Non è un paese per pigri
“Monnezza a chi?” è lo slogan che campeggia sui manifesti con cui la
Regione Campania intende risollevare l’immagine di Napoli. Dietro lo
slogan,
le immagini da cartolina (a fianco Piazza del Plebiscito) di luoghi per
cui fino a ieri era nota la città e che devono “vincere” su quelle
che,
nelle ultime settimane, hanno fatto il giro del mondo: cumuli di rifiuti
accatastati nelle vie del centro… Lo scandalo dei rifiuti è solo uno dei
tanti che sta minando la credibilità, non solo turistica, dell’Italia:
c’è anche quello del Brunello annacquato, della mozzarella alla diossina,
delle spiagge della vergogna, dichiarate off limits dalla Commissione UE
perché inquinate o invase dal cemento (300 su un totale di 313 casi in
tutta Europa). Se aggiungiamo il folclore mediatico che sta montando il
dramma e l’incapacità cronica dell’Italia a vendere le sue bellezze
(o
a venderle troppo care!), si arriva a dire che l’immagine Belpaese è ai
minimi storici. E non sorprende che la Cina ci abbia superato nei ricavi
turistici. Per fortuna c’è chi, come l’ex assessore alla cultura di
Milano,
Vittorio Sgarbi, dichiara (ad una conferenza organizzata dal FAI - Fondo
per l’Ambiente Italiano per presentare il 4° censimento Nazionale de
“
I luoghi del cuore, a cui Motociclismo ha partecipato - ”,
www.iluoghidelcuore.it)
che non è solo un problema di cattiva amministrazione, ma anche di mancanza
di sensibilità al bello. Anche se l’Italia ne ha così tanto. Basti un
dato: il 60% del patrimonio mondiale si trova entro i confini dello Stivale
(che è primo in classifica anche per il numero dei beni riconosciuti
dall’Unesco).
Bisogna imparare a riconoscere il bello che ci circonda e che è troppo
spesso oscurato da indicibili brutture: ci è richiesto uno sforzo intellettuale
non indifferente per cercare di cogliere il genius loci dei posti che andiamo
a visitare, perché distratti da quelli che Pasolini chiamava i “corpi
estranei” (interventi urbanistici senza senso e, aggiungiamo, parcheggi,
costruzioni incompiute, ecc). È quello che abbiamo tentato di fare in questo
Speciale, andando a cercare per ogni luogo toccato un tema in grado di
rivelarne significati più o meno evidenti, più o meno scontati: arte,
artigianato,
vino e cucina (come si può evitarle parlando d’Italia), ma anche jazz,
butteri, trabocchi, cercatori d’oro. Del resto, noi motociclisti, abbiamo
un’arma in più per scovare la bellezza (ed evitare la
“monnezza”): il
mezzo che usiamo, che ci consente di percorrere strade secondarie che
raggiungono
luoghi lontani, dalla folla e dall’ovvio.