IIntervista ad Alfredo Mastropasqua (coordinatore velocità FMI)
Il Team Italia è rientrato nel Mondiale dal 2011, perché questa scelta?
Diventai Coordinatore della FMI nel 2009 e facemmo un programma di rilancio per il CIV e l'attività giovanile. In quell'anno la situazione dei piloti e dei team italiani nel Mondiale era disastrosa. Dopo avere riassestato l'attività interna, abbiamo cercato di dare ai piloti la possibilità di arrivare al motomondiale, perché, a differenza di oggi, mancavano le strutture.
Quindi vi siete voluti impegnare in prima persona...
In occasione del centenario della Federazione abbiamo deciso di riportare alla luce il progetto Team Italia, con cui ottenemmo negli anni Ottanta due titoli mondiali con Gresini e uno con Cadalora. La filosofia però è cambiata: era un progetto non per puntare alla vittoria del campionato, ma per portare in pista giovani piloti italiani.
All’inizio ha funzionato...
Siamo riusciti a innescare questo meccanismo, facendo debuttare piloti come Tonucci, Morciano, Fenati, Bagnaia, Locatelli, Antonelli e altri. Inoltre dal progetto giovani della Federazione sono passati tutti, da Bulega a Bastianini e Di Giannantonio.
Però negli ultimi anni il Team Italia non ha più la stessa spinta di prima.
Il nostro compito nel Mondiale è esaurito, perché nel frattempo sono arrivati la VR46 e Gresini e il prossimo anno ci sarà anche il team di Simoncelli. Una serie di strutture molto professionali che hanno deciso di investire sui piloti italiani.
Quindi quale sarà il prossimo passo?
Dal prossimo anno il Team Italia non farà più il Mondiale Moto3 perché non ce n'è più la necessità. Torneremo a concentrare la nostra attività di sostegno ai piloti nel CIV e nel CEV. A dimostrazione di ciò, dico che nel 2011 c'erano solo due piloti italiani in 125, ora in Moto3 coprono un terzo dello schieramento. Vuol dire che la FMI, grazie a una ristrutturazione sportiva dei regolamenti delle categorie giovanili, ha prodotto molti piloti e continua a farlo.
Non essendoci più un impegno diretto nel Mondiale, ci sarà la possibilità di collaborare maggiormente con i team italiani?
Da parte nostra c'è certamente un'apertura in questo senso. Le collaborazioni ci sono già state e ci saranno dove ci sono strutture che vogliano farlo, anzi lo auspichiamo. Oggi stiamo lavorando bene con la VR46 e penso che questo rapporto si possa ampliare. Personalmente ho già fatto proposte in questo senso sia a Gresini che Simoncelli e la FMI rimane disponibile a dialogare con tutti i team per l'interesse dei piloti italiani, come fatto in passato.
In Italia non è facile allenarsi, sia per i costi dei circuiti sia per alcune normative.
La questione è legata alla legge italiana per cui gli allenamenti in pista di minorenni sono in larga parte vietati. Per questo abbiamo ideato un format per cui, in collaborazione con l'autodromo, la Federazione fornisce dei tecnici con funzione di controllo e questo permette di estendere la copertura assicurativa anche ai minorenni. È il caso degli allenamenti che organizziamo con la VR46 a Misano e a cui abbiamo invitato dei piloti del team di Gresini. Naturalmente, i minorenni per ottenere la licenza devono avere la sottoscrizione di entrambi i genitori o di chi esercita la patria potestà. È un problema normativo che non ha riscontri in altre nazioni e che crea una barriera per determinate attività, anche se aumentando il numero di gare e organizzando degli stage penso siamo riusciti a trovare una soluzione.
La Spagna in questo senso fa scuola. C'è un progetto per rilanciare il CIV?
Bisogna ragionare sui dati di fatto e questi dicono che Bastianini, Fenati e Antonelli non hanno corso permanentemente il campionato spagnolo. Ora il CEV è diventato un campionato del mondo Junior e bisogna rispettarlo, quindi la FIM, andando via dal Mondiale, guarderà a quel campionato come passo intermedio tra quelli nazionali e il mondiale. Ci sono comunque piloti che sono passati dal CIV direttamente al Mondiale. Non bisogna fare battaglie ideologiche tra Spagna e Italia, il Mondiale Junior per noi è un'opportunità che va valorizzata e colta, come faremo. È una piattaforma interessante per verificare la competitività di alcuni piloti, come abbiamo fatto in passato con Fenati e Antonelli che hanno fatto alcune wild card nel CEV in passato. Alla fine è il cronometro che parla e non il campionato in cui si corre.