L’inizio degli anni Ottanta del ‘900 vede consolidarsi una cilindrata sempre amata in Italia, quella di 125 cc. Le Case offrono una gran varietà di modelli e i giovani sono sempre più attratti dalle “ruote alte” piuttosto che dallo scooter. In gran spolvero le stradali, ma crescono anche le Enduro, “figlie” dei modelli che corrono al Faraoni e alla Parigi-Dakar. La Gilera propone una gamma articolata con prodotti più che discreti, ma senza grande appeal. Troppo convenzionali le 125 2T in catalogo dal 1977, la stradale TG1 e la Enduro GR1, e le evoluzioni della fine del 1981 (TG2 e TG3, la custom che affianca la GR1) non fanno meglio. E poi quei nomi da telegiornale… Ma l’entusiasmo intorno alle 125 non può essere trascurato, e Gilera ha certamente il know-how per fare moto al vertice per stile e tecnologia. Il Direttore della Gilera, Enrico Vianson - con il consenso di Pontedera - decide che è giunto il momento di tornare protagonisti del mercato. Commissiona il progetto di due nuovi modelli, una sportiva stradale e una enduro, che dovranno essere al top sotto ogni aspetto, imponendo però tempi stretti. Per il design viene coinvolto Paolo Martin, ex Bertone, Pininfarina e Ghia, autore delle Benelli e delle Moto Guzzi dei primi anni 70. Indipendente con un suo studio di progettazione a Torino dal 1976, Martin aveva iniziato a collaborare con la Piaggio, disegnando ad esempio i ciclomotori CBA e CB1, lo scooter GSA, le ultime Elmeca da Regolarità, le 200 T4 (nella foto uno dei prototipi di Martin che anticipano la RX,
nella gallery ce ne sono altri due). Per il motore e la ciclistica il compito spetta al Direttore tecnico Gilera, l’ingegner Masut.