore e altri sistemi di aiuto alla guida, con l’unica eccezione dell’ABS. Insomma, un concetto “antico” rafforzato ancor di più dal fatto che anche il controllo di stabilità ASC (un controllo di trazione semplificato) è optional. “Mancanze” che per il cliente tipo diventano pregi e motivo d’acquisto.
Nata nel 2014, tra le boxer prodotte dal 1993 è la prima ad aver rinunciato al sistema Telelever per far posto a una forcella vera con steli rovesciati da ben 46 mm. Sospensione all’inizio non regolabile, che nel 2017 guadagna i registri idraulici di compressione ed estensione (oltre a quote ciclistiche più conservative e a una capienza da 18 litri per il serbatoio, non più da 17). Nello stesso anno la R nineT diventa una famiglia vera e propria con l’arrivo di tre versioni semplificate realizzate sulla base della Scrambler nata un anno prima: sono la Urban G/S (ispirata alla G/S 80 del 1981), la Pure (roadster essenziale) e la Racer (sportiva in stile Anni 70), tutte caratterizzate dallo stesso aspetto muscoloso ma con una componentistica meno raffinata (forcella tradizionale, pinze freno assiali, strumentazioni a singolo elemento).
Lo stato dell'usato
Negli anni questi modelli si sono ritagliati il proprio spazio nel filone “Seventies” in cui le prestazioni fanno rima con stile, qualità e personalizzazione. Se la Scrambler e la Urban stuzzicano la curiosità dei più nostalgici con le loro ruote anteriori da 19”, è la R nineT ad attirare i bmwisti più giovani, o comunque quella tipologia di motociclista che, anche se “chilometrata”, gode nell’avere tra le gambe un mezzo dal carattere forte e dal look curato anche se essenziale. E nel suo piccolo la cafe racer bavarese è costruita davvero bene: plastiche ridotte al minimo indispensabile, tanto alluminio (dal serbatoio agli attacchi del parafango, fino alle varie cornici) e verniciature accattivanti e resistenti.
Difficile vederne di malmesse, con parti arrugginite o con graffi sparsi per scivolate non sistemate. Anche perché, a dirla tutta, la moto costa cara e chi la compra la cura come una figlia, lavandola, usando prodotti di “bellezza” dedicati e tenendola in box, se non anche in casa. Parlando con alcuni possessori, questi non la cambierebbero con nessun’altra se non per passare a un’altra boxer più comoda e adatta all’uso in coppia.
Ormai sono sette anni che se ne producono e tra gli annunci dell’usato ce ne sono, anche se non tante. Una caratteristica le accomuna, oltre al buono stato manutentivo: tutte hanno fatto poca strada, mediamente 10.000/15.000 km. Il che spiega il loro valore piuttosto alto: difficile trovarne una sotto i 10.000 euro se non nella versione Scrambler. Un dato interessante: il 20-30% delle R nineT in vendita non è proprio come “mamma BMW” le ha fatte. Ma questo è anche il bello di questa moto, pensata e costruita per dare la possibilità di customizzarla a piacimento.
Il fisico muscoloso invoglia, così come alcune soluzioni tecniche: il telaietto posteriore ad esempio è smontabile, così da passare dalla configurazione classica con seduta biposto alla più cattiva mono con sella mozza, semplicemente togliendo la struttura tubolare su cui sono montate le pedane passeggero. Il catalogo accessori poi è un libro da collezione con tanti di quei pezzi da perderci la testa, dagli specchietti da montare sulle estremità del manubrio ai più ricercati carter motore in alluminio anodizzato fresati, dalle ruote a razze fresate (o a raggi alleggerite) a leve e comandi in alluminio regolabili.
Piccoli consigli
Qui ci sta bene un consiglio: se siete intenzionati ad acquistarne una, puntate su un modello “pulito”, privo di accessoristica di seconda scelta e soprattutto di modifiche da cui non si può tornare indietro. Se proprio vi innamorate di una accessoriata, prediligete quella con componentistica BMW e ricordatevi di chiedere anche i componenti originali, così da poter riportare la moto al proprio stato iniziale.
Altro consiglio è quello di controllare che la bulloneria non sia arrugginita per qualche caso di noncuranza e che sia ben serrata. A questo proposito, controllate se la moto fa o meno parte del lotto prodotto tra dicembre 2013 e agosto 2017, per le quali, a causa delle eccessive vibrazioni, c’è stato un richiamo ufficiale per il possibile allentamento del bullone posto a collegamento tra il monobraccio e il telaio. C’è stato anche un secondo richiamo su R nineT, Pure, Scrambler e Urban G/S prodotte tra il 31 ottobre 2019 e il 30 gennaio 2020 per la sostituzione del perno di snodo della trasmissione finale Paralever.