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Grazie Sig. Perelli

La pandemia ci ha tolto Carlo Perelli, colonna portante della nostra rivista. Direttore prima di Motociclismo e poi di Motociclismo d’Epoca. Aveva 87 anni e continuava a dare la sua preziosissima opera

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Carlo Perelli

Carlo Perelli amava senza riserve la motocicletta e ancora di più la nostra rivista. Raccontava che era entrato in redazione il 1 ottobre del 1949, a soli sedici anni, e che portava ancora i calzoni corti. Da redattore aveva scalato tutte le tappe della gerarchia del giornale sino a diventarne il direttore e poi aveva fatto nascere Motociclismo d’Epoca, la più autorevole rivista del settore delle moto antan.

In più di settant’anni di carriera, tutti trascorsi con la massima dedizione al servizio di Motociclismo, si era costruito sul campo un’autorevolezza assoluta: senza tema di smentita, non c’è giornalista delle due ruote più preparato, colto, attento e curioso di lui.

Era infaticabile il sig. Perelli, anche negli ultimi anni, diventati un poco affannosi per l’età e per qualche inciampo nella salute, ma la sua presenza al giornale era costante, anzi rassicurante. Sapeva sempre come toccare le giuste corde per scoprire “quel qualche cosa in più” che ha reso Motociclismo un giornale autorevole, sinceramente diverso nel panorama delle altre riviste delle due ruote. E poi, il sig. Perelli era brillante, arguto, mai fuori luogo. Passare una serata a tavola con lui era piacevolissimo; quando raccontava le storie, gli aneddoti, i segreti del nostro mondo a due ruote lo ascoltavi per ore.

Aveva uno stile asciutto nello scrivere, mai retorico; niente orpelli: una capacità di sintesi che permetteva al lettore di arrivare rapidamente al nocciolo della questione. Esprimeva la straordinaria professionalità anche attraverso la fotografia, altra sua grande passione. Milioni di scatti nati da migliaia di prove, test, presentazioni, interviste, reportage di tecnica, di gara e pure di viaggi di turismo. Tantissimi giorni passati al caldo e al freddo, magari sul bordo di un circuito cittadino della Temporada romagnola, negli stand del Salone del Ciclo e Motociclo per mostrare le novità esposte, oppure sull’asfalto della Pista Pirelli, dove la nostra rivista andava abitualmente a mettere sotto torchio le moto. E non ha mai smesso di scattare quando le moto da fotografare erano diventate quelle “d’epoca”, quando nel febbraio del 1995 è nato il primo numero di Motociclismo d’Epoca.

Ora, sig. Perelli, noi di Motociclismo vorremmo esprimere tutta la riconoscenza per quanto ha fatto per la nostra rivista. Caro sig. Perelli, in realtà, tutto il mondo della moto le deve immensa gratitudine.

1/15 Perelli con una Rumi 125 Sport (1965)

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